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Confessa il sospetto omicida della donna uccisa a marzo nella pineta di Torre del Lago

procura

La vittima esercitava attività di prostituzione e all’origine del delitto il rifiuto della donna di concedere una prestazione sessuale dato che il giovane era privo di soldi


Ha confessato il 28enne di origini marocchine, Rahhal Idrissi, accusato di aver ucciso con numerose coltellate la donna di nazionalità nigeriana, il cui corpo è stato ritrovato nella pineta a Torre del Lago, zona in cui la vittima esercitava attività di prostituzione, il 31 marzo scorso.

All’origine del delitto il rifiuto della donna di concedere una prestazione sessuale dato che il giovane era privo di soldi. Dopo numerose insistenze e il rifiuto della donna, il 28enne si è scagliato contro di lei infliggendole 14 coltellate alla schiena.

Le indagini del sostituto procuratore Lydia Pagnini si sono concentrate verso quelle persone che già in passato erano state segnalate come autori di aggressioni a sfondo sessuale e rapine ai danni di donne che svolgevano attività di prostituzione, e verso coloro che in quei giorni erano stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona.

L’uomo ritenuto responsabile dell’omicidio è stato individuato grazie a uno scontrino di un supermercato battuto la mattina dell’aggressione ritrovato sul luogo del delitto, e che ha consentito dopo lunghi accertamenti di identificarlo.

Contemporaneamente i carabinieri attraverso le testimonianze di donne e trans gravitanti intorno alla pineta, hanno individuato un ragazzo di nazionalità marocchina, senza fissa dimora, che girava armato di coltello, autore di rapine ai loro danni.

La descrizione fornita dalle vittime ricalcava le caratteristiche dell’uomo ripreso dalle telecamere. Una descrizione fondamentale per le indagini, “fornita sia per dare in qualche modo un senso alla violenta morte della donna, che in tanti conoscevano, ma anche per garantirsi una protezione personale visto che l’uomo aveva già mostrato atteggiamenti aggressivi e intimidatori nei confronti delle persone che transitano e operano in quella zona”, fa notare il comandante provinciale dei Carabinieri Andrea Brancadoro.

Grazie al riconoscimento da parte di una transessuale di nazionalità brasiliana, a cui il 28enne aveva rubato il cellulare a gennaio di quest’anno, è stata impressa una prima svolta alle indagini.

Poi è stato lui stesso a segnarsi la strada: il 28enne infatti è stato fermato la sera del 13 aprile a Cecina per rapina: al momento dell’arresto indossava ancora lo stesso abbigliamento con cui era stato ripreso dalle telecamere del supermercato, fra cui un paio di jeans risultati intrisi di sangue.

È stato portato in carcere prima a Livorno poi a Pisa, dove le intercettazioni ambientali disposte all’interno hanno consentito di registrare la confessione dell’uomo ad altri detenuti, fatta in lingua araba e poi tradotta.

Confessione infine ribadita il 9 maggio davanti al PM nel corso del suo interrogatorio. L’uomo, spiegano il sostituto procuratore Antonio Giaconi, “ha intuito che i capi di abbigliamento sequestrati e inviati al RIS di Roma per le comparazioni biologiche avrebbero fatto emergere in maniera netta il suo coinvolgimento nell’omicidio. Si è sentito incastrato ed ha ammesso il delitto”.

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Pubblicato il: 29 maggio 2015

Argomenti: Cronaca, Pisa

Visto da: 779 persone

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