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Alla Gamerra il Comando Unico delle Forze Speciali dell’Esercito

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Si è ufficialmente costituito alla caserma Gamerra di Pisa il Comando delle Forze Speciali dell’Esercito, che ha il compito di coordinare l’addestramento delle Forze speciali dell’esercito. A Pisa dunque, e alla Gamerra dove ha già sede il Centro Addestramento Paracadutismo, si accentrano e si rafforzano le attività di formazione e di coordinamento di forze speciali, tradizionalmente impiegate in missioni militari all’estero.

Parliamo del 9° Reggimento d’assalto “Col Moschin” di stanza a Livorno, del 185° Reggimento Ricognizione Acquisizione Obiettivi “Folgore” di Livorno, del  28° Reggimento Comunicazioni Operative “Pavia” di Pesaro e il 4° Reggimento Alpini Paracadutisti “Rangers”, reparti speciali dell’esercito italiano con compiti come quelli di incursione, acquisizione degli obbiettivi e comunicazioni operative.

Per la costituzione del nuovo comando oggi la cerimonia alla caserma della Gamerra, a cui hanno preso parte anche il Segretario Generale/Direttore Nazionale degli Armamenti, Generale di Corpo d’Armata Enzo Stefanini, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano.

GEN.GRAZIANO- RASSEGNA DEI REPARTI“In questo momento di trasformazione della Forza Armata – ha dichiarato il Capo di Stato maggiore dell’esercito Generale Graziano – la costituzione di questo nuovo comando avviene per ragioni economiche, per il mutamento degli scenari internazionali e per garantire una maggiore efficacia delle forze”.
Un comando unico per l’addestramento e l’approntamento delle Forze Speciali e delle Forze per Operazioni Speciali che per il generale Claudio Graziano rappresenta “una scelta strategica che permette all’Italia di predisporre al meglio una componente che si è dimostrata fondamentale in tutte le missioni internazionali. E che consentirà  una maggiore e più stretta collaborazione con le Forze convenzionali nazionali ed internazionali”.

Sul fronte internazionale il generale Graziano, reduce da un incontro fra tutti i Capi di Stato maggiore dell’esercito dell’Unione Europea e dei paesi Nato, parla di uno scenario che ripropone la situazione creatasi dopo la caduta del muro di un Berlino: “Un mondo sempre più asimmetrico in cui le minacce provengono dal terrorismo internazionale. Uno scenario che vede nella Siria e nell’Iraq due teatri da seguire con attenzione”. Da qui “l’esigenza di dissuasione” espressa dall’Unione Europea e dalla Nato.

Una scelta dunque quella di creare un comando unico che, inserendosi nella riforma dello strumento militare, risponde ad esigenze di razionalizzazione anche economiche e che si inserisce in un generale riassetto delle risorse. E se sul forte della riorganizzazione dell’esercito c’è ancora spazio per snellire e ottimizzare, sul fronte del bilancio di esercizio il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito dice: “Non si può ulteriormente procedere a tagli. Dobbiamo preservare la parte più delicata  ed essere in grado di mantenere la sicurezza dei nostri uomini”. Nessun taglio dunque, per il Generale Graziano, è più possibile sul fronte degli equipaggiamenti e del personale, formazione inclusa.

Nella formazione avrà un ruolo chiave il COMFOSE (Comando Forze Speciali dell’Esercito), in collaborazione con la Gamerra di Pisa. Compito del nuovo comando, unico nel suo genere, sarà infatti quello di coordinare le esigenze dei reparti dipendenti in materia di reclutamento e formazione, organizzare l’addestramento, ricercare e individuare i materiali peculiari per l’assolvimento dei compiti assegnati. L’obbiettivo è quello di armonizzare l’addestramento in modo da consegnare al comando interforze per operazioni speciali un gruppo già in grado di operare insieme in operazioni di interforze.

zanelliA comandare il Comando Forze Speciali dell’Esercito il Generale Nicola Zanelli, classe 1963, alle spalle una carriera in vari reparti delle forze speciali.
Il Comandante del COMFOSE ha partecipato negli anni a operazioni militari, sia come ufficiale alla formazione che come addetto alle operazioni di incursione, in Kurdistan (1991) e in Somalia (1992, 1993, 194), in Uganda, in Bosnia Erzegovina e in Iraq. E diverse sono le medaglie al valore che gli sono state conferite.

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