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Caos nel Pd pisano: salta la direzione provinciale, candidature in bilico

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L’assemblea avrebbe dovuto ratificare le otto candidature espressa da Pisa e provincia per le prossime regionali. Ma i renziani hanno fatto saltare l’incontro in dissenso con Nocchi, segretario e candidato. Stasera nuova convocazione


Renziani che fanno i dispetti a quelli di Sinistra dem, con l’appoggio di cuperliani in minoranza rispetto a se stessi; i giovani naif che di lato aspettano che qualcuno li faccia passare, i civatiani che gridano allo scandalo, il segretario provinciale candidato che non lascia l’incarico e una direzione regionale pronta a scavalcare il PD pisano ratificando le candidature. Un bel clima quello che si respira in via Fratti in queste ore, dove a farla da padrona sono le guerre intestine piuttosto che i programmi per le candidature alle prossime regionali.

Con ordine. Lo scorso 7 marzo la direzione provinciale del Pd avrebbe dovuto votare per ratificare le 8 candidature a consigliere regionali, ma le presenze non sono bastate e il banco è saltato. Assenti illustri: tra i renziani il candidato Antonio Mazzeo, Patrizia Bongiovanni, Anna Batini e rispettive file a seguito, ma anche il cuperliano Ivan Ferrucci, vicino a Enrico Rossi e ostile alla candidatura di Francesco Nocchi, segretario provinciale.

La spaccatura fra le correnti è anche dovuta alla posizione di Nocchi: pur candidato non si è dimesso da segretario provinciale

È proprio la carica di Nocchi ad essere al centro della contesa: Nocchi infatti non si è dimesso da segretario provinciale pur avanzando la propria candidatura. Un conflitto di interessi che non piace al resto del partito, già alle prese con tandem non proprio pacifici, come quello Mazzeo-Bongiovanni. Antonio Mazzeo che intanto ha deciso invece di autosospendersi da responsabile organizzazione del Pd regionale. “La politica”, ha detto, “è fatta di trasparenza e non voglio che ci siano ombre sul mio ruolo durante questa campagna elettorale. Credo fermamente che un nuovo modo di fare politica sia possibile e doveroso ed è proprio in questo senso che ho ritenuto necessario autosospendermi dal ruolo che rivesto all’interno del Pd regionale”.

E mentre è stata convocata nuovamente la direzione provinciale per questa sera, ci si domanda cosa accadrà se i numeri dovessero mancare anche questa volta. Di certo, la palla passerebbe al partito regionale, roccaforte renziana, con scelte che potrebbero ulteriormente acuire il conflitto. Dalla direzione provinciale del partito tutto tace: non un commento sull’accaduto, non una posizione sul conflitto in atto. Nell’ordine del giorno approvato si legge solo che “pur constatando il mancato raggiungimento del quorum richiesto dal Regolamento regionale”, la direzione “prende atto e approva le candidature presentate validamente presso il collegio di garanzia provinciale e della richiesta di ricandidatura pervenuta da parte del capogruppo uscente il consigliere Ivan Ferrucci presso il collegio regionale di garanzia.”

A commentare intanto sono i Giovani Democratici e i civatiani. Matteo Trapani, segretario provinciale dei giovani dem, dice che “qualcosa si è rotto”, all’interno del partito. “Come un fumettista che si ferma a metà e lascia la storia dentro la matita”, scrive. “È stata una grande delusione vedere quella sera che oltre 2000 firme raccolte complessivamente dai candidati, segno della fiducia delle tante persone che nei territori credono ancora nella politica e nella capacità di confronto e discussione del PD, perdevano di fatto significato a causa dell’assenza di molti, troppi delegati”.

I GD sostengono la candidatura della 27enne Alessandra Nardini, la più giovane in lizza, e dicono: “La nostra candidatura è slegata da logiche correntizie e su quello continueremo a lavorare. Se proprio non interessa dare un senso di unità dentro il Partito, diamo un senso a tutti quegli iscritti che hanno messo la propria firma, a tutte quelle persone che in questo mese hanno girato la provincia per raccontare la propria storia”.

Parole dure arrivano anche dai civatiani, che sostengono la candidatura di Cristina Conti: “Non intervenire alle Direzione significa rifuggire le sedi di confronto del partito, così viene a mancare totalmente il dibattito politico anche dialettico ed aspro che è la linfa del senso di comunità del partito.” Lo dice Stefano Fabbri, membro della Segreteria Provinciale: “Non manca solo il senso di comunità, ma di partito. Il partito è ormai ridotto ad una serie di potentati legati da interessi trasversali”.

“Al congresso di 18 mesi fa – aggiunge – tutti e tre i candidati dissero che alla base del loro impegno c’era proprio la volontà di restituire il ruolo di discussione ed elaborazione politica a tutti i livelli del Partito e quello che sta accadendo dimostra quanto poco verso si sia cambiato, almeno a Pisa. Questo modo di procedere è eticamente inaccettabile, così come lo è telefonare per caldeggiare la presenza o l’assenza ad una riunione. Oltre tutto è una enorme mancanza di rispetto per tutti quei compagni che facendo un lavoro certosino e faticoso, sono andati a raccogliere le firme casa per casa in tutte le unioni comunali della provincia e per tutti quegli iscritti che hanno firmato per i vari candidati”.

Samuele Agostini, membro della Direzione Nazionale, parla di un “partito che muore di tatticismi e cattiva politica”. E Barbara Guerrazzi, Presidente della Direzione Provinciale, dice: “Voglio sperare che l’assenza in blocco del folto gruppo dei renziani sia dettata da un disagio reale, come ho letto sui quotidiani la mancanza di rappresentanza di alcuni territori, e non da un meschino tornaconto personale di alcuni candidati che avrebbero fatto “cartello”. Mi auguro che alla Direzione del 10 siano tutti presenti e finalmente sia restituito alla Direzione il suo ruolo di confronto politico, senza cercare il comodo rifugio dell’Assemblea Regionale, dove i numeri, si sa, dicono cose diverse da Pisa”.

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Pubblicato il: 10 aprile 2015

Argomenti: Pisa, Politica

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