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Un appello contro il prestito di opere di Nicola e Giovanni Pisano e di Masaccio all’Expo

Nicola -Giovanni-Pisano

A promuoverlo lo storico dell’arte Cristiano Giometti. Fra le prime adesioni Tomaso Montanari, Adriano Prosperi, Michele Bacci, ordinario di arte medievale all’università di Friburgo, Rita Paris, direttrice del Museo Nazionale Romano, l’Associazione Bianchi Bandinelli e Davide Gasparotto, Senior Curator Paintings Department The J. Paul Getty Museum, e numerosi altri docenti universitari e storici dell’arte. Il testo e i firmatari


Nel silenzio generale della città, otto statue attribuite a Nicola e Giovanni Pisano del Museo dell’Opera del Duomo (attualmente in ristrutturazione) e il San Paolo di Masaccio del Museo nazionale di San Matteo sono in partenza per l’Expo di Milano. La locale Soprintendenza, in accordo con il Polo Museale Regionale della Toscana, aveva provato a opporsi richiamando questioni di opportunità (la tavola di Masaccio è una delle principali opere del San Matteo e perciò considerata inamovibile) e di salvaguardia (le statue non sono mai state concesse in prestito in virtù della loro mole).

Ma la storia era già stata scritta altrove e nel giro di pochi giorni si è assistito alla rettifica del diniego: evidentemente le ragioni della tutela non sono più sufficienti ad arginare pressioni esercitate dall’alto. I marmi di Nicola e Giovanni Pisano saranno esposti fino al 15 ottobre nella chiesa di San Gottardo in Corte in uno spazio condiviso con l’azienda Robot City, specializzata nella riproduzione di opere d’arte in 3 dimensioni; sarebbe stato più opportuno, dunque, prestare i calchi in gesso già esistenti degli originali del Battistero di Pisa. La tavola di Masaccio, invece, troverà collocazione, auspicabilmente per un solo mese, nel padiglione Eataly, una serie di stand da Festa dell’Unità tra ristoranti regionali e bar, piadine e tortellini, secondo il concetto della grande distribuzione organizzata applicata all’arte.

Noi siamo convinti che non si debbano mettere a rischio opere fragili e difficilissime da spostare, straordinarie nel loro contesto e non in mezzo alla distratta frequentazione di turisti alla ricerca di quelle sensazioni eclatanti che l’Expo milanese promette. E non ci sentiamo affatto tranquilli non solo riguardo alla movimentazione delle opere ma anche alla loro sicurezza, persino di fronte a possibili eventi eccezionali di cui i giornali hanno tanto parlato nei giorni scorsi.

A chi dovremmo chiedere allora conto di un danno assoluto, ai talebani di casa nostra, cioè tutti quelli che in nome dei grandi eventi permettono tali scempi?

Per adesioni: cristiano.giometti@unifi.it

I firmatari
Cristiano Giometti, Adriano Prosperi, Simona Rinaldi, Donata Levi, Tomaso Montanari, Bruno Toscano, Marisa Dalai Emiliani, Associazione Bianchi Bandinelli, Antonella Gioli, Sandra Lischi, Marco Collareta, Fulvio Cervini, Andrea De Marchi, Alessandro Angelini, Michele Bacci, Davide Gasparotto, Michele Dantini, Paolo Liverani, Carlo Ginzburg, Donatella Pegazzano, Mara Visonà, Giovanna De Lorenzi, Rolando Minuti, Daniele Benati, Etienne Jollet, Corine Maitte, Maurice Brock, Massimiliano Rossi, Diane Bodart, Barbara Mancuso, Enzo Borsellino, Rita Paris, Paola D’Alconzo, Francesca Gallo, Cecilia Frosinini, Maria Teresa Filieri, Paolo Berdini, Vezio De Lucia, Paolo San Martino, Marco Pierini, Piero Pierotti, Novella Barbolani di Montauto, Paul Tucker, Eliana Carrara, Chiara Piva, Valter Pinto, Alessandra Zamperini, Tiziana Noce, Luigi Piccioni, Annamaria Ducci, Gianpaolo Angelini, Andreina Di Brino, Anita Paolicchi, Chiara Bozzoli, Edoardo Caterina, Angela Maria Curreli, Maddalena Spagnolo, Fabrizio Federici, Francesca Mannocci, Lorenzo Carletti, Dora Catalano, Ciccio Auletta, Barbara Bertelli, David Rini, Giovanna Ragionieri, Silvia Giamberini, Mariarosa Di Stefano, Marica Setaro, Violetta Maria Farina, Sandra Burchi, Ivana Cambi, Elisabetta Ria, Bruno Ciliento, Caterina Bay, Leila d’Angelo, Andrea Leo, Sara Parca, Monica de Simone, Chiara Paniccia, Stefania Ventra, Emanuela Grifoni, Andrea Bianchi, Mario Cobuzzi, Elisabetta Trincherini, Concetta Mangano, Fausto Pascali, Tiziana Nadalutti, Valentino Piccolo, Martina Manfredi, Cristiana Antonelli, Paola Tarantelli, Francesca Tolaini, Sonia Giannella, Fabio Marcelli, Egle Radogna, Lucinia Speciale, Francesca Polacci, Valentina Sapienza, Elisa Tagliaferri, Thomas Della Costa, Letizia Badalassi, Andrea Erboso, Maria Grazia Russoli-Tolaini, Giovanna Della Pietà, Arianna Lentini, Enrico Gullo, Alessio Massari, Luca Pezzuto, Enrico Perotto, Carlo Alberto Girotto, Cecilia Asso, Maria Eletta Benedetti, Mirco Bagnesi, Michela Ramadori, Chiara Carpentieri, Federico Giannini, Ilaria Baratta, Luisa Cammitti, Antonio Nave, Maria Merlini, Alessandra Antonelli, Sandra Giudici, Emanuela Colazzo, Gloria Muzi, Caterina Romei, Associazione culturale Artiglio. Maddalena Penocchio, Aref (Ass. artistica e culturale Emilio Rizzi e Giobatta Ferrari di Brescia), Annalisa Scarpa, Davide Gasperi, Laura Aretini, Silvia Telmon, Susanne Mordhorst, Alessandro Cucè, Elva Conti, Francesca Mortelli, Clara Dell’Atti, Paola Bombardi, Sara Della Bianchina, Alessandra Casati, Silvia Rizzato, Elisabetta Zerial, Federica Saladin, Paolo Gravina, Giovanni De Girolamo, Romina Catini, Maria Strocchia, Gaia Bobò, Cristina Quattrini, Nicola Laganà, Donatella Fratini, Iacopo Bartelletti, Lorenzo Fecchio, Maria Ludovica Piazzi, Daniele Lauri, Francesca Parra, Viola Gemma, Aurelia Manai, Roberto Scognamillo, Lucia Fiaschi, Museo e Archivio Venturino Venturi, Veronica Bagnai Losacco, Silvia Frison, Alessandra Malquori

