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InQuadriamo il diritto Una pec ti accorcia la controversia

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Cari lettori,
per questo nuovo appuntamento di InQuadriamo il diritto voglio parlarvi di due strumenti semplici ed economici che, se correttamente utilizzati, possono aiutare a scongiurare liti e lungaggini processuali di varia natura. Mi riferisco, in particolare, alle raccomandate ed alla posta elettronica certificata (o posta pec).

Capita spesso che una persona, in assoluta buona fede, ritenga che per disdire un abbonamento, recedere da un contratto, interrompere la fornitura di un servizio, segnalare un guasto o un difetto sia sufficiente una telefonata o una comunicazione fatta personalmente alla controparte.

Ebbene, se è pur vero che, nella maggior parte dei casi, si può effettivamente disdire un abbonamento, recedere da un contratto, interrompere la fornitura di un servizio o segnalare guasti e difetti senza dover rispettare particolari formalismi, tuttavia, a livello pratico, è sempre fondamentale avere la possibilità di poter provare quando la comunicazione è stata inviata, a chi è stata inviata e dove è stata inviata. E riuscire a dar prova di tutti questi elementi spesso non è facile. Un fatto può essere provato sicuramente in tanti modi, ad esempio mediante testimoni o presunzioni, ma la prova migliore per dimostrare fatti e circostanze è sempre, e senza alcun dubbio, la prova scritta (documenti, lettere, fax ecc.).

Ecco, allora, che, per prevenire ogni possibile contestazione relativa, ad esempio, alla tempestività di una disdetta o di un recesso, è importantissimo utilizzare una forma scritta che dia prova certa di data, luogo e destinatario della comunicazione. In questo senso, si può decidere di inviare la comunicazione tramite raccomandata (mi raccomando, sempre con ricevuta di ritorno!).

In alternativa, i più “tecnologici” possono utilizzare lo strumento della posta elettronica certificata (pec) che, oltretutto, presenta due grandi vantaggi: la comunicazione può essere inviata comodamente dal pc di casa, senza che sia necessario fare la fila presso gli uffici postali, ed ogni invio è totalmente gratuito. La pec altro non è che una e-mail che dà particolari garanzie circa mittente, destinatario, data di spedizione e data di ricezione della comunicazione.

Per poter inviare (1o ricevere) una pec è necessario che mittente e destinatario siano muniti di un valido indirizzo di posta elettronica certificata (ad esempio: tiziopincopallo@pec.it). Chi si vuole dotare di un indirizzo pec può chiederne l’attivazione presso vari enti pubblici e privati, a volte anche in maniera totalmente gratuita: tramite il sito internet governativo https://www.postacertificata.gov.it/home/index.dot è possibile, ad esempio, attivare un indirizzo pec in modo veloce ed assolutamente gratuito.

Decisamente più difficile è scoprire quale sia l’indirizzo pec della nostra controparte, destinataria della comunicazione. Se la nostra controparte è un libero professionista o un’impresa, si può trovare il suo indirizzo pec sul sito internet https://www.inipec.gov.it/cerca-pec. Gli indirizzi pec dei professionisti iscritti agli Albi (avvocati, ingegneri ecc.) si possono, inoltre, trovare sui vari siti degli Ordini territoriali. In tutti gli altri casi, non resta che provare a fare qualche ricerca mirata su internet, o chiedere direttamente alla controparte stessa di fornirci il suo indirizzo pec: ad oggi, infatti, non esiste un elenco nazionale completo di tutti gli indirizzi pec attivi in Italia.

Ricordo lo spot della Telecom di una ventina d’anni fa, nel quale Massimo Lopez, come ultimo desiderio da esprimere prima di essere giustiziato da un plotone di esecuzione, chiedeva di poter fare una telefonata. Lo slogan della pubblicità era “una telefonata ti allunga la vita!”. Ecco, magari è anche vero che una telefonata può allungare la vita, ma a volte, per evitare inutili contestazioni, problemi e complicazioni di varia natura, è meglio usare una raccomandata (o una pec) … una telefonata allunga la vita, ma può rischiare di allungare, inutilmente, anche i tempi di risoluzione di una controversia!

Vi aspetto alla prossima!

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Pubblicato il: 2 aprile 2014

Argomenti: InQuadriamo il diritto, Quaderni

Visto da: 1333 persone

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4 risposte a: InQuadriamo il diritto Una pec ti accorcia la controversia

  1. avatar Carlo Raffaelli scrive:

    Francesca, ha mai provato veramente ad usare la pec con la Pubblica Amministrazione?

  2. avatar illusion scrive:

    sto provando a collegarmi al sito indicato (https://www.postacertificata.gov.it/home/index.dot)
    anche all’indirizzo https://www.postacertificata.gov.it/
    riuscirò a collegarmi prima di Natale 2023?
    Preferivo la Brunetta dei Ricchi e Poveri al Brunetta dei ricchi

  3. avatar Francesca Bonaccorsi scrive:

    In realtà sì, nel mio lavoro tutte le comunicazioni da parte degli Uffici Giudiziari (Tribunali, Corti d’Appello ecc.) sono sempre effettuate tramite pec. Ed ho avuto anche esperienze positive utilizzando la pec con alcune amministrazioni locali. In base alla mia esperienza non posso che essere, almeno per ora, soddisfatta di questo strumento.

  4. avatar Arianna scrive:

    Anche io la utilizzo molto, sia in privato che sul lavoro. E i risultato sono ottimi. Anche perché è come con la raccomandata, se tu hai fatto una comunicazione utilizzando la pec non possono dire di non averla ricevuta e quindi il ritardo è poi imputabile a loro.

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