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Milorad Petrovski: “L’istruzione è il futuro dei bambini Rom”

rom

Un anno fa il consiglio comunale di Pisa ha approvato un ordine del giorno che impegna la Giunta ad adoperarsi per il ripristino del servizio di scuolabus per i bambini del campo della Bigattiera.
Oggi è il primo giorno di scuola a Pisa come nel resto di Italia. Sul tema scuola e Rom riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Milorad Petrovski, presidente dell’associazione ASIFAR, Associazione per lo sviluppo interculturale folklore e l’arte dei Rom, nata alcuni anni fa a Pisa per diffondere la cultura e difendere i diritti della popolazione rom del nostro territorio; e membro del comitato per i Diritti dei bambini e delle bambine della Bigattiera.

I Rom, uno dei gruppi più vulnerabili in Europa, hanno a Pisa tre campi. Rom provenienti dalla ex Jugoslavia, la maggior parte dalla Macedonia con circa 215 bambini che vanno regolarmente a scuola e circa Il 90 per cento nati in Italia (Pisa).

Posso dire che dei tre il campo più in difficoltà, anche igienica, è tra Marina e Tirrenia in via Bigattiera, da cui prende il nome, con circa 54 bambini che per andare a scuola ogni giorno devono percorrere a piedi 10 km, perché non hanno il servizio scuolabus, e quando tornano a casa al campo non hanno lo spazio per fare i compiti.

Da tre anni quei Rom vivono nel campo, senza elettricità, con pochissima pressione dell’acqua. I bambini e giovani non hanno alcuna attività di doposcuola nel campo.

Siamo consapevoli che l’istruzione è la chiave che apre la porta per una vita migliore. L’istruzione è il futuro dei bambini Rom.

Più di 14 milioni di Rom vivono in Europa. L’Unione europea non può permettersi di ignorare le potenzialità di questa popolazione. Deve iniziare subito con il miglioramento delle condizioni base di buona salute, educare i bambini Rom e dare speranza alle famiglie fornendo posti di lavoro e abitazioni. Se la situazione non viene risolta immediatamente da ottenere risultati concreti, sulla prossima generazione di europei ricadranno oneri insopportabili per le cure sociali, servizi sanitari e l’istruzione.

Per fare un vero passo in avanti è necessario il sostegno dichiarato delle istituzioni statali e passare dalle parole ai fatti.

La comunità Rom è aperta, ma la povertà pone molte barriere e per capire di che cosa abbiano veramente bisogno, dobbiamo analizzare tutte le dichiarazione e le risoluzioni internazionali.

Ora l’importante è dare una mano ai genitori ad insegnare ai loro bambini,sia pur con tutti i loro difetti, e sostenerli nei loro sforzi quotidiani di integrazione.

Milorad Petrovski

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Pubblicato il: 15 settembre 2014

Argomenti: Pisa, Scuola-Università, Sociale

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