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Sandro Gallo su Sinistradem: “Nasce con vizi di forma e per indebolire il partito”

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Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Sandro Gallo (nella foto), militante del PD e consigliere comunale, sulla recente costituzione, anche a Pisa, della corrente interna al PD chiamata “Sinistradem” che fa capo a Gianni Cuperlo. 

Quando politici di lungo corso criticano la nuova linea politica del PD questi debbano avere a supporto dei risultati positivi e non solo buone intenzioni. Se tali risultati non sono disponibili sarebbe saggio partire perlomeno da una sana ed umile autocritica e non seguitare la strada della presunzione e autoreferenzialità, cioè di quei difetti che, insieme all’inconcludenza, rendono ancor più odiosa la politica agli occhi dei cittadini.

sandro_galloIl dinamismo politico che si avverte in questi giorni nel PD, anche pisano, ha aspetti positivi da evidenziare ed aspetti vecchi, lagnosi, retrogradi ed incoerenti. Quelli positivi sono la volontà di porre interrogativi e idee sugli strumenti per affrontare una grave e persistente crisi sociale ed economica; positivo è il confronto tra chi ha responsabilità dirette di governo e chi sostiene quel governo con lo sforzo di migliorarne l’azione. Il confronto, anche critico, ma sempre costruttivo, è positivo ed è il sale della politica ancor di più in un partito che si chiama Democratico.

Gli aspetti discutibili sono le motivazioni che portano alla mobilitazione e al richiamo “alle armi” in prossimità di elezioni, di congressi, di appuntamenti dove contano i numeri. Motivazioni che mi sembrano più di carattere nostalgico e di contrapposizione che di contenuti e con la pretesa di scaricare su altri responsabilità proprie. Anzitutto, a livello locale, Sinistradem parte con un vizio di forma: è quanto mai singolare che due segretari, che dovrebbero rappresentare tutto il partito, quello comunale e quello provinciale, si facciano promotori di una corrente, per altro legittima, visti i tempi in cui siamo, ma con una evidente valenza di contrapposizione al Capogruppo in Regione uscente e al primo mandato; per onestà intellettuale e salvaguardia dell’unità del partito, tanto decantata, si dovrebbero prima dimettere e poi dare vita e forma alla loro corrente desiderata.

A trasformare i circoli in semplici fortini di correnti non è stato di certo il governo Renzi, ma il gruppo dirigente che ha gestito il partito finora

Non ci sarà da sorprendersi se qualcuno ci accusasse di fare una operazione di facciata in assenza di una coerente attività politica in città.  Ad esempio cosa dice Sinistradem sul fatto che in consiglio comunale sull’iscrizione dei matrimoni all’estero nel registro delle unioni civili il gruppo PD ha votato in ordine sparso? Cosa dice Sinistradem sul fatto che il piano strutturale d’area fatica a decollare per la totale assenza di un coordinamento politico sovracomunale? E poi mi chiedo, la ribellione è solo a livello nazionale o anche locale dove negli ultimi anni c’è stata piena sintonia e alleanza con una parte dei “renziani”, quelli del finto cambiamento, per essere eletti? Limitare Sinistradem a fare solo da supporto alla candidatura del Segretario Provinciale in contrapposizione al Capogruppo Regionale reo di aver disobbedito mi sembra riduttivo come visione politica.

Questa confusione di ruoli e di prospettive indebolisce il partito e non contribuisce ad una dialettica costruttiva e unitaria.

Nel merito, dire che il “partito non c’è più e che i circoli sono chiusi” significa conoscere poco la base del partito. A trasformare i circoli in semplici fortini di correnti da attivare in fasi congressuali ed elettorali non è stato di certo il governo Renzi, ma il gruppo dirigente che ha gestito il partito finora; a demotivare i militanti nel rinnovo della tessera è la mancata definizione delle loro prerogative nelle scelte politiche (l’impegno di distinguere l’albo degli iscritti e quello degli elettori definendone i rispettivi ruoli era di Bersani e non di Renzi).

Demotivante e sintomatico è che il più grande circolo della Provincia, quello di Pisanova, di cui ne sono stato Segretario per 7 anni, è passato da 247 iscritti a 70 non certo colpa del governo Renzi, ma dovremmo domandarci quali sono le attività di radicamento messe in atto nel quartiere dove insiste? Qual è la presenza politica nel quartiere? Cosa ha fatto il suo segretario per recepire e far sentire la presenza fattiva del partito sulle esigenze dei cittadini? quanto come e in cosa sono stati coinvolti gli iscritti? quali sono stati gli stimoli e le direttive in tal senso dei dirigenti superiori? Sicuramente, c’è una parte di militanza delusa dall’approccio del governo a certi problemi e alle soluzioni prospettate; ci sono dei militanti nostalgici che vorrebbero un partito totalmente spostato a sinistra, ma io credo che la stragrande maggioranza dei militanti non rinnova la tessera perché il gruppo dirigente che finora ha gestito il partito lo ha fatto con presunzione, autoreferenzialità, chiusura e poca spinta riformista. Qualcuno forse dimentica che il gruppo dirigente che ha diretto l’unione comunale e la federazione dalla nascita del Pd ad oggi è lo stesso che ora inventa Sinistradem e che ha tollerato le tessere gonfiate all’ultimo momento e utili a farsi eleggere?

La politica sul territorio, il radicamento, tanto invocato non sono solo le feste dell’unità ad hoc come vetrine per chi è sul trampolino, ma significa capacità di ascolto, di condivisione dei problemi dei cittadini, capacità di risolverli e ruolo forte e decisionale dei militanti sempre. Quanto alle primarie sarebbe interessante fare un bilancio tra quelli che le invocano in termini di fatte, non fatte, evitate ed impedite.

“L’omologazione ed appiattimento”, additati da Sinistradem, ci sono stati finora, a tutti i livelli, molto più di quanto li si imputi a chi ha appena assunto la guida del partito. Noi come PDinmovimento le cose dette da Sinistradem, non solo le abbiamo scritte da tempo ma le abbiamo fatte oggetto di una piattaforma congressuale comunale e provinciale che loro hanno combattuto. L’auspicio è che la sfida sia sui contenuti, sulle risposte da dare ai cittadini e non solo sulle candidature.

Sandro Gallo – militante PD

Foto di Sinistradem Pisa – Facebook

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Pubblicato il: 11 novembre 2014

Argomenti: Pisa, Politica

Visto da: 813 persone

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