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Siamo quello che mangiamo Dimagrire o perder peso?

schiele ritratto in ginocchio semi nudo

Con l’approssimarsi della bella stagione, giornali, riviste, siti internet e reality ci proporranno diete e stili alimentari più o meno “possibili” per perdere peso e conquistare una forma fisica perfetta.

Oltre al fatto che nella maggior parte dei casi i modelli alimentari proposti sono nutrizionalmente squilibrati e pericolosi per la nostra salute (dieta Dukan, Atkins, dieta del minestrone o dell’uva….) bisogna fare a priori una distinzione importante: vogliamo perdere peso o dimagrire? Dato che il peso corporeo di un soggetto è il risultato della somma del tessuto scheletrico, della massa muscolare e dell’acqua (che insieme costituiscono la MASSA MAGRA) e del tessuto adiposo (MASSA GRASSA), risulta evidente che non è possibile, dal solo valore espresso dalla bilancia, distinguere se il peso dipenda da un accumulo di tessuto adiposo, da un tessuto muscolare ipertrofico o da una struttura scheletrica estremamente solida (anche se il nostro scheletro rappresenta circa il3% del peso corporeo, quindi dire “ho le ossa grosse”, non è una scusa per pesare troppo….).

Per questo motivo, l’indicazione che ci fornisce l’Indice di Massa Corporea (calcolato dividendo il peso corporeo per l’altezza al quadrato, espressa in metri), comunemente utilizzato per stabilire se un soggetto è sottopeso, normopeso o sovrappeso non è sufficiente a dire se e quanto siamo “grassi”. Occorre effettuare un’analisi della composizione corporea attraverso l’Impedenza Bioelettrica, un esame accurato, rapido e non invasivo che serve proprio a misurare i vari compartimenti corporei.

Un adulto di peso normale ha una percentuale di grasso che varia dal 10% al 20% del proprio corpo; le donne hanno valori leggermente superiori che vanno dal 15% al 25%; utilizzando questi valori come parametri di riferimento un individuo può essere considerato in sovrappeso quando presenta il 25%-30% di grasso corporeo e decisamente obeso quando il grasso supera il 30% del peso corporeo. Al contrario per una condizione ottimale i livelli di massa grassa per gli uomini dovrebbero variare dal 12% al 15% e dal 16% al 25% per le donne, mentre i livelli minimi non dovrebbero scendere al di sotto del 5% per gli uomini e del 15% per il sesso femminile.

Ciò significa che se vediamo sulla bilancia un peso “normale” in relazione alla nostra altezza, non vuol dire che non dobbiamo dimagrire perché possiamo avere un’alta percentuale di massa grassa; al contrario, un peso più alto del dovuto non dà una precisa indicazione della necessità di dimagrire, soprattutto in chi pratica un’intensa attività fisica.

Una certa percentuale di grasso, circa il 15%-20% del peso corporeo, è indispensabile all’organismo sia per svolgere le sue funzioni energetiche sia come tessuto funzionale del sistema cellulare e nervoso e sia come sostegno meccanico degli organi interni. Il grasso corporeo normalmente tende ad aumentare con l’avanzare degli anni a causa di una riduzione dell’attività fisica, di una diminuzione del metabolismo a riposo e di una minore richiesta energetica dell’organismo.

Le diete squilibrate che promettono e spesso provocano perdite di peso veloci e numericamente consistenti, provocano perdite di acqua e massa muscolare. Per questo motivo si riprendono i chili persi velocemente e spesso con gli “interessi”: perdendo massa magra il nostro metabolismo si abbassa e per mantenere il peso perso dovremmo mangiare sempre meno: e questo non è possibile. Non solo per non incorrere in carenze nutrizionali, ma soprattutto per non perdere il gusto del cibo e il piacere della convivialità associato.

Per porre domande o proporre la trattazione di argomenti di carattere nutrizionale: danielatroiani@ymail.com

Daniela Troiani

Nell’immagine: un ritratto di Egon Schiele

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Scritto da:

Pubblicato il: 8 febbraio 2014

Argomenti: Alimentazione, Quaderni, Siamo quello che mangiamo

Visto da: 2577 persone

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6 risposte a: Siamo quello che mangiamo Dimagrire o perder peso?

  1. avatar chiara scrive:

    Niente di più vero, sono una biologa che da un po si è appassionata al campo della nutrizione e dopo corsi e aggiornamenti vari posso dire che questo post riassume tutte le argomentazioni che rendono così pericolose le diete fai da te! Le credenze comuni come quelle del ‘ carboidrato cattivo’ o del ‘più sudo più dimagrisco’ sono quanto di più sbagliato e di più pericoloso esista per il benessere dell individuo. . Sono un vero e proprio attentato alla massa magra, il motore che tira avanti tutta la macchina e che è alla base di un buon metabolismo! Una sana dieta bilanciata che fornisca tutto quello di cui il nostro corpo ha bisogno,affiancata ad un attività fisica mirata anche al potenziamento muscolare, porta a risultati che durano nel tempo e che sicuramente hanno un grosso impatto sulla salute!! Siamo in Italia, una delle poche fortune che abbiamo è la dieta mediterranea, sfruttiamola!

