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15 anni di antagonismo a Pisa. Ecco il Newroz

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Il Newroz compie 15 anni. Un compleanno importante per lo storico centro sociale di via Garibaldi, che prende il nome dalla primavera curda che cade appunto oggi. Per quelli che sono arrivati a Pisa da poco, per quelli che ci sono nati o ci vivono da una vita, la storia del Newroz merita di essere ripercorsa. Non è scontato che un luogo di elaborazione e pratica politica, in particolare di area antagonista, riesca a vivere così a lungo radicandosi in città al punto da essere considerato parte integrante di essa, nonostante i conflitti, le incomprensioni e il carattere burrascoso che lo ha sempre connotato e che loro rivendicano con serenità.

La storia comincia nel più classico dei modi: “C’era una volta il Macchia Nera“, “il” centro sociale pisano lungo le Piagge, dove ora c’è la Biblioteca comunale. Il seguito ce lo racconta Marta Calamia, una delle voci della prima ora, tuttora attiva nel movimento.

“Nel maggio 97, il primo nucleo occupante del Macchia Nera decide di uscire a causa di difficoltà di gestione del centro”, spiega. “In quel periodo si erano già strutturati alcuni collettivi che lavoravano su temi specifici: casa, migranti, lavoro, con i primi embrioni dei Cobas. Questo nucleo prende il nome di Collettivi per l’autorganizzazione sociale, esce appunto dal Macchia e occupa alcune case in via Bonaini e in via Battisti, poi avvia un lungo percorso di occupazioni temporanee molto corposo: un posto diverso al mese fino alla fine del ’98”.

Un anno e mezzo che si articola lungo 12-13 occupazioni temporanee di aree abbandonate della città, “da via di Quarantola al quartiere di San Martino, a quella che oggi è la Leopolda, la ex Piaggio e così via. Come risposta a questa lotta serrata, che in un anno e mezzo vede 23 persone processate per centinaia di capi di imputazione, il comune di Pisa decide, nel novembre del ’98, di procedere all’assegnazione di uno spazio a quel nucleo antagonista. Il Newroz apre davvero agli inizi del ’99, e una delle prime iniziative è il Carnevale con i bambini”.

A quel punto il lavoro dei collettivi non si limita più alla gestione del luogo fisico del centro sociale, ma si espande nelle lotte che riguardano la gestione del territorio, riprendendo tutti i temi dell’azione politica già presenti al Macchia Nera e ampliandoli. “Ecco così che si intensifica l’attività politica sul lavoro – dice ancora Marta – e vengono a strutturarsi maggiormente i Cobas che accolgono molti compagni al loro interno. Ma si affronta anche il tema della città nella sua complessità”.

Nel ’99 è il collettivo dei migranti ad essere maggiormente impegnato: “Sono anni intensi perché oltre all’immigrazione senegalese e alle conseguenze del Decreto Dini, c’è stato anche l’arrivo degli albanesi. Ci trovammo molto coinvolti in questa dinamica, tanto che Pisa è stato l’unico posto in cui non sono stati rimpatriati perché una vera e propria difesa fisica impedì alla polizia di entrare nei campi”.

Pratiche che si confrontano con il resto della città secondo la logica antagonista: “La relazione con le istituzioni era più fluida, in un certo senso c’era più capacità di ascolto. Ma abbiamo sempre pensato la lotta politica debba essere gestita attraverso i rapporti di forza, alzando il livello del conflitto per avere più margini di trattativa. E il Newroz in tutti questi anni ha continuato in questa direzione, affermandosi come contenitore di una pluralità di collettivi”.

Poi arriva il 2000, “esplode il movimento di Seattle, c’è un’intensa campagna contro gli Ogm, e il Newroz sta dentro sia al movimento “Resistenza globale” di Genova che al Pisa Social Forum. Nel mezzo c’è il G8, l’esplosione della seconda guerra nel Golfo e tutto quello che questa guerra ha rappresentato, anche per la sovraesposizione di Pisa, da cui passava un intenso traffico di armi. Non era facile raccogliere la mobilitazione a partire da una città come la nostra, ma furono comunque migliaia i cittadini che si attivarono contro la guerra”.

Il Newroz intanto consolida la sua presenza in città attraverso le sue pratiche di autorganizzazione: “Uno dei aspetti fondamentali della nostra azione politica è il meccanismo della riproducibilità delle pratiche. A partire dalle occupazioni delle case, che vengono percepite come soluzioni possibili e praticabili anche dai quartieri di periferia, senza particolari strutture alle spalle, ma anzi come azioni che possono partire spontaneamente. Alle occupazioni delle case si è unito anche il percorso sugli spazi universitari e sulle esigenze abitative degli studenti: ecco quindi l’apertura di via San Lorenzo, l’ex Enel, la Mattonaia”.

Parallelamente a questi temi vengono portate avanti altri riflessioni tipiche del movimento: l’antifascismo, l’antirazzismo. “E con questi il tentativo di unire tutto ciò che ha a che fare con i diritti, alla casa, al non essere cacciati fuori da un paese solo per mancanza di documenti, al diritto ad un lavoro dignitoso”. Il Newroz è diventato un punto di riferimento, sulla lotta per la casa in particolare: circa 6 anni fa si è strutturato infatti il Progetto Prendocasa, collettivo interno al Newroz che ha portato avanti una lunga stagione, ancora attiva, di difesa del diritto alla casa, anche se, specifica Marta, “negli ultimi anni, dalle pratiche delle occupazioni ci si è concentrati maggiormente sulla difesa dagli sfratti, che sono di fatto l’emergenza figlia dell’attuale contesto storico”.

Le generazioni, infine. Gli occupanti del Macchia Nera di ieri sono i padri e le madri degli attuali militanti di oggi: “Alle generazioni anagrafiche si sono mescolate le diverse generazioni politiche, in un meticciato che consideriamo un punto di forza e di ricchezza”. Oggi il Newroz non teme per il suo futuro. Anche se lungo le mura prende corpo il Progetto Piuss sul percorso turistico, lo spazio antagonista non sembra essere toccato, per ora, da cambiamenti di sorta. “È un luogo difficilmente eliminabile dalla città”, chiude Marta.

15 anni raccontati in poche righe non sono certo una storia esaustiva. Ulteriore curiosità non solo è legittima, ma potrà anche essere soddisfatta facilmente: oggi infatti, alle 18:30 ci sarà un incontro dedicato alla storia degli spazi sociali a Pisa. Il resto del programma per il compleanno lo trovate qui. Tanti auguri Newroz!

Foto tratta da unacittaincomune.it

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Pubblicato il: 21 marzo 2014

Argomenti: Pisa, Politica, Sociale

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