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INGV, parcella da 200 mila euro per l’avvocato pisano. Movimento 5 stelle: “Danno erariale”

ingv

Un’interrogazione del Movimento 5 Stelle solleva il caso dell’avvocato pagato da INGV per la causa della Sesta Porta. “L’avvocatura civica non ha uffici a Pisa e serviva un avvocato all’altezza” dice l’istituto.


Non solo ha perso la causa, ma dovrà anche pagare 200.000 euro all’avvocato privato con cui ha deciso di presentarsi in Tribunale.

Protagonista di questa storia è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che com’è noto, ha un contenzioso con il Comune di Pisa per la compravendita fallita di una porzione della Sesta Porta. INGV infatti, aveva firmato un contratto con la Sviluppo Pisa per la nuova sede dell’istituto che avrebbe dovuto sorgere proprio in via Battisti. Ma tra spending review e ritardi nella costruzione, a un certo punto si è tirata indietro lasciando un buco di 9 milioni di euro sul progetto della Sesta Porta.

A ottobre dell’anno scorso il Tribunale di Roma ha condannato l’Ingv a versare alla Sviluppo Pisa 900.000 euro, pari al primo stato di avanzamento dei lavori, e a dicembre ha rigettato l’istanza di sospensione della condanna presentata dall’avvocato dell’istituto.

Intanto un gruppo di parlamentari del Movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione – primo firmatario il sen. Nicola Morra, dove domandano come mai l’Istituto di Vulcanologia abbia deciso di avvalersi proprio di un avvocato pisano per questa causa.

L’Istituto, ricordano i parlamentari nell’interrogazione, da statuto può avvalersi dell’avvocatura generale dello stato, che è “notoriamente gratuita in caso di soccombenza” e con tariffa dimezzata in caso di vittoria con compensazione delle spese tra le parti. Ma l’INGV ha deciso invece di rivolgersi all’avvocato Gino Mannocci, del foro pisano, perché, come recita la delibera del consiglio di amministrazione, con cui viene affidato l’incarico, “l’avvocatura generale dello stato ha sede a Firenze e nessun ufficio a Pisa”, inoltre l’avvocatura conosce poco la vicenda, i fatti sono urgenti e “sono necessarie le conoscenze storiche che hanno portato alla nascita del progetto Sesta Porta”, che invece Mannocci ha “nei minimi dettagli”.

L’Ingv si è impegnato a versare all’avvocato 50.000 euro, a titolo di “studio della controversia”, altri 50.000 a titolo di “fase introduttiva”, 20.000, a titolo di “fase istruttoria” e 30.000 per la “fase decisoria”. Il tutto per un massimo di 5 udienze, oltre le quali Ingv avrebbe pagato 500 euro a udienza. Calcolando iva e contributi, si arriva a circa 200.000 euro.

“Argomentazioni del tutto pretestuose e prive di pregio giuridico”, secondo i parlamentari a 5 stelle, riferendosi a quelle addotte dall’INGV per affidare l’incarico “a un avvocato del libero foro con un esborso di circa 200.000 euro”. Al punto che ipotizzano “un palese danno erariale, atteso che qualora il patrocinio fosse stato affidato all’Avvocatura dello Stato l’ente medesimo non avrebbe sostenuto alcun costo”.

Nell’interrogazione si chiede quindi se “le motivazioni poste a base dei provvedimenti di conferimento nonché degli incarichi professionali all’avvocato di Pisa, posti in essere senza una procedura ad evidenza pubblica e senza alcuna comparazione con il curriculum di altri legali, non rappresentino un abuso di potere al quale il consiglio di amministrazione e il presidente dell’Ingv avrebbero fatto ricorso per procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale a terzi”.

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Pubblicato il: 14 aprile 2015

Argomenti: Cronaca, Pisa, Politica

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