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L’aeroporto di Firenze vuole la pista lunga, ed è scontro con Rossi

Foto di santacroce-Flickr

Il Consiglio di Amministrazione di AdF ha approvato il Masterplan dell’Aeroporto Amerigo di Vespucci di Firenze per i prossimi 15 anni, ovvero per il periodo 2014-2029. Un Masterplan che ricalca le volontà di Enac e dei soci privati di Adf, che però di fatto rimette in discussione il lungo processo di integrazione fra Pisa e Peretola, cosa che ha fatto infuriare il presidente della Reegione Toscana Enrico Rossi.

Nel documento di Adf sono state inserite sia la nuova pista da 2.400 metri, sia quella da 2.000, fortemente voluta dalla Regione che di fatto l’ha posta come conditio sine qua non per l’approvazione della variante al Pit, l’atto propedeutico alla fusione dei due aeroporti.

Una scelta, dice Adf, fatta per “permettere l’operatività, in sicurezza e senza limitazioni presso lo scalo di Firenze, degli aeromobili di classe “C”, secondo le indicazioni tecniche di Enac. Tale tipologia di aeromobile – aggiunge – permetterà di raggiungere dallo scalo fiorentino destinazioni fondamentali per lo sviluppo economico del territorio quali Mosca, Istanbul e il medio oriente oltre a potenziare gli scali esistenti”.

Ma Adf si è spinta oltre: se infatti ha inserito entrambe le ipotesi nel documento girato all’Enac, nel documento inviato alla Regione si è limitato a inserire solo la pista corta. Cosa che ha fatto dire a Rossi senza mezzi termini: “Prendo atto della decisione del Cda dell’aeroporto di Firenze. L’idea di inviare all’Enac due ipotesi della nuova pista e una sola ipotesi al Consiglio regionale è un’evidente contraddizione. Per quanto mi riguarda, l’iter dell’approvazione della variante al Pit dovrà fermarsi e, nel caso dovesse arrivare all’esame del Consiglio, voterei contro”.

“Aspetto – ha concluso Rossi – l’insediamento dei nuovi assetti societari, annunciati dalla stampa, per aprire il confronto e accelerare le procedure per l’integrazione tra i due scali, di Pisa e Firenze”.

Sul punto Adf ribadisce la propria posizione: “Il Cda ha autorizzato il presidente e l’amministratore delegato a inviare alla Regione Toscana la sola ipotesi dei 2.000 metri, cosi’ come da richiesta della Regione stessa, in base alla risoluzione approvata dal Consiglio Regionale in sede di Adozione del P.I.T.”, è scritto ancora nella nota dello scalo fiorentino.

Sulla vicenda si esprime anche il Comune di Pisa. Il sindaco Marco Filippeschi infatti, già ieri alla notizia twittava in un allarmato maiuscolo: “Pisa chiede chiarezza”.

E ha aggiunto: “Scelte di portata strategica per la Toscana quale quella di straordinaria importanza dell’integrazione della gestione degli aeroporti di Pisa e Firenze si possono fare solo nella chiarezza. La posizione espressa da AdF purtroppo non è chiara. Due masterplan in uno non possono stare. Comunque, a scanso di ogni equivoco, devo ricordare che il Comune di Pisa ha sottoscritto l’’Accordo per la ricognizione delle linee guida’ e partecipa al gruppo tecnico che valuta la possibilità di costituire una holding sulla base di precisi indirizzi, aderenti ai contenuti della variante al Pit adottata dal Consiglio Regionale e ai precedenti atti di programmazione della Regione”.

“Ciò – aggiunge Filippeschi – vale, naturalmente, a partire dal dimensionamento delle nuove previsioni infrastrutturali, già oggetto per altro di verifiche dell’Enac che non avevano proposto controindicazioni. Con le condizioni conseguenti, per un’integrazione societaria volta a scongiurare rischi di competizione di natura commerciale fra i due scali e dunque fondata sulla differenziazione delle missioni dei due aeroporti”.

“La Giunta e poi il Consiglio Regionale hanno recepito ampiamente tali indirizzi – prosegue Filippeschi – nell’articolo 4 dell’intesa sottoscritta per la verifica della fattibilità della holding si fa non per caso un preciso riferimento alla variante al Pit e dunque ai suoi contenuti che, come si sa, prevedono anche la lunghezza della nuova pista di volo dell’aeroporto ‘Vespucci’. Il percorso e i contenuti delle nostre decisioni per l’integrazione sono stati lineari e trasparenti. Chiediamo ai nostri interlocutori la stessa chiarezza”.

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Pubblicato il: 24 gennaio 2014

Argomenti: A Nord, Economia-Lavoro, Mobilità

Visto da: 901 persone

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