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Sciopero della fame per il Distretto 42

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Uno sciopero della fame per difendere il Distretto 42 e per chiedere una presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale su questa esperienza che ha riaperto, dopo anni di abbandono, uno spazio nel centro storico della città rendendo nuovamente fruibile un parco di 8 mila metri quadri. Lo ha cominciato due giorni fa Roberto Lepera che con una lettera aperta spiega i motivi di questa azione.

Roberto-LeperaA meno di un mese dall’apertura, il Distretto 42 di Pisa rischia un imminente sequestro, la cui urgenza pare immotivata, nell’indifferenza totale e sostanziale dell’Amministrazione comunale, nonostante il solido e crescente consenso attorno al  progetto promosso dal Municipio dei Beni Comuni. Tale consenso è basato non solo su parole, anche di autorevoli personalità, ma soprattutto sulla partecipazione attiva e sull’organizzazione di numerose iniziative ospitate quotidianamente nel Distretto 42, che lo rendono vivo e produttivo.

L’ex-Caserma in via Giordano Bruno n. 42, abbandonata e lasciata al degrado per quasi vent’anni, è stata convertita dalla collettività in un laboratorio di buone pratiche, incentrate sulla riappropriazione e cogestione democratica dei beni comuni, a partire dall’apertura del parco cittadino “Andrea Gallo”, che si estende per oltre 8.000 mq. Si tratta di una proprietà demaniale dello Stato, cioè di tutti noi, che include anche circa 4.000 mq di edifici abbandonati; in linea con lo spirito dell’art. 42 della nostra Costituzione, ad essa è stata restituita la sua «funzione sociale» rendendola «accessibile a tutti», senza causare danno alcuno, bensì evidenti benefici.

Queste attività acquisiscono maggiore valore, se si pensa alla congiuntura economica e sociale in atto nel nostro Paese; (imparare a) costruire un’economia della condivisione, basata su relazioni comunitarie e sulla riduzione degli sprechi, sarà un elemento chiave per superare l’attuale crisi sistemica e strutturale.

Per queste ragioni, ho deciso di attuare una decisa azione nonviolenta. Col mio digiuno, che dura da quasi due giorni, chiederei solo una cosa, molto semplice: che l’Amministrazione comunale prenda pubblicamente posizione sulle sorti del Distretto 42, visto l’imminente sgombero, assumendosi la responsabilità politica di fronte alla cittadinanza, attraverso un comunicato sottoscritto dal Sindaco.

Il mio digiuno, che proseguirà ad oltranza, non vuole assolutamente rappresentare una forma di ricatto, bensì la volontà di un semplice cittadino di anteporre a un proprio bisogno primario, come cibarsi, quello più generale e altrettanto importante di avere un\’Amministrazione pubblica che non ignori, bensì rispetti (pur se non condivide) esperienze nuove, partecipate, sagge, creative e utili come il Distretto 42, al di là degli aspetti burocratici e legali che tutte e tutti abbiamo ben presenti.

Roberto Lepera
Pisa, 7 marzo 2014

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Pubblicato il: 8 marzo 2014

Argomenti: Pisa, Politica, Sociale

Visto da: 3254 persone

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Una risposta a: Sciopero della fame per il Distretto 42

  1. avatar Redazione scrive:

    Facciamo ammenda e chiediamo scusa ai nostri lettori: per aver sottovalutato il peso di parole comparse a commento dell’articolo Sciopero della fame per il Distretto 42. Commenti che come potete vedere sono stati rimosso in blocco e vi spieghiamo perché.

    Dopo aver constatato che alcuni dei commenti approvati contenevano insinuazioni e affermazioni offensive per la sensibilità di molti, abbiamo deciso di rimuoverli. Facendo questo i successivi perdevano il loro contesto.

    Quando abbiamo deciso di aprire ai commenti paginaQ lo abbiamo fatto perché volevamo promuovere una discussione civile: oggi abbiamo fallito questo obbiettivo.

    Questa decisione è indipendente dalla opinioni personali della redazione sull’argomento in questione: crediamo che ogni opinione pro o contro l’esperienza del Distretto 42 e del Municipio dei Beni comuni sia legittima, purché espressa con argomenti e non con offese. Quello che non pensiamo è che attacchi personali, allusioni e insulti mascherati da ironia siano utili alla discussione e al confronto.

    Il giornale ha scelto di darsi e di dare della regole sulla moderazione dei commenti per questo motivo.
    Noi abbiamo peccato di disattenzione per primi. I nostri sforzi saranno indirizzati affinché questo non accada nuovamente. Per questa ragione rimandiamo nuovamente alla nostra policy – http://www.paginaq.it/paginaq/ – e aggiungiamo che d’ora in avanti i commenti verranno pubblicati compatibilmente con i tempi della redazione, che darà sempre la priorità ai contenuti del giornale.

    Grazie,
    Cinzia Colosimo e Francesca Parra

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