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La Regione ora vuole vendere solo le quote di SAT

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La terza delibera in meno di due settimane. La giunta regionale continua a cambiare le direzioni di marcia sulla fusione degli scali di Pisa e Firenze, decidendo ora di vendere solo le quote di SAT e mantenere quelle di AdF.

All’approvazione dell’atto però mancano all’appello due assessori che così prendono le distanze dal resto della giunta: l’assessore all’urbanistica Anna Marson e quella alla cultura Anna Nocentini. Mentre da Pisa il senso di smarrimento è sempre più diffuso, il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, continua a farsi scudo del parere emesso dalla società Moores Rowland Bompani, incaricata di emettere un parere sul prezzo d’opa, che lo ha ritenuto non congruo.

Con la nuova delibera, afferma la Regione in una nota, “la Giunta, se il Consiglio regionale approverà questa proposta, viene autorizzata a una eventuale vendita delle azioni detenute, in tutto o in parte, anche tramite l’eventuale adesione all’Offerta pubblica di acquisto avente ad oggetto azioni della società SAT spa, mantenendo l’attuale quota societaria detenuta nella società AdF spa”.

La Regione motiva quindi così l’ennesimo cambio di scena, che dovrà essere sottoposto al voto del consiglio regionale: “La delibera trova la sua natura nel recente lancio delle due Opa (Offerte pubbliche di acquisto) sui due aeroporti: un nuovo scenario che ha indotto la Regione a valutare se l’ipotesi di vendita delle azioni possa essere utile a rafforzare l’obiettivo principale, ovvero l’integrazione del sistema aeroportuale toscano per qualificare e sviluppare entrambi gli aeroporti”.

Le quote oggi detenute dalla Regione Toscana sono del 16,899% per la società dell’aeroporto Galilei (Pisa) e del 5,008% per quella che gestisce il Vespucci (Firenze). Nella delibera vengono poi elencate le tre indicazioni cui la Giunta dovrà attenersi per le determinazioni ai fini dell’eventuale vendita: congruità del prezzo; perseguimento dell’obiettivo (la integrazione fra i due scali); vincoli derivanti dal Patto parasociale vigente e dall’accordo sul sistema aeroportuale toscano sottoscritto nel febbraio 2013.

Duro il commento di Filippeschi: “Il testo della nuova delibera della Giunta Regionale non lo conosco. Ancora una volta, niente è stato concordato con i soci del Patto. La delibera non era all’ordine del giorno di oggi e dunque non si capisce bene quale sia l’iter di decisioni così rilevanti, di portata strategica. Valuterò compiutamente quando potrò leggere il testo. Intanto rilevo che si tratta della terza delibera in tre settimane”.

“È il segno di una situazione confusa – dice ancora – nel delicatissimo contesto di offerte pubbliche di acquisto. Anche questo consiglierebbe di accettare le proposte di confronto, di tenere unito il Patto dei soci pubblici che governa SAT e di non prendere decisioni affrettate e non condivise”.

“Stamani (ieri, ndr), in una partecipata riunione con le principali istituzioni cittadine, abbiamo riportato e ascoltato molte e giustificatissime preoccupazioni – ha proseguito il primo cittadino -. Di certo non basta a tranquillizzare l’annuncio del mantenimento della quota della Regione in AdF. Poiché può essere anche funzionale ad un rafforzamento del patto parasociale fra Corporacion America Italia e So.G.Im, che non raggiunge il 51 per cento delle azioni e che ha bisogno di rinforzi che possano provenire anche da altri soci pubblici. Soci pubblici che comunque devono anche assicurare il mantenimento del 20 per cento previsto”.

“Un nuovo patto parasociale in AdF, dunque, che, contraddittoriamente, si è prima proposto poi negato ai soci pubblici di SAT. Mentre ora per SAT e solo per SAT il privato persegue il raggiungimento della maggioranza, forse con lo scopo di sterilizzare la società dalla possibilità di assumere iniziative che contrastino la competizione negativa, quale quella di un Master Plan di AdF che prevede una pista di volo lunga 2400 metri. Per rassicurare ci vogliono chiarezza e tempo e ci vuole anche da parte di Corporacion America Italia una precisa rinuncia alla sfida competitiva, che è il contrario dell’integrazione che soci pubblici e fondazioni, con la Regione, avevamo deciso di perseguire”.

Nella foto la Sala Pegaso – Palazzo Strozzi Sacrati, sala della giunta regionale

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Pubblicato il: 20 maggio 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Mobilità, Pisa, Politica

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