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Polizia Municipale, spray urticante nella nuova bozza di regolamento

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“Intorno al nuovo regolamento di Polizia Municipale è necessario si sviluppi un dibattito il più ampio possibile, senza fretta di procedere all’approvazione in tempi serrati”. Così Una città in comune, Rifondazione Comunista e Un ponte per… mettono le mani avanti davanti alla bozza di regolamento che il 3 settembre verrà presentata in quarta commissione consiliare.

Una bozza che attirato l’attenzione delle associazioni cittadine impegnate nella difesa dei diritti umani e la promozione di una cultura di pace.

A lasciare perplesse le due forze politiche e Un ponte per.. sono soprattutto gli aspetti legati alle dotazioni e alla formazione degli agenti, a cui si connette strettamente le funzioni di polizia giudiziaria che in alcuni casi il corpo è chiamato a svolgere, così come la crescete multiculturalità della nostra società e i conflitti creati dalla risi economica.

La dotazione

La bozza del nuovo regolamento prevede fra gli altri che gli agenti siano dotati di spray irritante, insieme a manganello e pistola d’ordinanza. Ad essere enfatizzate spiega il consigliere comunale Ciccio Auletta sono “le funzioni di Pubblica Sicurezza e di Polizia Giudiziaria, che per la Polizia Municipale dovrebbero essere soltanto ausiliarie, relegando quasi in secondo piano le funzioni amministrative e di controllo che sono specifico compito della Polizia Municipale”.

“Questa enfasi sulle funzioni di sicurezza – prosegue il consigliere comunale – porta in automatico a ribadire che la Polizia Municipale deve portare le armi in ogni momento del servizio, qualunque sia il servizio che stia compiendo: una necessità che non è affatto contemplata dalla legge nazionale, ma è invece una scelta precisa dei singoli comuni”.

La proposta dunque, sostenuta a livello nazionale anche dalla rete delle Città in comune, è che si distinguano i servizi per i quali è necessario essere dotati di arma (ad esempio il pattugliamento notturno in zone sensibili), escludendone la dotazione per servizi come gli accertamenti di regolarità amministrativa negli esercizi pubblici, ad esempio.

“Continuiamo a credere – dice Auletta – che molti dei compiti specifici di controllo e intervento tipici di una polizia ‘di vicinanza’ ,come quella locale dovrebbe essere e storicamente è stata, non necessitino di armi”.

La formazione

L’associazione Un ponte per…, spiega la sua presidente nazionale Martina Pignati Morano “sta dialogando con altre amministrazioni d’Italia per lanciare percorsi di formazione alle forze dell’ordine sulla gestione costruttiva e nonviolenta dei conflitti, che ha suscitato l’attenzione di alcuni senatori e della presidente della Camera Laura Boldrini”.

Un formazione ritenuta indispensabile in una situazione di crisi in cui il conflitto sociale tende ad acuirsi. E che allo stesso può e dovrebbe essere arricchita con quella alla multiculturalità e alla differenza di genere.

Proprio in virtù dei compiti di polizia giudiziaria che vengono attribuiti al corpo di Polizia Municipale, prosegue Martina Pignatti “indispensabile diventa anche una formazione sul codice penale, a tutela non solo dell’eventuale fermato, ma dell’operatore stesso che potrebbe commettere inconsapevolmente illegittimità destinate a costituire un boomerang”.

La richiesta dunque che proviene da Una città in comune, Rifondazione comunista e Un ponte per.. è quella di inserire nel nuovo regolamento comunale specifici percorsi formativi, di ridurre i casi in cui sia prevista una dotazione “offensiva”, per interrompere un “processo di militarizzazione del corpo”. E anche, non secondariamente, di riportare al centro dell’attività di Polizia Municipale i compiti di polizia amministrativa e di controllo, come il controllo del lavoro nero, della regolarità dei cantieri e degli esercizi.

“Data la centralità dell’operato della Polizia Municipale – concludono – per la città pensiamo che il nuovo regolamento non debba essere considerato come una semplice questione tecnica. Crediamo infatti che, anche per i suoi contenuti, rivesta una dimensione politica e sia perciò oggetto di interesse per l’intera comunità. Per questo motivo riteniamo che prima della sua approvazione sia necessario un ampio dibattito pubblico, che coinvolga cittadini, associazioni e forze sindacali”.

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