  2. avatar rachele scrive:

    Sulla teoria non ho niente da obiettare, è la pratica che purtroppo mi ha insegnato che non è così semplice perdere peso con le regole d’oro “dieta bilanciata” e “attività fisica”. Posto che ritengo sacrosanto stabilire con un esame specifico o un consulto da uno specialista se si è o meno in sovrappeso, trovo molto riduttivo e superficiale mettere alla berlina certe tipologie di diete solo perché non seguono i principi di quella “mediterranea”. Se per dieta mediterranea si intende 70 g di pasta e poi una braciolina con due foglie di insalata o giù di lì vi posso assicurare che non a tutti basta per togliersi la fame. Non sono un’esperta del settore ma mi sono rivolta a un paio di medici nutrizionisti e con la cosiddetta dieta equilibrata mediterranea soffrivo la fame e ottenevo scarsi risultati. Con questo post non voglio dire che la dieta mediterranea è da evitare voglio solo dire che prima di mettere tutto sullo stesso piano come “diete fai da te” e diete serie create da specialisti che hanno permesso a milioni di persone di perdere peso bisognerebbe pensarci due volte.

    • avatar daniela scrive:

      Ciao Rachele, grazie per il commento: purtroppo-per fortuna gli articoli devono per necessità “generalizzare”: sono d’accordo sul fatto che sia sempre indispensabile valutare il singolo caso per stabilire l’alimentazione corretta per la persona (e non solo in base alla composizione corporea e alla condizione clinica, ma anche secondo le abitudini di vita e i gusti personali).
      certo è che questo è prorpio il problema che non si pone chi propone alimentazioni nutrizionalmente scorrette e spesso pericolose da fare senza controllo medico: la letteratura scientifica in questo supporta molto chi si occupa di alimentazione: la dieta mediterranea è oggetto di studi dalgli anni ’50, e finora sembra essere la più corretta; certo, chi non sentirebbe fame con 70gr di pasta? e soprattutto, perché non hai ottenuto i risultati sperati (non la perdita di peso, ma il mantenimento del peso perso). questo è il problema che il rpofessionista a cui ti rivolgi dovrebbe risolverti: se una almentazione ipocalorica e equilibrata per te non ha data i risultati previsti, vuol dire che c’è un “inceppo fisiologico “(questo è un mio neologismo, scorretto…) da qualche parte, e certo non è colpa tua.
      spero di ricevere altri tuoi commenti
      daniela

    • avatar chiara fantacci scrive:

      Mi permetto di dire che le diete fatte dagli specialisti non sono solo bilanciate ma devono essere anche personalizzate. . Il paziente fa un percorso seguito dal dietologo, dal nutrizionista o chi per lui riadattando il piano alimentare di volta in volta sulle risposte della singola persona. . Ma questo non toglie che la dieta iperproteica tanto pubblicizzata e seconda alcuni miracolosa sia un vero attentato alla salute. . . Innegabile un affaticamento ai reni e una mancanza di macronutrienti indispensabili per il nostro organismo. . La perdita di massa magra è il danno più grosso che ci si possa fare. . .

      • avatar rachele scrive:

        Allora tanto per essere chiara anche gli specialisti possono dare diete iperproteiche, almeno questo è quello che è successo nel mio caso. Quello che volevo dire, e che Daniela ha capito, è che non esiste una dieta che vada bene per tutti e che anche diete iperproteiche se seguite nel modo corretto non devono essere additate come nocive a priori.

        Nel mio caso specifico la dieta mediterranea non ha mai funzionato perché soffrivo la fame e nonostante enormi sacrifici le perdite di peso erano esigue. Dopo anni di lotte inutili con la bilancia ho seguito una dieta iperproteica ed ho ottenuto i risultati desiderati senza soffrire la fame e con esami medici perfetti, inoltre da quando ho limitato i carboidrati mi sento molto meglio: sono più reattiva e meno gonfia. Ovviamente non ho ripreso i chili persi.

        • avatar chiara fantacci scrive:

          Io sostenevo la stessa cosa,ripeto, ognuno è diverso e il compito del nutrizionista è proprio quello di capire le necessità di chi ha davanti….la mia voleva essere una critica rivolta soprattutto alle diete fai da te o a quelle troppo drastiche come ad esempio la Dukan. Se lo specialista da cui sei andata ha avuto successo con un’iperproteica ben venga….evidentemente era quello di cui il tuo organismo aveva bisogno….il mio appello è rivolto soprattutto a chi non limita soltanto i carboidrati ma li elimina del tutto senza esser seguito da nessuno.

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