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“La Giornata della solidarietà, iniziativa conflittuale”

giornata

Sulla Giornata della Solidarietà, l’iniziativa che coinvolge le scuole organizzata dall’Associazione Nicola Ciardelli Onlus, si esprime criticamente la lista civica Una città in Comune, con un intervento che pubblichiamo di seguito.

Anche quest’anno l’amministrazione comunale annuncia con orgoglio la riproposizione alle scuole della “Giornata della Solidarietà”.  Un orgoglio a nostro parere assolutamente malriposto: nonostante i roboanti annunci sul numero dei partecipanti, noi sappiamo benissimo qual è la realtà sottostante. Una realtà in cui scuole e classi si dividono, a volte con discussioni anche aspre, sull’opportunità della partecipazione all’iniziativa, visto il ruolo svolto in essa dalla Brigata Folgore delle Forze Armate.

Questo purtroppo è uno scenario inevitabile quando si insiste a proporre per anni di seguito un’iniziativa per sua natura conflittuale, ignorando i ripetuti inviti a modificare una modalità che di fatto cerca di obbligare genitori e alunni alla partecipazione. La manifestazione viene infatti imposta in orario scolastico invece che – come richiesto a lungo da più parti – proposta in una giornata festiva o in orario extrascolastico, in modo che ognuno possa liberamente decidere se partecipare con i propri figli oppure no.

In un momento difficile per la vita nazionale e in cui  guerre e crisi internazionali si propongono drammaticamente alla nostra attenzione (dalla Siria all’Afghanistan, dall’Iraq non ancora pacificato alla crisi Ucraina e alle guerre che continuano a mietere vittime nel continente africano) i bambini e i ragazzi della città di Pisa vengono ancora portati in gita in una situazione fortemente militarizzata, in cui si continua ad accostare acriticamente le Forze Armate e lo strumento militare con il concetto di solidarietà e il clima festoso di un’uscita di classe.

È vero che la “Giornata” – in seguito alle numerose proteste  dei primi anni – non si svolge più all’interno della caserma Gamerra, ma è purtroppo vero che il momento culminante della mattinata  si svolge sul Ponte di Mezzo, chiuso e presidiato da mezzi militari, con il lancio acrobatico dei paracadutisti della Folgore. Uno spettacolo senza dubbio di grande effetto ma che proprio per questo rischia di essere l’unica cosa ricordata dai bambini, soprattutto quelli più piccoli.

Inoltre il percorso sulla Costituzione in cui le classi vengono coinvolte nella mattinata mostra anche quest’anno una caratteristica particolare: l’articolo 11 della Costituzione -dato per disperso dal programma dello scorso anno-  quest’anno ricompare, ma non da solo.  I bambini infatti impareranno che il ripudio della guerra, profeticamente proclamato nei principi fondamentali della Costituzione Italiana, va di pari passo con il  sacro dovere di difesa della Patria, affermato nell’articolo 52.  È un accostamento che rivela – forse involontariamente- la complessità dell’argomento che si affronta in modo implicito durante la “Giornata”: complessità che merita un approccio ben più critico e consapevole di quello che si può ottenere con una gita fatta anche per bambini di scuole dell’infanzia e primarie.

Ripetiamo quello che abbiamo già detto altre volte, ma è una questione troppo importante per lasciarla cadere. Le bambine e i bambini delle scuole pisane hanno diritto a un altro modo di imparare cosa sono la Costituzione e la solidarietà. I genitori hanno diritto di scegliere liberamente se mandare i propri figli a un’iniziativa così controversa, senza doversi preoccupare di tenerli a casa in un giorno lavorativo. Pisa merita una politica che faccia vere scelte di pace.

Foto tratta da Pisanotizie.it

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Pubblicato il: 28 aprile 2014

Argomenti: Pisa, Politica, Scuola-Università, Sociale

Visto da: 963 persone

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Una risposta a: “La Giornata della solidarietà, iniziativa conflittuale”

  1. avatar paola scrive:

    concordo pienamente con il contenuto dell’intervento.
    sono uno di quei genitori che ogni anno ha dovuto combattere, scrivere, discutere, decidere su questa iniziativa, chiedendo solo pari diritti e possibilità di scegliere liberamente se aderire o no ad una occasione che tocca sensibilità così particolari e delicate.
    LA SCUOLA PUBBLICAE’ DI TUTTI E PER TUTTI, si devono fare scelte di tutti e per tutti (a questo deroga anche l’insegnamento della religione cattolica….), IL RESTO SI FA NEL PROPRIO SPAZIO E NEL PROPRIO TEMPO PRIVATO, NEL QUALE SI è LIBERI DI SCEGLIERE L’IMPOSTAZIONE DELL’EDUCAZIONE PER LA PROPRIA FAMIGLIA.
    Finalmente quest’anno non avrò questa ansia….mio figlio va alle superiori!!!!!

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