MENU

Cogito ergo Porto

Gasmask_by_Atomicsalvador

Venerdi 22 maggio ha inaugurato al Cantiere Sanbernardo di Pisa la prima mostra personale di un artista che apprezziamo moltissimo: Porto. Ed oggi il Grand-Quignol! è dedicato proprio a lui, perché il writing non c’entra niente col teatro o forse…


Porto,

sappiamo che del teatro non te ne importa nulla e tanto meno della produzione artistica di Teatro Cantiere. Sappiamo da tempo che con certa roba non vuoi averne a che fare. Infatti ci è difficile scordare che il primo discorso serio con te l’abbiamo fatto ormai più di dieci anni fa e riguardava proprio la distanza che tu sentivi con il nostro modo di fare teatro… Ricordi? Ci dicevi che ti suonava strano come affrontassimo la ricerca teatrale: “Tutta quella disciplina… quella serietà… L’arte è qualcosa di più anarchico, più libero. Il teatro, invece… è così lontano dal writing…Tutti quegli esercizi e quell’atmosfera tipo militare…” E proprio mentre pronunciavi la parola “militare” ci fece sorridere un tuo gesto assai teatrale: portasti le mani ai lati della testa (come fossero dei paraocchi per cavallo) e poi le facesti ruotare in avanti, quasi a creare una strada dritta davanti a te, una strada per menti ottuse.

Sei un maniaco e lo sai, ben più che un soldatino: produci senza sosta, come una formica operosa

Fu divertente sapere che ci vedevi come robottini seriosi e che la disciplina ti strideva in quel modo, ma nonostante ciò ne fummo molto stupiti e replicammo serissimi: “Ma come, proprio tu ci vieni a dire che la creatività non esige disciplina? Tu che rinunci ad un sacco di cose per dedicare più tempo al disegno, tu che ti togli ore di sonno per svegliarti alle tre di notte e dare sfogo ai tuoi demoni?”. Sei un maniaco e lo sai, ben più che un soldatino: produci senza sosta lavori su lavori, come una formica operosa. Altro che disciplina, questo è assai di più.

Eppure quella volta non crediamo di averti convinto molto. Ma a dispetto di ciò che si potrebbe credere conoscendoti superficialmente, caro il nostro burbero Porto, hai una qualità molto rara tra gli umani: ascolti, pensi, rielabori e sai anche tornare sui tuoi passi, ribaltare le tue opinioni. E questo è un grande tesoro in ogni caso, ma soprattutto nel mondo del writing, troppo spesso tronfio di orgogli e pregiudizi. E anche se mentre ti si parla è facile che tu scarabocchi sul tuo taccuino, apparentemente incurante di chi sta interloquendo con te, noi ormai abbiamo capito che in realtà stai ascoltando, immagazzinando e che darai peso ad ogni parola detta.

Infatti qualche mese fa sei riuscito a stupirci un’altra volta. Ricordi? Hai detto che ti senti affine al nostro modo di lavorare e subito qualcuno lì presente ha paventato l’idea di una possibile collaborazione artistica tra noi. Tu con decisione hai prontamente cassato la cosa sul nascere: “Non penso che ci sia nessuna possibilità in questo. I nostri lavori sono completamente differenti. Le cose che faccio non hanno niente a che fare col teatro. Quello che volevo dire è che mi sento vicino al vostro modo diretto di affrontare il lavoro” e poi… voilà… ricompare quel gesto che dieci anni fa avevi usato “contro di noi” e che ci aveva fatto sorridere: mani a paraocchi e via… dritti come muli. Ma stavolta quel gesto non indicava più una strada per menti ottuse, ma un viale per menti sicure che sanno dove vogliono andare e lo fanno senza tregua.

Hai pensato e rielaborato, eh Porto? Hai capito l’importanza della disciplina e dell’autismo artistico, eh? Bene. Noi per contro abbiamo imparato che hai ragione: l’arte è anarchica, è ricerca di libertà. Anche noi si rielabora ogni tanto.

