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Tommaso Wallwork, un dj pisano a Hackney Wick

wallwork

La storia del pisano Tommaso Wallwork è quella di tanti ragazzi che lasciano l’Italia per inseguire le loro ambizioni. Da qualche anno si è trasferito a Londra per produrre musica elettronica, oggi ha 25 anni e vive ad Hackney Wick – ex distretto industriale diventato uno dei quartieri più ambiti da artisti e creativi – e lavora in uno degli studi di Basement Jaxx, uno dei produttori che hanno fatto la storia dell’elettronica. Grazie all’esordio con l’EP Mad Techno Invasion su Infinite Machine, Wallwork/Rzr è stato uno dei nomi caldi dell’estate londinese 2014. Dopo aver fatto ballare il Tenax nella notte dei Dark Sky, insieme al collega RZR e al francese Bambounou sarà a Pisa l’8 novembre per una serata all’Akua Keta. Abbiamo fatto una chiacchierata con Tommaso che ci ha raccontato perché ha lasciato Pisa a 18 anni, perché invidia un po’ i francesi e cosa ne pensa della scena elettronica italiana.

Come sei finito dal liceo Buonarroti a Londra?

In quarta superiore avevo già capito che non avevo più voglia di studiare e che volevo occuparmi di musica. Sono partito all’avventura ma nemmeno troppo, mio padre è inglese e qui ho molti parenti. Durante un viaggio in Australia con la famiglia ho conosciuto alcuni miei parenti che abitano in Inghilterra, a Londra, Birmingham e Manchester. Mi hanno convinto a spostarmi e così mi sono ritrovato a Manchester, dove sono rimasto un anno e mezzo. All’inizio lavoravo in un bar, poi mi sono trasferito a Londra e mi sono inscritto alla SAE (School of Audio Engineering). Ho potuto farlo nonostante non avessi conseguito il diploma, visto che qui non è obbligatorio per frequentare l’università. Oggi vivo in una ex fabbrica di gomma ad Hackney Wick.

Come hai cominciato a suonare?

All’inizio tante feste illegali e warehouse party (serate organizzate in ex capannoni industriali ndr), dove eravamo obbligati a fare quasi esclusivamente roba pesante. In realtà sono molto eclettico e mi piace suonare un sacco di generi differenti.

 

 

Quand’è che la musica è diventata un lavoro?

Quando tramite un amico sono stato chiamato a sostenere un colloquio con Basement Jaxx, che insieme a Fatboy Slim, Groove Armada e Chemical Brothers ha fatto la storia della musica elettronica inglese. Sono stato assunto ed oggi lavoro come producer in uno dei suoi studi. Il mio compito è quello di creare la musica, soprattutto pop/rock.

Insieme a Razor (Rzr) il tuo è uno dei nomi nuovi della scena londinese. Come vi siete conosciuti?

Sempre per colpa dei miei parenti (ride ndr). Abbiamo cominciato a farci conoscere con una serie di tracce finite in EP importanti, fino a che non abbiamo deciso di fondare una nostra etichetta, la Nervous Horizon. Il periodo delle feste illegali sta finendo per noi, siamo cresciuti e puntiamo soprattutto sui locali.

E in Italia? 

Ci tengo a mantenere i rapporti con il mio paese di origine, cercando di portare un po’ di cose nuove e contemporaneamente portando un po’ di Italia qui in Inghilterra. Cerchiamo di venire ogni volta che ci chiamano, siamo stati al Tenax per suonare dopo il concerto dei Dark Sky, abbiamo suonato al Turn Off di Pisa e torneremo per la prossima edizione a primavera 2015. Anche per le grafiche e per la comunicazione ci affidiamo agli amici dello studio Proclama di Pisa, ci fa piacere mantenere questo tipo di rapporti.

Cosa ne pensi della scena elettronica italiana?

Siamo abbastanza indietro, c’è tanta chiusura nei confronti della sperimentazione. Nel 2008 suonavo la dubstep e mi dicevano che non avrebbe funzionato, poi con diversi anni di ritardo è diventata di gran moda. Ci sono alcune città come Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli dove si vedono cose interessanti. Invidiamo un po’ i francesi, molto attivi dal punto di vista della club culture, e siamo molto orgogliosi di essere stati chiamati a suonare su Rinse FM, la radio che va per la maggiore per la nostra scena.

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Pubblicato il: 2 novembre 2014

Argomenti: Cultura, Pisa

Visto da: 1129 persone

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