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Pubblicato il: 15 maggio 2015

Argomenti: Cultura, Pisa

Visto da: 4020 persone

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4 risposte a: Un appello contro il prestito di opere di Nicola e Giovanni Pisano e di Masaccio all’Expo

  1. avatar Giovanni Valdiserra scrive:

    Per le statue del Battistero alla fine non si tratta di un danno, perchè il museo che le ospitava, quello dell’Opera del Duomo, rimarrà chiuso per qualche anno per via dei lavori di rinnovo.
    Piuttosto “nel silenzio generale della città” vengono commessi altri atti a danno dell’arte e della cultura, quali palazzi e chiese di grande interesse chiusi al pubblico o in enorme stato di degrado.
    Posti come San Paolo a Ripa d’Arno lasciati cascare dietro mille scuse, posti come il Palazzo della Carovana aperti esclusivamente agli studenti, moltissime opere tra dipinti, statue ecc. lasciate a marcire dentro magazzini di varia natura, ali intere di luoghi parzialmente aperti al pubblico chiuse per cui gli esempi si sprecano…
    Far fruire invece alcune statue che comunque per due-tre anni dovevano necessariamente restare chiuse in un magazzino e che non presentano condizioni di fragilità tali da mettere a rischio il loro trasporto non mi pare grave, anzi!

    • avatar Cristiano scrive:

      Gentile Giovanni Valdiserra, solo per la loro mole lo spostamento delle statue è estremamente rischioso. Se proprio si dovevano valorizzare perché il museo è chiuso si potevano esporre, ad esempio, nel matroneo del Battistero, riducendo al minimo i rischi del trasporto. Per quanto riguarda il degrado cittadino, mi permetto di segnalarle che è stato più volte denunciato, anche sulle pagine di questo giornale, da Lorenzo Carletti e dal sottoscritto. Purtroppo lo stato di degrado è troppo spesso dimenticato dagli organi di stampa – esclusa PaginaQ – quando non usato strumentalmente per promuovere azioni indebite (e inaccettabili) da parte di volontari. Cordialmente

  2. avatar Larry scrive:

    Anch’io sono preoccupato per i rischi cui viene esposto il nostro patrimonio artistico in occasione di eventi del genere. Ho però il sospetto che nel caso dell’Expo la polemica sia di natura soprattutto politica. Infatti se si ragiona con questa logica cosa si dovrebbe dire dei tanti prestiti concessi a mostre in America o Giappone? Nell’ultimo anno, tanto per fare qualche esempio, l’Opera del Duomo di Firenze ha prestato tre pannelli della cantoria di Luca della Robbia ad una mostra che si è aperta ad Atlanta per poi spostarsi a Detroit. Tre bei viaggi per oggetti che non si erano mai mossi dal Museo. Attualmente qualche decina di sculture dello stesso museo è esposto al Mobia di New York. Fra queste vi sono statue monumentali come quelle degli evangelisti di Donatello e Nanni di Banco oltre a varie statue del Campanile di Giotto. Oltretutto non si tratta, a mio modo di vedere, di mostre di alto livello scientifico che giustifichino un rischio che è certamente superiore ad un trasferimento a Milano.

  3. avatar Cristiano scrive:

    Siamo assolutamente d’accordo sul prestito di sculture delicate, quali i rilievi della cantoria di Luca della Robbia, in giro per il mondo. Il problema è la leggerezza con cui gli enti preposti decidono di sottoporre a stress rischiosi le opere d’arte, spesso per esposizioni prive di qualsiasi progetto scientifico. Le mostre cui sono dirette le sculture di Nicola e Giovanni Pisano e la tavola di Masaccio rientrano in questa categoria.

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