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Per riparare il cuore la vera innovazione sono gli elisir naturali

cuore

Le strategie terapeutiche più innovative per riparare il cuore, presentate al forum annuale della Società italiana di ricerche cardiovascolari, passano dalla natura e dalla sensibilizzazione dei più giovani.

Elisir come il beta glucano d’orzo e la vitamina D devono essere valorizzati, anche attraverso strumenti come i videogiochi, utili per ricordare ai giovani le corrette regole alimentari per diminuire il rischio di sviluppare cardiopatie.

“Lo sviluppo di strategie non invasive per riparare il cuore deve essere incoraggiato e non avvilito dalla ricerca a tutti i costi del sensazionalismo ipertecnologico. I ricercatori hanno dimostrato che un’alternativa alla terapia con cellule staminali è possibile e non richiede per forza approcci invasivi e pericolosi per il paziente. Per stimolare la formazione di nuovi vasi e la riparazione del cuore danneggiato da un infarto benefici arrivano da molecole naturali, come il beta-glucano d’orzo e la vitamina D”. Lo ha ricordato Vincenzo Lionetti, medico ricercatore dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna e membro del nucleo direttivo della Società italiana di ricerche cardiovascolari (Sirc) che, per la prima volta, ha scelto proprio il Sant’Anna di Pisa per ospitare il forum annuale dove i ricercatori delle cardioscienze hanno presentato in anteprima i più recenti risultati a sostegno dello sviluppo di nuove e più efficaci strategie terapeutiche a difesa della salute del cuore.

Strategie terapeutiche che riscoprono, con la conferma dell’evidenza clinica e di dati scientifici, elisir naturali e che mettono da parte gli “eccessi ipertecnologici”, verso i quali una certa cardioscienza si era orientata.

Per la cardioscienze, insomma, esistono alternative naturali, anche all’utilizzo di cellule staminali. “I ricercatori – aggiunge Vincenzo Lionetti – hanno dimostrato che un’alternativa alla terapia con cellule staminali è possibile, senza richiedere approcci invasivi e pericolosi per il paziente . Infatti, il trapianto di cellule staminali espone il paziente a tutti gli effetti collaterali propri di qualsiasi trapianto, come la terapia ‘immunomodulante’, ed inoltre potrebbe illudere il paziente che ripone in esso ogni sua speranza e prospettiva di salute”.

La tecnologia più innovativa, invece, ha dimostrato tutta la sua utilità nella messa a punto di un videogioco educativo, sviluppato proprio da Vincenzo Lionetti sotto forma di quiz, per sensibilizzare i più giovani sull’importanza di seguire corrette regole di alimentazione per diminuire il rischio di incorrere in cardiopatie in età adulta. “Chi non vuol essere cardiopatico” è il videogioco che, strizzando l’occhio (soltanto nella denominazione!) a un popolare quiz televisivo, propone un percorso virtuoso per alimentarsi in maniera corretta, rispettando le indicazioni dei medici e dei ricercatori frutto della loro ricerca.

Con un percorso fatto di domande semplici e dirette, con la grafica accattivante e con i ritmi veloci a cui sono abituate le nuove generazioni, il videogame sarà utilizzato dal gruppo di Vincenzo Lionetti durante gli incontri con gli studenti e per iniziative di divulgazione scientifica a cura dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna.

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Pubblicato il: 14 ottobre 2014

Argomenti: Pisa, Scuola-Università

Visto da: 855 persone

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