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Estintori abbandonati nel Parco di San Rossore, denunciato il responsabile

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Il corpo di vigilanza dell’Ente Parco è riuscito a risalire alla ditta responsabile dell’abbandono, che ha sede legale nel comune di Livorno


rifiuti_parco_1Decine di estintori esausti, abbandonati nella Tenuta di Tombolo ai limiti del bosco di Marina di Pisa, nei pressi di via della Bigattiera, sono stati rinvenuti dalle guardie del Parco di San Rossore.
A seguito di accertamenti e indagini il corpo di vigilanza dell’Ente Parco è riuscito a risalire alla ditta responsabile dell’abbandono, che ha sede legale nel comune di Livorno. L’abbandono abusivo del materiale costituisce una forma illecita di smaltimento di rifiuti, peraltro aggravata, giacché il reato è stato commesso in un’area boscata protetta e un sito d’importanza comunitaria.

Dopo l’avvio delle indagini ed i primi interrogatori spiega l’Ente Parco “la ditta proprietaria si è affrettata a denunciare il furto degli estintori, lasciando quindi ipotizzare che si trattasse di un maldestro tentativo di camuffare il reato commesso”.

L’abbandono di rifiuti all’interno del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, è punito sia sul piano amministrativo, con sanzione pecuniaria, sia sul piano penale, attraverso specifica denuncia all’autorità giudiziaria.
Alla ditta responsabile è stata inoltre recapitata un’ingiunzione affinché provvedesse a proprie spese al ripristino dell’area e allo smaltimento a norma di legge del materiale abbandonato, cosa che è in effetti avvenuta nei giorni scorsi.

Come ulteriore conseguenza per i fatti commessi, la ditta livornese si troverà inoltre nella condizione di non poter più ricevere appalti dalla pubblica amministrazione.

“Le misure a cui vanno incontro i trasgressori in situazioni di questo genere – spiega l’Ente Parco in una nota – sono particolarmente pesanti ma tale durezza risulta indispensabile per contrastare un fenomeno, quello dell’abbandono dei rifiuti, sempre crescente e che colpisce il Parco in maniera sistematica.
Nonostante varie difficoltà, tra cui soprattutto la carenza di personale – anche se l’attività di vigilanza ambientale non viene svolta in via esclusiva, l’Ente Parco può disporre di appena dodici guardie su un totale di 24.000 ettari – e l’esistenza di altre priorità per le azioni di vigilanza, i controlli dell’Ente Parco proseguiranno comunque intensamente, anche in contesti particolari come quello dei rifiuti che arrivano dal mare: su tale aspetto si sta infatti tentando di classificarli nel tentativo di scoprire situazioni illecite di smaltimento di rifiuti speciali (materiale medico/ospedaliero, scarti di calzaturifici, etc.) che possono verificarsi nell’entroterra toscano e, tramite i fiumi, finire per trasformare le nostre spiagge in vere e proprie discariche”.

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Pubblicato il: 23 marzo 2015

Argomenti: A Nord, Ambiente

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