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Cohousing Zero, e se la casa ce la costruissimo insieme?

lavori

E se ci mettessimo insieme per costruire una casa in base alle nostre reali esigenze? A porsi questa domanda è un gruppo di giovani pisani, che ha scelto il cohousing come soluzione abitativa. L’idea è semplice e viene dall’Europa del nord: progettazione partecipata e condivisione degli spazi, riduzione dei costi di costruzione e dell’impatto ambientale. Il cantiere è in via Cuppari, i lavori sono cominciati all’inizio dell’estate e se tutto va bene finiranno a fine 2015.

“Siamo un gruppo di amici e ci siamo trovati a cercare casa nello stesso periodo” racconta Antonio Taddei, uno dei futuri abitanti di Cohousing Zero (questo il nome del progetto), “il mercato ci offriva soluzioni molto care per quanto riguarda il nuovo e le costruzioni già esistenti non ci soddisfacevano. Visto che non riuscivamo a trovare nemmeno un restauro che facesse al caso nostro abbiamo optato per il cohousing”.

Individuato il terreno giusto, il gruppo si è proposto come acquirente. Uno dei membri della società che si era costituita per costruire (seguendo il metodo tradizionale) ha rilevato le quote degli altri soci e si è detto disponibile a realizzare il progetto. “Noi diventeremo proprietari solo alla fine della costruzione” dice Antonio, “abbiamo versato un preliminare d’acquisto e versiamo il resto delle quote in itinere”. Al costruttore resterà un appartamento, visto che comunque si assume un rischio imprenditoriale. “In questo modo riusciamo a contenere i costi accessori alla costruzione, che in genere sono del 30% e per noi del 5%“.

Progettare in maniera partecipativa significa pensare gli spazi perché siano effettivamente funzionali per l’uso comune. I locali condivisi saranno tra il terzo piano e la terrazza, ad oggi però è stato completato solo il piano terra. Anche i materiali sono innovativi, scelti pensando all’efficienza energetica: “Per le fondamenta è servito il calcestruzzo – spiega Antonio – le pareti sono in XLAM, pannelli formati da tavole in legno incollate. Questo ci permetterà di ottenere la classe A, il massimo nel sistema che classifica i consumi”. Il legno presenta dei vantaggi anche dal punto di vista strutturale, soprattutto dal punto di vista dei rischi sismici, ridotti grazie al peso minore dei materiali.

Sul tetto verranno istallati i pannelli fotovoltaici, un sistema di aerazione forzata permetterà di cambiare l’aria negli appartamenti senza dissipare prezioso calore. Per gli interni si punterà invece sulla domotica, con soluzioni capaci di garantire una gestione automatizzata e più moderna di infissi, luci e allarmi. “In alcuni casi la crisi si traduce in nuove opportunità” racconta Antonio. Il cohousing ci salverà dalla crisi dell’immobiliare?

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Pubblicato il: 9 settembre 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa

Visto da: 2258 persone

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2 risposte a: Cohousing Zero, e se la casa ce la costruissimo insieme?

  1. avatar Renato scrive:

    la domotica….taaaaaaaaccccc!

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