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PaginaQulo Math te che musica ascolti?

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Primavera, gente in giro, facce nuove qualche volta, le domande, invece, sempre quelle.

-Che musica ascolti?

-Negli ultimi mesi ascolto molto math rock.

-Tanto rock cosa?

-Math rock.

-E cos’è?

-Math, matematico. Rock matematico.

-Sarebbe?

-Sarebbe una cosa che se fai uno stacco in sette ottavi e lo ripeti cinque volte e poi fai tre battute di tre quarti e una in cinque quarti, o sei un jazzista o suoni math rock, le due cose non si escludono, ma si guardano con una certa diffidenza. Però potresti essere anche un sopravvissuto del rock progressivo. E poi sai, ormai ci sono canzoni che in tre minuti esplorano tre o quattro generi. Oltre a questo fenomeno, c’è anche una frequente ritrosia dei musicisti a parlare, con un po’ di utile semplicismo per le masse ignoranti, del genere che suonano. E allora vai di tropical tecnovalzer  o blues cubista, o ancora quelli che descrivono la loro musica come fosse un cocktail di gran classe: un quinto di garage-rock australiano, un quinto di country delle montagne rocciose, un quinto di no-wave, un quinto di teppismo anni sessanta e un quinto da decidere serata per serata, una maniera come un’altra per sentirsi interessanti, diversi. Così però si rischia di allontanare chi la musica l’ascolta senza troppo specializzarsi in questo o quel genere, quelli che si stupiscono di come si possa ricordare il titolo di dozzine di pezzi, di decine di dischi e tantissimi nomi, quelli un po’ in difficoltà a sezionare generi e tendenze. Sai quella gente, quella gente tipo…

-Tipo me, che di questo math rock non ne ho mai sentito parlare. Non è che mi stai prendendo in giro? Rock e matematica, mah…

-Forse è la definizione che ti prende male. Ma vedrai che qualche volta ti sarà sicuramente capitato di sentire un pezzo con tempi complessi, dissonanze, tendenza al minimalismo e al glacialismo interiore, una spruzzata di indie rock con chitarra spiaggiata.

-Può essere. Ma non lo so. Quali sono i sintomi classici?

-Direi una sensazione come di estraniamento.

-Straniamento o estraniamento?

-E cosa cambia?

-Lo straniamento è interiore e glaciale, l’estraniamento tende più al minimale.

-Mi stai prendendo in giro?

-Per un quinto sì, per un quinto no, per tre quinti non lo so.

Ico Gattai

 

 

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Pubblicato il: 4 aprile 2014

Argomenti: PaginaQulo, Quaderni

Visto da: 1415 persone

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