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InQuadriamo il diritto Contratti porta a porta: cinque regole per non sbagliare

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Cari Lettori,
la scorsa settimana, con InQuadriamo il diritto, abbiamo visto quali sono le differenze principali tra il mercato libero ed il mercato tutelato di gas ed energia (chi si fosse perso l’appuntamento e volesse rimettersi in pari trova qui l’articolo). Oggi non ci allontaniamo più di tanto dal tema, e vediamo insieme a che cosa bisogna fare davvero attenzione quando ci viene proposto di stipulare un contratto di fornitura di acqua, luce, gas e telefono con il metodo del “porta a porta”.

Innanzitutto, occorre ricordare una prima regola fondamentale che troppo spesso si dimentica: non avete il dovere di aprire la porta a nessun incaricato di acqua, luce gas e telefono (a meno che – è ovvio – non lo abbiate chiamato voi!). Può capitare, ad esempio, che alcuni ritengano di dover aprire la porta all’incaricato di turno, nell’erronea convinzione di dovergli mostrare le bollette per un non meglio identificato “controllo sui consumi” o una non meglio precisata “comunicazione sulla bolletta”. Assolutamente no. I controlli sui consumi non si fanno leggendo una bolletta (anche perché – ragionate – le bollette vi vengono spedite a casa dalle società che forniscono acqua, luce, gas e telefono: che senso avrebbe, per queste società, inviare a casa vostra degli addetti alla “lettura della bolletta”?!). I controlli sui consumi si fanno, semmai, leggendo il contatore, ma a quel punto è sufficiente che mostriate all’addetto di turno il posto dove è collocato il contatore (di solito nell’ingresso del palazzo, sul pianerottolo, nel cortile ecc.), non serve certo farlo entrare in casa e fargli leggere la vostra bolletta! Nessuno, quindi, può chiedere (e tantomeno pretendere!) di entrare in casa vostra per avere simili informazioni. Lo stesso vale per le “comunicazioni sulla bolletta”: state tranquilli che, se il vostro fornitore deve farvi delle comunicazioni, ve le fa per scritto, inviandovi un’apposita lettera (magari raccomandata) e non certo mandandovi a casa degli addetti alle “comunicazioni sulla bolletta”!

Seconda regola. Se decidete di stipulare un contratto di fornitura “porta a porta”, fate sempre attenzione alle tariffe reali che vi vengono proposte. Spesso le offerte sono molto buone all’inizio, ma magari durano per pochi mesi (sei mesi, un anno, due anni). Controllate bene quali sono i prezzi che vi verranno applicati una volta scadute le offerte, perché questi talvolta aumentano vertiginosamente non appena si eliminano sconti e promozioni.

Terza regola. Valutate bene qual è l’offerta più vantaggiosa per voi. Se lavorate fuori casa tutto il giorno, e riuscite a fare le faccende di casa solo la sera dopo cena o nei week-end, probabilmente per voi sarà del tutto inutile un’offerta che propone sconti per chi usa l’elettricità dalle dieci del mattino alle otto di sera. Viceversa, se siete abituati a sbrigare le faccende domestiche ogni mattina (perché magari entrate a lavoro solo dopo la pausa pranzo), saranno per voi assolutamente insignificanti gli sconti sulla bolletta per chi usa l’acqua dalle otto di sera alle otto del mattino. Insomma, valutate con attenzione le vostre abitudini e le vostre necessità, e decidete prima di tutto sulla base di quelle.

Quarta regola. Attenzione a cosa firmate. Quando si sottoscrive un nuovo contratto di fornitura di energia elettrica, acqua, gas e telefono i fogli che vi vengono consegnati sono tanti, e contengono una quantità enorme di clausole. Magari le firme che vi vengono chieste sono solo un paio, ma i documenti che vi vengono consegnati o mostrati sono molti di più. Prendetevi tutto il vostro tempo e leggete tutto, dall’inizio alla fine, senza tralasciare neppure una frase. Se non capite bene qualche frase o qualche previsione contrattuale non firmate. Chiedete che vi venga lasciata in visione tutta la documentazione contrattuale e che vi sia data la possibilità di consultarvi con familiari, parenti o amici. Non fatevi mettere fretta, avete tutto il diritto di leggere e, soprattutto, di comprendere ogni singola parola di ciò che dovete firmare.

Quinta e ultima regola. Se, una volta tornati nel tranquillo della vostra intimità casalinga, rileggete con calma il contratto (o lo fate leggere a qualcuno magari un po’ più esperto di voi!) e vi rendete conto di aver firmato qualcosa che, in realtà, non volevate firmare, niente panico. Non è successo nulla di grave né di irreparabile. Il rimedio esiste e si chiama “diritto di recesso” (ne abbiamo già parlato qualche tempo fa qui). Dal 13 giugno 2014 (quindi, tra appena due giorni!) avrete a disposizione 14 giorni (che decorrono dalla data in cui avete firmato il contratto) per esercitare il diritto di recesso (fino ad oggi il termine era, invece, di soli 10 giorni). Siete quindi sempre in tempo per rimediare. Armatevi di carta e penna e inviate una raccomandata A/R alla sede legale della società con la quale avete incautamente stipulato il nuovo contratto, e scrivete chiaramente di voler recedere dal contratto (mi raccomando: abbiate cura di indicare tutti i vostri dati anagrafici e tutti i dati relativi al contratto come, ad esempio, codice cliente, codice contratto, data del contratto, ubicazione della fornitura ecc.). Poche cose sono davvero irreparabili nella vita e, per fortuna, la firma di un contratto di fornitura non è tra queste!

Vi aspetto alla prossima!
Francesca Bonaccorsi

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Pubblicato il: 11 giugno 2014

Argomenti: InQuadriamo il diritto, Quaderni

Visto da: 1016 persone

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