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PaginaQulo Il Testessestivo

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L’estate, si sa, è terra di conquista. O quantomeno, per i tanti singols (di nome o di fatto) che si fanno una vacanzina, in quella vacanzina, nei loro sogni, un’avventurina ci potrebbe stare tutta, e anche se non ci sarà, e non ci sarà, fanno come se ci potrebbe essere, come se ci fosse in arrivo una personcina piccante da spolpare alla svelta e dimenticare in frettissima. Non serviva a questo, l’estate?

Prima di partire, prima dei bagagli, dei programmi, dell’umore generale, c’è da fare una cosa fondamentale: pianificarsi il lessico. Metti che ora parti, stasera sei in vacanza, conosci gente, vai ad un concerto, parli come mangi? Perché guarda, in vacanza, nessuno parla come mangia.

Le parole sono importanti, chi parla male, pensa male. Citazione pericolosissima, da cui derivano terribili trappole di vario esito. Se la usi, (non farlo!) puoi risultare interessante solo a persone che ignorano il fatto che questa sia una delle frasi – manifesto di un film di Nanni Moretti… e le citazioni da Nanni Moretti hanno rotto il cazzo per antonomasia. Antonomasia: quanto la vuoi usare questa parola in vacanza?

Se poi non sei più tanto giovane, devi stare attento a non cascare nell’errore classico di parlare come se tu avessi vent’anni, ma non i tuoi vent’anni. I vent’anni dei ventenni di adesso. Non lo fare.  Non adottare le ultimissime novità del linguaggio supergiovane. E sopratuttutto, riconoscile.
Per esempio, alla domanda  E il concerto com’è stato? E’ d’uso rispondere:  Ha spaccato  / E’ stato serio! Poi ci si può sbizzarrre in una serie di aggettivi d’effetto: fotonico / atomico / enorme /  spaziale / galattico / serio…
Ecco, c’è un problema nei giovani d’oggi. Abusano dell’aggettivo serio. Serio è diventato il bollino d’approvazione per una cosa spaccona, però, visto che una cosa spaccona ha già spaccato di suo, una cosa spaccona ha bisogno di un’altra approvazione, un marchio d’ancora più alta qualità, da smerciare nel mercato estivo delle nuove conoscenze. Serio… fa quasi fa rimpiangere il –da paura– di romana provenienza, -serio- sa più di milanese, e fra le due, come dire… Ma come si fa? Non ci valorizziamo come toscani. Abbiamo il nostro aggettivo magistrale. Ganzo.  Il concerto è stato ganzo, vuoi esagerare? Esagera: è stato un concerto ganzo- abbestia-bombissima.

Hai sentito il concerto, t’è piaciuto. Sei in vacanza. Sei un libro tutto da scrivere.
Stai andando bene: dimesso/a, misterioso/a, affettuoso/a e quasi interessante. Una cosa impensabile d’inverno. Quattro giorni di vita nuova, l’ora del te stesso più falsa, eppure più intrigante, e forse anche un po’ vera, sei in una parte di te che non hai mai esplorato. Sei il Testessestivo. Sei una nuova persona, sicura di sé, come farla parlare? Vi consiglio una cosa.  Fatela parlare come parlavate voi tardi anni ottanta, primi novanta, ce la potete fare, ci fate una figura migliore, fate uno sforzino, dai.
-Boia ieri sera concerto di lusso- (da pronunciare tutta d’un fiato).

Ico Gattai

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Pubblicato il: 9 agosto 2014

Argomenti: Cultura, PaginaQulo, Quaderni

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