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Insegnanti, studenti e genitori pisani contro la Buona Scuola

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Un presidio permanente contro la riforma dell’istruzione e in vista azioni di protesta contro  “La Buona Scuola” per il 18 e il 19 maggio


Un presidio permanente contro la riforma della scuola, allestito presso il liceo Galilei, e in vista azioni di protesta contro “La Buona Scuola”.

Ad aderire al presidio i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsals, Cobas scuola, Gilda, ma che organizzazioni studentesche – Sinistra per, Unione degli Studenti, Rete degli Studenti Medi, Officina Uds – i precari della scuola e il Comitato della e per la scuola pubblica.

Insegnanti, precari e non, studenti, e genitori il 18 e il 19 maggio scenderanno in strada, da decidere ancora se con un flash mob o con grandi catene umane intorno alle scuole, per esprimere e rendere visibili le loro preoccupazioni sui punti più contestati del provvedimento che, a livello nazionale, ha spinto i sindacati a minacciare lo sciopero degli scrutini in assenza di un dialogo reale.

No dunque a un dirigente scolastico “che diventa un arbitro assoluto e un manager”, dicono. “Un provvedimento che umilia la libertà di insegnamento ed esautora il collegio dei docenti che fino a oggi si è occupato dell’offerta formativa. E attacca il clima di cooperazione e collaborazione tra le componenti del sistema scuola”.

“Non abbiamo niente contro i dirigenti scolastici – sottolinea Fabrizio Acconci della Snals – e vogliamo migliorare la scuola, magari investendo di più e ripristinando quella funzionalità che è stata minata dai governi che si sono succeduti”.

A mancare è un confronto reale con cui nella scuola lavora, dice Rodolfo Sorrenti della Uil Scuola“, ciò che è certo è che se la scuola serve anche a insegnare la vita, allora forse comprendiamo a cosa serve dare a questa una direzione aziendalistica”.

Ecco dunque che fra le criticità che vengono messe in evidenza spicca “la mancanza di un piano coerente di reintegro delle risorse sottratte in questi anni”. Inaccettabili, dice Mimma Lai della Cigl “palliativi umilianti come l’attribuzione del 5% alle singole istituzioni scolastiche, così come l’introduzione della possibilità di finanziamenti privati e la partecipazione dei finanziatori agli organi collegiali, che crea il rischio di ingerenze sulle scelte educative, didattiche  organizzative”.

Ad essere completamente assente, sottolineano i sindacati “è poi la scuola dell’infanzia che in questa riforma viene completamente dimenticata”.

Fra i punti più contestati c’è il piano delle assunzioni, che esclude completamente il personale ATA ed è considerato assolutamente insufficiente: “Più che un piano di assunzioni – commenta Lucia Vaccari, dei precari della scuola – è un licenziamento di massa, dato che i numeri per le assunzioni di cui parla il governo rappresentano un terzo dei precari della scuola e che dal primo settembre saranno annullate le graduatorie: i corsi, le abilitazioni, per cui gli insegnanti hanno speso tempo e soldi, vengono dunque azzerati”.

Accanto a questo c’è anche “la mancanza di una pianificazione coerente dei percorsi di abilitazione all’insegnamento nel medio e lungo periodo – spiega spiega Paolo Acquistapace di Sinistra Per – “La Buona Scuola” introduce le magistrali abilitanti a cui si accederà per concorso e che daranno poi accesso al concorso finale per ottenere l’immissione in ruolo. Il rischio reale è che si crei una disparità fra gli atenei dato che con il blocco del turn over in molti non saranno in grado di attivare sia le magistrali ordinarie che quelle abilitanti. Ma creerà anche anche una disparità fra i due percorsi di studio”.

Contestata infine l’introduzione dei 200 ore di alternanza scuola – lavoro obbligatorie e non retribuite per gli studenti tecnici e professionali, la mancanza di una legge nazionale su diritto allo studio e l’idea che a ricevere incentivi siano e scuole più funzionali, mentre ad aver bisogno di sostegno sottolinea Claudio Tongiorgi di Officina Uds “sono proprio quelle situazioni dove il funzionamento è peggiore”.

Quello del 5 maggio, sottolinea Gilberto Vento dei Cobas Scuola “è stato il più grande sciopero della scuola pubblica negli ultimi 30 anni, con un’adesione sopra il 65%, segno che il livello di preoccupazione è molto alto”.

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Pubblicato il: 14 maggio 2015

Argomenti: Pisa, Scuola-Università

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