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Le Tute, elogio del lavativo

©LeTute

 foto ©LeTute  

“Tutto è nato perché un giorno non sapevo cosa fare, allora ho chiamato Dario per dirgli di venire a suonare alla sala prove di Ospedaletto. Volevamo fare qualcosa di costruttivo invece che continuare a perdere le nostre giornate”. Quando un’intervista comincia così capisci subito che ci sarà da divertirsi, e così è stato. Davide Barbafiera, Barba (o Fiera) per gli amici, e Dario Ramazzotti ci hanno raccontato la storia di un progetto nato per caso e finito tra i dischi del giorno di Rockit. Si chiamano Le Tute, fanno cover minimaliste con chitarra acustica, tastiere e drum machine che evocano atmosfere lounge, da cocktail in riva al mare per intenderci. “Atmosfere balneari ma tristi” come tengono a precisare, “più che Ibiza Tirrenia d’inverno, un cocktail party al bagno Lido chiuso e deserto”.  

 

 

Per restituire queste sensazioni i due tuta-muniti si affidano alla chitarra ed alla voce di Dario. Davide suona la drum machine, si occupa dell’aspetto tecnico legato al suono e ci mette anche la voce quando servono tonalità più basse. Hanno rifatto pezzi di David Bowie, degli Smiths, dei Doors, dei Beatles. Tutto è cominciato proprio dagli scarafaggi più famosi del mondo. “Abbiamo registrato I Feel Fine con l’iPhone” se la ride il Barba, “risentendola a casa abbiamo deciso di caricarla su Soundcloud così per ridere, anche perché sinceramente faceva un po’ schifo”.

La scelta di fare cover può sembrare la più semplice, l’elogio del lavativo non è casuale. Dietro però c’è un ragionamento, “ci siamo accorti che per fare una cover devi necessariamente capire come è strutturata una canzone” dicono Le Tute, “capire come è stata usata la voce, provare a rifare gli arrangiamenti individuando le parti essenziali che poi sono l’anima del pezzo. Naturalmente dobbiamo semplificare tutto al massimo, visto che siamo solo in due e molte cose non riusciamo a riprodurle. In ogni caso cerchiamo sempre di enfatizzare l’aspetto melodico”.

 

 

A coinvolgere Dario nel progetto Tute è stato il Barba, che da qualche anno si dà da fare con la musica elettronica. Con Simone Bettini, altro pisano espatriato a Berlino, suona il campionatore e le tastiere nei VIVA, cantato in inglese, sonorità blues, campionamenti elettronici e atmosfere oscure. Collabora da tempo anche con Nicola Ficeli – “al momento siamo fermi perché ci è venuto a mancare il fondo dove producevamo” – prima come Pornorockerz, poi come Z99 e Fiera & Macello. I due portano avanti anche la O’Clock Records, casa che produce dischi techno e house.

Se per le sonorità ci siamo capiti, resta da spiegare il nome. “Era un po’ di tempo che questa parola mi girava in testa” racconta il Barba, “il concetto fondamentale è che tutti noi uomini abbiamo un ‘tutone’ casalingo, quello che ti metti per stare comodo tanto non ti vede nessuno”. Da una parte c’è l’omaggio alla figura del lavativo, dall’altra la tuta è il simbolo di una condizione di comodità assoluta, del trovarsi in un ambiente nel quale non sei soggetto alle critiche del mondo esterno. In tuta nessuno ti può giudicare. “Ci piaceva anche evocare il fatto che si tratta di un progetto casalingo, nato senza nemmeno l’idea di proporlo dal vivo”.

Quello delle Tute però potrebbe non essere un progetto destinato a restare su Soundcloud e affini. “È difficile portare una cosa del genere su di un palco” ammettono i due pisani, “ma abbiamo ricevuto qualche richiesta. Dobbiamo solo capire come: in due per un live ultra minimal oppure chiamare un quartetto d’archi, il coro, i fiati e personaggi a caso che animino il palco, una cosa totalmente diversa da tutto quello che uno potrebbe immaginarsi”. Ne vedremo delle belle?

 

 

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Pubblicato il: 18 agosto 2014

Argomenti: Cultura, Pisa

Visto da: 2752 persone

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