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Nessuna commissione di indagine per le ex Stallette. La maggioranza boccia la proposta in Consiglio

gambacorti

Bocciata la richiesta dei gruppi di minoranza di istituire una commissione di indagine sulla vicenda delle ex Stallette. La proposta è stata portata in consiglio comunale giovedì 6, dopo settimane di discussione, carteggi, accesso agli atti negato, sull’onda di una domanda di trasparenza che i consiglieri hanno avanzato perché per finire i lavori occorrono 500mila euro in più rispetto a quanto previsto. Con gli 11 voti favorevoli delle opposizioni e 19 contrari della maggioranza la proposta è stata però bocciata.

A illustrare la richiesta al consiglio Raffaele Latrofa (NCD)che ha ripercorso la storia sottolineando la contraddizione fra la proposta di istituire una commissione di indagine – suggerita dallo stesso assessore ai Lavori pubblici Andrea Serfogli – e la posizione espressa dal Pd, che ha proposto invece di portare l’argomento nella prima Commissione consiliare di controllo e garanzia.

Potrebbe sembrare un tecnicismo la scelta del luogo di discussione, ma non lo è. Se infatti la prima Commissione è permanente e ha competenza in materia di servizi pubblici, enti derivati e società a partecipazione comunale, l’istituzione di una commissione di indagine è una misura straordinaria ma prevista dallo statuto, e svolge funzioni di inchiesta su fatti dai quali possono emergere responsabilità a carico di uno o più amministratori, dipendenti o collaboratori a qualunque titolo del Comune o di ente ad esso collegato.

Il consigliere e segretario comunale del Pd Andrea Ferrante ha motivato così il no alla mozione: “Riteniamo che la prosecuzione ordinaria del percorso consista nell’attivazione di strumenti che ha il Consiglio comunale per approfondire gli aspetti che vanno chiariti. C’è stata la richiesta, che mi risulta già prospettata nelle sedute della prima commissione, di intraprendere in quello strumento un primo percorso di approfondimento. La politica è poco credibile se pensa di attivare strumenti poco ordinari senza aver attivato quelli ordinari”.

“Non dobbiamo sollevare polveroni ma capire cos’è successo”, ha aggiunto Ferrante. “Gli strumenti straordinari non sono inibiti, devono attivarsi a fronte del fallimento delle procedure ordinarie e anche di fronte all’evidenziarsi di motivazioni estremamente cogenti, altrimenti diventano strumenti inutili e scontati. In ogni caso c’è la piena volontà di andare a fondo e comprendere esattamente quanto avvenuto”.

Perplessità è stata espressa dalla consigliera di SEL Simonetta Ghezzani: “Presenterò un atto per chiedere esplicitamente di consegnare ai consiglieri la relazione del Rup (il responsabile unico del progetto ndr), perché è insopportabile che ne venga negato l’accesso”, ha detto. “Credo però che abbiamo perso un’occasione per fare un ragionamento comune su una situazione critica”, ha detto riferendosi al pieno funzionamento delle commissioni, “e questo esito non qualifica la nostra posizione rispetto ai fatti, perché nessuno vuole nascondere niente”.

“Dall’analisi e dallo studio dei documenti a nostra disposizione siamo arrivati alla conclusione che quello dello Stallette non sia un caso isolato ma un modello di gestione degli interventi complessi da parte di questa amministrazione”, commenta Francesco Auletta, capogruppo di Una Città in Comune, che cita la relazione del Segretario generale sui controlli di regolarità amministrativa nel 2013: “Si parla esplicitamente di “irregolarità”, evidenziando in particolare alcuni comportamenti reiterati come la dilatazione dei tempi di realizzazione, progettazione incompleta e adozione non motivata di varianti con accrescimento dei costi”.

“Tali tendenze (o cattive abitudini) – dice la relazione del segretario – rappresentano delle disfunzioni che devono essere valutate con estrema attenzione perché vanno ad incidere sul buon andamento dell’attività amministrativa e possono costituire il lasciapassare per fenomeni più gravi, come quelli corruttivi.” “A fronte di tutto ciò – domanda Auletta – come è pensabile non istituire una commissione d’inchiesta?”

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Pubblicato il: 7 novembre 2014

Argomenti: Pisa, Politica

Visto da: 820 persone

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