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Troppo esposti al rumore degli aerei? Più soggetti alla pressione alta

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Due gli elementi importanti che sono emersi dall’assemblea cittadina che si è tenuta ieri alla ex circoscrizione 4, in San Marco, dove sono stati presentati i risultati di una ricerca che ha analizzato l’impatto acustico sulla salute della popolazione.

assembleaIl primo dato è che, se l’aeroporto crescesse a ritmi sostenuti, con un aumento fino al 41% dei movimenti di aerei, e nel frattempo venissero messe in atto tutte le soluzioni per ridurre il più possibile l’impatto del rumore, la situazione complessiva per la città sarebbe sostanzialmente analoga all’attuale, con qualche criticità in meno per qualche zona e un impatto medio grossomodo invariato. Il secondo dato è che si apre un problema di salute pubblica per Pisa, visto che dai dati forniti dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR emerge una relazione piuttosto evidente fra l’elevata esposizione al rumore e il rischio di ipertensione.

A fornire questi elementi ieri, sono stati il prof. Gaetano Licitra, responsabile del dipartimento Arpat di Lucca e ricercatore del CNR, che ha coordinato uno studio sulle cause, la quantità e le soluzioni per l’impatto acustico degli aerei sulla città. A parlare dell’aspetto sanitario è stata invece la dott.ssa Maria Angela Vigotti dell’IFC-CNR, responsabile a Pisa per il progetto S.E.R.A., che ha sollevato, oltre all’aspetto dell’ipertensione, anche la correlazione con i disturbi del sonno e dell’apprendimento.

Quasi un centinaio di persone sono intervenute all’assemblea, un incontro organizzato dai consigli territoriali di partecipazione 3, 4 e 5, e di cui evidentemente c’era molto bisogno vista l’urgenza dei tanti presenti di intervenire e dire la propria.

I dati forniti sono importanti non solo perché inquadrano più chiaramente il problema, ma perché potranno diventare un elemento di forza nel tavolo per l’approvazione del piano di risanamento – ovvero il piano per rientrare nei limiti sforati – che l’aeroporto dovrà adottare entro breve tempo. Alcuni problemi di rumore sono strutturali, fa notare Licitra, “e sono causati da più fattori: la compresenza di funzioni militari e civili nell’aeroporto, il traffico aereo, la configurazione della pista, le procedure di decollo e atterraggio”. “In media circa il 50% dei decolli va a nord e quindi sorvola la città, provocando rumore”, spiega. “La situazione è leggermente diversa per le esercitazioni militari, con voli più bassi e nettamente impattanti in termini acustici. Su questi – fa notare – credo che il Comune abbia degli spazi di discussione con i militari”.
Quanto all’aspetto della salute, Vigotti illustra un dato impressionante, emerso da una ricerca condotta sui paesi dell’Europa Occidentale: “Oltre un milione di anni di vita sono stati persi a causa del rumore, corresponsabile di problemi come i disturbi del sonno, il fastidio e l’irritabilità che generano stress, le malattie cardiovascolari e i disturbi cognitivi”. Tra i più colpiti dal fenomeno ci sono i bambini, per i quali l’esposizione al rumore provoca disturbi dell’apprendimento e nella memoria, che possono essere superati – è stato dimostrato – quando l’esposizione diminuisce drasticamente o scompare.
Il dato sull’ipertensione, dicevamo all’inizio, è la novità emersa dallo studio S.E.R.A. (Studio degli Effetti del Rumore Aeroportuale), che è stato condotto a Pisa su un campione di circa 400 persone, selezionate in base alla mappa acustica di Pisa e che quindi sono state divise fra coloro che subiscono il rumore degli aerei (100 persone), quelle soggette al traffico aereo e automobilistico (82), quelle solo al traffico di auto (78) e quelle che vivono in zone in cui il rumore è assente (83). La percentuale delle persone che si dichiara altamente disturbata dal traffico aereo, tra le persone esposte a rumore molto elevato, oltre i limiti di legge, è intorno all’80%. Tra i rischi relativi ai disturbi del sonno, per le persone che vivono un’esposizione al rumore molto elevata, compaiono la difficoltà ad addormentarsi, il risveglio anticipato, il passaggio inconscio dal sonno profondo a quello leggero, che influisce negativamente sul riposo.
Quanto all’ipertensione, a Pisa ci sono 1788 persone di età compresa fra i 35 e i 74 anni, che sono molto esposte al rumore, tra queste 203 casi all’anno di ipertensione potrebbero essere attribuibili proprio all’inquinamento acustico. Dall’analisi fatta tra le persone che soffrono già di pressione alta, sia che siano molto o poco esposte al rumore, è stato registrato un aumento di pressione, con un rischio che aumenta quando aumenta l’esposizione al rumore.

Dalle mappe emerge che 275 persone a Pisa vivono in zone dove i limiti di decibel sono superati. Quali sono le soluzioni possibili? “Innanzitutto occorre inquadrare il problema e quindi procedere alla definizione di un modello matematico del rumore”, spiega ancora il ricercatore. “Dev’essere poi fatta una stima dell’esposizione al rumore da parte della popolazione e messe quindi in campo delle strategie di abbattimento”. Tra queste c’è la cosiddetta procedura ICAO A, che prevede in pratica un decollo più ripido diminuendo in questo modo l’impatto acustico. La procedura, che è stata recentemente resa obbligatoria, dovrà essere però rispettata e per questo sono previste delle sanzioni alle compagnie di volo che non lo faranno. Tra le altre misure di contenimento, richieste tra l’altro dall’Unione Europea, c’è anche la riduzione del rumore alla sorgente, quindi la sostituzione, ad esempio dei vecchi velivoli che hanno una tecnologia ormai vetusta e nettamente più rumorosa: “Un volo charter nelle ore ‘sbagliate’ fa lo stesso rumore di 10 Ryanair”, dice Licitra. Ci sono poi la pianificazione e la gestione del territorio, aspetti che riguardano la politica e la visione strategica di un rapporto fra città e aeroporto, e infine, le restrizioni operative all’aeroporto stesso. Una misura estrema e possibile quest’ultima, che può significare anche la chiusura dello scalo qualora non venissero messe in atto le soluzioni precedenti. Tra le azioni in corso c’è la costruzione del nuovo raccordo fra le due piste, ovvero una striscia di collegamento che di fatto non allungherà la pista ma la aggancerà alla parallela, permettendo uno spazio di manovra di 260 metri in più che consente all’aereo di decollare prima. “Un piccolo passo in avanti”, commenta il ricercatore.

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Pubblicato il: 27 novembre 2014

Argomenti: Ambiente, Pisa, Sociale

Visto da: 1444 persone

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