E ti diremo di più. Stavolta vogliamo essere noi a stupirti e farti sorridere. Non vuoi avere nulla a che fare col teatro, snob di un writer? Ebbene, è troppo tardi: sappi che ti siamo entrati nella testa. I nostri lavori non sono affatto differenti, come credi tu. E probabilmente negli anni ci si è influenzati più di quello che pensi. Per esempio il tuo lettering nascosto e incomprensibile, subito ci fa pensare alla glossolalia, che il nostro gruppo usa abitualmente (e te ne sei sorbita tanta…). Poi ci vengono in mente la precisione, la purezza delle tue linee e la loro imprevedibilità. Tutti fondamenti anche della nostra ricerca sulla
comunicazione fisica. Chi ha cercato ‘ste cose per primo? Tu, noi o chi altro? Non importa. E quanta affinità c’è in quell’ordine che sembra caos e caos che sembra ordine, tipico dei tuoi lavori e le nostre “azioni fisiche”? Forse non dal punto di vista estetico, ma nella loro essenza sono la stessa cosa.
Poi, tanto per gradire, hai mai fatto caso che come un buon teatrante anche tu usi la maschera quando lavori? Dì pure che è per non respirare vernice, ma sappiamo che non è solo quello. La maschera protegge e rivela altre identità. E poi un’altra cosa, la più importante: nei tuoi ultimi lavori stai trovando la vita. La vita ed il vibrare delle forme. Non ti era mai riuscito così chiaramente. Vuoi vedere che adesso i muri anziché semplicemente disegnarli comincerai a provare ad abbatterli, come si sta tentando di fare noi?

Insomma Porto. Pensaci, rielabora e fattene una ragione. C’è del teatro nel tuo lavoro. E del writing nel nostro.
Non facciamocene colpe e proviamo, insieme, a non vergognarcene.

Con affetto

Sara e Hengel

PS: C’è una cosa che ti volevamo dire. Tempo fa sul Grand-Quignol! abbiamo parlato del teatro come di “un porto sicuro”. Naturalmente tu non c’entravi niente con l’articolo, ma la cosa ci ha fatto comprendere meglio il significato del tuo strano nome d’arte. Devi sapere che quando camminiamo per la città, magari in zone che si frequentano meno e ritroviamo un tuo disegno… ecco: ci si sente in qualche modo protetti. E quel luogo da sconosciuto diventa familiare, come un approdo su una spiaggia tranquilla. Questa crediamo sia una delle più incredibili caratteristiche della street art: la incontri per strada come un amico e lascia sul luogo un pezzo d’anima dell’artista. Qualcosa di lui rimane lì, come un genius loci, come un Porto sicuro che se sai apprezzare ti difenderà dal freddo grigiume del cemento.

Foto di Gasmask di Atomicsalvador

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 23 maggio 2015

Argomenti: Cultura, Teatro

Visto da: 1619 persone

, , ,

Post relativi

5 risposte a: Cogito ergo Porto

  1. avatar nemoprophetainpatria scrive:

    Commovente !

  2. avatar Il fotograforepresso scrive:

    Mettici la faccia CONIGLIOLONE.

  3. avatar Tomba scrive:

    Si commovente come la tua coniglieria

  4. avatar nemoprophetainpatria scrive:

    Era un complimento.
    A me è sembrato commovente questo scambio fra artisti/amici che non si comprendono ma si stimano, il ritornare sui propri passi, lo scambiarsi opinioni, tutto così bello e dolce.
    Davvero ! Mi piacerebbe avere amici magari anche anonimi con cui non capirsi.
    Visto che anche voi che mi date del coniglio siete anonimi magari possiamo fare amicizia, nell’anonimato però, come un appuntamento al buio che rimane al buio.
    Ciao
    Un abbraccio orsacchiotti teneroni,

  5. avatar Francesco Andreotti scrive:

    Su questa cosa dell’anonimato e della vita sempre più dominata dalla prudenza se non addirittura dalla paura, bisognerebbe aprire un tavolo… Il CANTIERE e’ aperto a discutere ogni contributo…da destra, da sinistra, dallo spazio!
    Assemblea ogni mercoledì alle 19.00

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.