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Scontro nel Pd. Nocchi: “Resto segretario provinciale e candidato”

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Il segretario provinciale del PD e candidato alle regionali risponde alle tante critiche che gli sono giunte dal suo partito in questi giorni sull’opportunità di mantenere un doppio ruolo. Stasera la resa dei conti


Alla fine prende parola anche lui, Francesco Nocchi, il segretario provinciale del PD che in questi giorni è nell’occhio del ciclone in vista delle regionali. E commenta la direzione provinciale del partito saltata, la richiesta di autosospensione e risponde alle critiche mossegli dall’interno del suo partito.

Intanto lo strappo del 7 aprile, quando pur essendo mancato il numero minimo per ratificare le candidature, la direzione ha deciso comunque di prendere atto dei nomi in lizza: “Quelle candidature presentate, oltre a rispettare il criterio della parità di genere e il numero di candidature definito dal regolamento regionale, appaiono largamente rappresentative dei criteri di radicamento territoriale, proiezione regionale, competenza, pluralità e apertura alla società richiamati nello stesso regolamento. Abbiamo poi preso atto del fatto che oltre a quelle otto non era pervenuta alcuna altra candidatura”.

“Nel corso di questi giorni ho letto di critiche nei miei confronti perché nella proposta di lista non sarebbe rappresentato tutto il territorio provinciale”, afferma poi Nocchi. “Critiche che si leggono sui giornali, ma che non sono mai state mosse da alcun dirigente locale del Pd o amministratore di quei territori che si dice siano sottorappresentati”. Territori, fa notare qualche militante Pd, che non sono stati chiamati in causa per capire l’assenza di candidati, compito che sarebbe spettato proprio al segretario provinciale.

“Penso comunque che le candidature del segretario provinciale, dell’ex segretario e capogruppo regionale, dell’ex presidente della provincia e del responsabile organizzazione regionale (per stare solo agli uomini), siano ovviamente ben rappresentative dell’intero territorio e della sua complessità”, dice ancora Nocchi, “ma penso inoltre che se per candidarsi, vale il principio dell’autocandidatura (chiunque vuole, raccoglie le firme ed acquisisce il diritto ad essere candidato), non si può che prendere atto delle candidature spontaneamente pervenute, e del fatto che esse nascono dall’esigenza di rappresentanza più che dei territori, delle componenti politiche del Pd, che infatti nella rosa degli otto, sono tutte ben rappresentate”.

Liquidata così la rappresentatività territoriale, nonostante l’evidente assenza della Valdicecina, della zona di Buti, il comprensorio del cuoio, Nocchi passa al tema dell’autosospensione. Sul conflitto fra i due ruoli – segretario e candidato – il dibattito interno al PD è asprissimo. Il primo a chiedere l’autosospensione di Nocchi è stato Simone Giglioli, esponente del Pd di San Miniato, proprio in occasione della prima presentazione della sua candidatura. Gli fu risposto picche e oggi Nocchi resta su quella posizione criticando il fatto che la questione sia stata posta come condizionante rispetto alla “partecipazione alla direzione di stasera”.

“Credo che prima di tutto occorra che sia ripristinata una correttezza di rapporti tra noi, che cessi questo svilimento volontario dei nostri organismi politici, come sta avvenendo con questa decisione di non partecipare alla direzione provinciale che dovrebbe validare le liste”, commenta.

“È utile ricordare – aggiunge – che nella fase di preparazione del regolamento per le candidature, poi approvato dalla direzione regionale, il tema fu posto, ma fu deciso di non prevedere per i segretari eventualmente candidati alcuno specifico adempimento. Infatti nel regolamento su questo punto non c’è niente. Così come nello statuto del partito, l’istituto della autosospensione, non è neppure citato: semplicemente non esiste”.

“Quindi la questione vera è: dimettersi da un incarico oppure mantenerlo”, dice ancora. “Io non intendo, come ho detto nella direzione provinciale in cui ho annunciato la mia candidatura, dimettermi dal mio ruolo. Ho preso un impegno con gli iscritti del Pd, che mi hanno eletto a larga maggioranza, ed intendo portarlo in fondo. Fino al momento in cui non ci sarà una incompatibilità politica o formalmente prevista dallo Statuto, come in caso di elezione”.

La questione verte anche sul tema della gestione della campagna elettorale: sono in tanti ad aver fatto notare come per un segretario provinciale, candidato, la strada sia più facile avendo struttura e organizzazione a “portata di mano”. Nocchi afferma che il problema sarebbe superato con l’affidamento di questo incarico a un’altra persona: “La segreteria provinciale ha investito con una responsabilità, ad oggi esclusivamente organizzativa, Osvaldo Ciaponi”, spiega.

“Personalmente, per opportunità, una volta candidato ufficialmente, mi asterrò dalle funzioni di rappresentanza e direttive relative alla gestione della campagna elettorale che spettano al Segretario. Pertanto proporrò alla prossima segreteria provinciale l’ingresso di Osvaldo Ciaponi in segreteria con il compito di gestire e coordinare la campagna e l’iniziativa politica del partito nel periodo elettorale, insieme ad un gruppo di tre membri della segreteria provinciale rappresentativi delle componenti politiche che sceglieremo insieme”.

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Pubblicato il: 10 aprile 2015

Argomenti: Pisa, Politica

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