MENU

Leon Weckstein, il soldato che salvò la Torre di Pisa

bombe

È diventato famoso come l’uomo che salvò la Torre di Pisa, ma nell’estate del 1944 Leon Weckstein era solamente uno dei migliaia di soldati statunitensi sbarcati in Italia per combattere i tedeschi. La sua storia l’ha raccontata in un libro, Trough my eyes, 91st Infantry Division in the Italian Campaign, pubblicato dall’americana Hellgate Press nel 1999. In occasione del 70esimo anniversario della Liberazione della città, la sera del 2 settembre al Bastione Sangallo l’attore Federico Guerri dell’Arsenale delle apparizioni reciterà alcuni brani di un suo racconto inedito tratto dal libro.

Ci sono voluti più di 50 anni perché le vicende di quei torridi giorni che segnarono il destino della torre più famosa del mondo venissero a galla. Nella primavera del 1997 la stampa locale riportò la storia di Dean Keller, uno dei primi ufficiali Usa ad entrare in città, che per primo rese noto il grosso rischio che corse il campanile. A conferma di queste dichiarazioni, pochi giorni dopo arrivarono le parole di Leon Weckstein, raccolte poi nel libro mai pubblicato in Italia. Secondo la sua versione, a salvare la torre fu l’esitazione nel trasmettere l’ordine di aprire il fuoco.

This is Able George One. Fire“. Queste le parole in codice con le quali il giovane sergente, incaricato di avvicinarsi il più possibile alla torre insieme ad un telegrafista per verificare – ed eventualmente comunicare – la presenza di soldati tedeschi appostati sul campanile, avrebbe potuto scatenare il fuoco alleato sul monumento della piazza dei Miracoli. La wehrmacht, dopo aver difeso per alcuni mesi il fronte sull’Arno, batte in ritirata. Ma per gli alleati l’ingresso in città non è semplice, i tedeschi continuano a colpire con estrema precisione.

Secondo i comandi alleati a rendere così precisa l’artiglieria nemica è un punto di osservazione privilegiato, costituito proprio dal campanile considerato fino ad allora off limits. Per questo Weckstein resta incollato per alcune interminabili ore al suo cannocchiale, alla ricerca di un segno che confermi la presenza del nemico. Ad attendere l’ordine di far fuoco ci sono diverse batterie da 105 e 155 ed un cacciatorpediniere con cannoni da 6 pollici.

Come la stragrande maggioranza dei suoi commilitoni, Weckstein in quel momento non ha la minima idea di cosa sia la Torre di Pisa. I comandi alleati sanno che l’obiettivo è quello di risparmiare i monumenti storici, a Monte Cassino però hanno già dimostrato di poter tranquillamente derogare da questo precetto. L’ordine però non arriva e una selva di proiettili tedeschi costringe i due militari statunitensi alla ritirata. La torre resta in piedi e 50 anni dopo Leon Weckstein potrà raccontare di come l’ha salvata.

Weckstein fu invitato dalla Marina militare a mangiare carote per 6 mesi e poi ripresentarsi

In Trough my eyes l’ex sergente dell’esercito Usa spiega nei dettagli cosa vide nel visore del suo cannocchiale mentre teneva d’occhio la torre pendente. Lo splendore del marmo bianco e l’effetto ottico provocato dal grande calore di quella giornata distorcono le immagini del campanile e fanno esitare il soldato. Più prosaicamente, a trarre in inganno Weckstein potrebbe essere stata una vista non propriamente perfetta. Lui stesso ha dichiarato al Guardian nel 2000 che la Marina militare lo aveva scartato nel 1942 invitandolo a mangiare carote per 6 mesi e ripresentarsi in seguito. Poi non andò così e ad arruolarlo fu la fanteria. Fortunatamente per la Torre?

Nel corso della serata saranno proiettate anche le immagini di Bomba libera Pisa, realizzate dall’associazione Acquario della memoria.

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 2 settembre 2014

Argomenti: Cultura, Eventi, Pisa

Visto da: 3390 persone

, , , ,

Post relativi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.