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Cep, gli ortolani in consiglio: “Dagli orti non ci spostiamo”

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A dicembre scadono le assegnazioni per gli orti urbani del Cep; verrà emesso un nuovo bando ma gli ortolani sono preoccupati. Così ieri si sono presentati in consiglio comunale, dove all’ordine del giorno c’era un question time del consigliere Marco Ricci (Una città in Comune/Rc), per chiedere quali siano le decisioni prese sul nuovo bando e se non si ritenga opportuno procedere ad una nuova redazione del regolamento con il coinvolgimento del Comitato Orti Urbani.

I problemi posti dagli ortolani sono infatti tanti e diversi: molti hanno l’aspettativa di riavere in gestione l’orto, ma non sanno se sarà lo stesso pezzo di terra o un altro. Quindi dovrebbero liberarlo, portare il materiale altrove ed eventualmente riportare tutto all’orto una volta riavuta l’assegnazione. Un problema non da poco.

Poi c’è un problema sui tempi: l’intenzione manifestata dall’Amministrazione è quella di indire il bando nel mese di settembre, in previsione appunto della scadenza delle assegnazioni il 31 dicembre. Ma questa data non terrebbe conto delle necessità delle colture invernali, che verrebbero interrotte.

Ci sono poi richieste più ampie sul sistema di gestione complessivo degli orti: da tempo si chiedono più porzioni di terreno, dal momento che gli orti funzionano e danno risposta ad un’ampia domanda sociale: lo stesso Disciplinare di Gestione degli Orti Urbani pone al primo posto “la pianificazione e le nuove realizzazione di orti”.

L’altra questione è quella delle manutenzioni straordinarie, visto che in questi anni ci hanno pensato gli ortolani mentre il disciplinare stabilisce che “la manutenzione straordinaria del sito, compresi i percorsi, i luoghi di ritrovo e gli arredi, come pure dei pozzi e delle pompe ad essi connessi e delle eventuali siepi e recinzioni dell’area, è a carico dell’Amministrazione Comunale”. Così come è a carico del comune la realizzazione di “accessi pedonali, zone comuni a scopo ricreativo ed individuati i luoghi dove posizionare biocomposter”.

Che il Comune su questi punti sia stato inadempiente è stato anche confermato dalla commissione lavori pubblici del Ctp 2, e lo stesso vicesindaco Paolo Ghezzi nella sua risposta non smentisce questo aspetto. “Ormai lo ripeto sempre: nel capitolo di bilancio sul verde urbano le risorse sono pari a zero”, afferma.

“L’intenzione era ed è quella di aumentare il numero”, dice il Vicesindaco. “Per costituire una serie di orti però servono investimenti, minimi ma necessari. Bisogna allestire almeno quelle opere comuni che servono a tutti gli ortolani, dopo di che si può pensare anche ad una parcellizzazione della zona, individuare un numero di nuovi orti e bandire il bando”.

“Anche il consiglio comunale può destinare risorse”, dice quindi Ghezzi, quasi a voler bacchettare le forze politiche per non aver avanzato proposte in tal senso in sede di bilancio, mentre sul disciplinare e sul bando, afferma: “L’attuale disciplinare è stato condiviso con il comitato orti del Ctp2, e per la sua redazione è stata utilizzata l’esperienza degli ortolani. Da allora non ho mai ricevuto né lettere, né proteste o segnalazioni”, dice, mentre gli ortolani in aula scuotono la testa in disaccordo.

“Il problema di dicembre si può affrontare – aggiunge – non tanto in termini di bando, che è utile comunque fare entro dicembre, ma con decorrenza da un periodo che si potrà concordare.
Sugli orti collettivi e la continuità ne abbiamo discusso: gli orti non sono perenni e la rotazione va garantita. Il bando, che prevede un’assegnazione per un tot. di anni, è quindi necessario. Ogni volta che abbiamo rinnovato le assegnazioni ci sono state preoccupazioni, ma nessuno poi ne è rimasto fuori. Credo che anche questa volta si potranno trovare misure adeguate. Si potranno anche pensare orti sperimentali di coltivazione collettiva – conclude – ma non procrastinerei il bando”.

Ma la risposta non sembra essere piaciuta molto agli ortolani, che sventolano anche gli aumenti del canone: dai poco più di 50 euro annuali del 2011 si è arrivati ai 70 euro di quest’anno. Una cifra non da poco se si aggiungono i lavori svolti da loro stessi e sopratutto l’inadempienza del Comune di fronte agli obblighi previsti.

C.C.

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Pubblicato il: 11 luglio 2014

Argomenti: Ambiente, Pisa, Politica, Sociale

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