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VideogioQ Dottor Monge all’Internet Festival – Giorno 3

videogiochi

Croce e delizia del reporter del sabato è che oggi, cioè domenica, potrete recarvi a MixArt e raccogliere i frutti di ciò che ho visto sbocciare. È ancora il miglior recensore di videogiochi della Piana che vi scrive, e la cappa umida non allenta la sua presa sulla città mentre inforco la bici e muovo verso via Bovio di buon mattino.

Mi si stringe il cuore a vedere che la sala Arena, nottetempo, è stata adibita a rifugio per sfollati. Materassini, sacchi a pelo (abitati o meno) e computer, tanti computer sono in ogni dove. Il buon odore di legno di ieri l’altro non si sente più. Ah, non sono le vittime di una rovinosa calamità? No, sono gli sviluppatori accorsi per IF Game Jam, maratona di programmazione che vede quaranta persone creare un gioco in quaranta ore.

Una delle esperienze più divertenti del festival è girare giornalisticamente per i tavoli tampinando questi giovani, adorabili ambosessi, e metterli a disagio senza pietà alcuna per le loro occhiaie. Gemono in attesa che gli attivino la rete, ed è bello altresì vedere il carattere multietnico dell’evento: appena senti un “Te sai home hazzo s’accende ‘sto hazzo di monitor?”, sai che è inconfondibile segno che qualcuno è giunto qui da ovest di Paperino alla ricerca di gloria e fortuna.

La mia scrupolosa raccolta di informazioni deve però arenarsi contro la dura realtà: hanno tutti iniziato da poco la maratona di sviluppo, e hanno quasi nulla da mostrare, se non brandelli d’interfacce e ipotesi di funzionamento. Ciononostante c’è del buono nell’aria, e se oggidì vi recherete in zona, potrete (spero) provare un endless runner sugli sfoghi di una liceale giapponese bocciata, o un gioco di piattaforme con un camaleonte come protagonista. Oppure ancora: lanciare un omarino nel cosmo con un elastico e palleggiare un bosone verso gli amici in uno schiacciasette musicale per smaffi.

 

 

Ma è il momento di dirigersi in sala Ludoteca dove, grazie al GOLEM (che sta per Gruppo Operativo Linux Empoli) posso Giocare con Arduino. Questa piccola scheda è un microcontrollore, costruito appositamente per ricevere e inviare informazioni nelll’ambiente circostante. Se avete presente l’antica passione italiana per l’elettronica e l’hobbistica, capirete subito come Arduino si presti ad un’infinità di applicazioni ruzzaione. Quasi fossi un aitante James Bond, mi vengono infatti presentati gli Occhiali da Mosca Cieca che fanno biip quando vai verso il muro, il Gioco per Disinnescare la Dinamite (è bellissimo) e la Lavagna Interattiva a Led costruita invertendo il funzionamento del telecomando Wii.

Sono grato di queste opportunità, e nella mia gratitudine mi perdo il Game Design per le Scuole, non dissimile da ciò che ho visto ieri (c’è anche Alex Salute, nonché il caldo bestia), e mi perdo anche la possibilità di provare Oculus Rift: realtà virtuale a 360°, la quale in ogni caso i miei già piagati occhi non avrebbero retto. È il momento di una breve ritirata strategica per una partita a un vecchio classico: CappuccieppezzonTazza, che sarà tanto 1.0 ma si richiede fortemente.

La puntata successiva è al bastione Sangallo, le cui oscure volute ospitano la tortura di alcuni celebri protagonisti della storia dell’informazione e del design: dall’iPad alla Valentina di Sottsass, sono tutti agonizzanti e legati con cinghie di plastica ad attendere la fine. In questo sotterraneo c’è anche HackToscana, anch’essa maratona di programmazione, ma stavolta a scopo civico. È commovente vedere come l’assenza di luce e la presenza di umidità garantiscano una replica fedele della cameretta di un hacker anni 70. C’è un bel po’ di gente, e fra i tavoli mi guardano con sospetto perché pensano sia in giro a rubargli le idee. Qui, tra le altre cose, alcune dolci sviluppatrici hanno appena iniziato il progetto di una piattaforma di aggregazione feedback che integri i profili degli utenti sul sito della Regione.

Di ritorno a MixArt, cerco di capire quanto e come mi perderò The room, vale a dire la purga staliniana degli sviluppatori indipendenti degli ultimi due giorni per fare posto ai tornei di Hearthstone e League of Legends. Oltre alla comprensibile presenza degli organizzatori, di arbitri e di dame, ci sono un sacco di PC neri e aggressivi che attendono solo di essere graziati dalla presenza di un nerd da competizione. Lasciatemi spezzare una lancia finale per i volontari del festival, che con abnegazione e gentilezza si sono sobbarcati tutto il bailamme e lo hanno dotato di un indispensabile volto umano troppo umano.

Grazie della vostra attenzione e arrivederci all’anno prossimo. Dov’è la mia crostata?

Tommaso Mongelli
www.fandonia.net

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Pubblicato il: 12 ottobre 2014

Argomenti: Pisa, Quaderni, VideogioQ

Visto da: 898 persone

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