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Bitcoin, cosa sono, quanto valgono e chi li ha inventati

Antana-flickr

Mercoledì 25 marzo alle 21.30 il Gulp – Gruppo utenti Linux ha organizzato “un’introduzione a Bitcoin”. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Di Somma che affiancherà Fausto Soriani durante l’incontro


Cos’è il Bitcoin e come funziona? Se cercate una risposta a questa domanda l’occasione si presenta mercoledì 25 marzo alle 21.30  a Mixart, quando il Gulp – Gruppo utenti Linux si dedicherà appunto a introdurre il Bitcoin: dalle sue caratteristiche fino ad arrivare a capire come misurare il valore della moneta p2p, passando per la sicurezza di questa nuova tecnologia, alle implicazioni socio-economiche, ma analizzando anche le sue debolezze.

Per cominciare dall’ABC abbiamo parlato con Vincenzo Di Somma che mercoledì affiancherà il relatore principale, Fausto Soriani.

Partiamo dalle basi, a coloro che del Bitcoin hanno solo sentito il nome ma non sanno esattamente cosa sia, come lo descriveresti?

I Bitcoin sono sostanzialmente un circuito di pagamenti che permette lo scambio di valore tra gli utenti, all’interno di questo network l’unità di misura del valore sono appunto i Bitcoin.

La sua particolarità è di essere un’infrastruttura distribuita, non controllata da nessun ente pubblico/società privata e di avere commissioni molto basse, se non inesistenti, sui pagamenti (si va dai centesimi di euro al gratuito).

Da dove nasce l’idea di una “moneta virtuale”? E da chi?

La nascita dei Bitcoin risale al 2008 quando fu pubblicato un documento tecnico firmato da un certo Satoshi Nakamoto (probabilmente uno pseudonimo): il testo descriveva nei dettagli quale funzionamento e quali caratteristiche avrebbero avuto i Bitcoin. L’anno successivo fu distribuita la prima versione del software che avrebbe creato l’infrastruttura dei Bitcoin.

I Bitcoin nascono principalmente per soddisfare l’esigenza di trasferire valore tra gli utenti in maniera sicura utilizzando internet e senza avere la necessità di affidarsi ad un intermediario.

Quali sono le differenze con le monete tradizionali, e come si stabilisce quanto vale?

Le differenze con le monete tradizionali sono molteplici e sostanziali: la prima è che i Bitcoin non hanno un corso forzoso, cioè il loro utilizzo non è imposto dallo stato (ad esempio per pagare le tasse) ma è volontario da parte degli utenti che ne riconoscono l’utilità. Inoltre, visto che i Bitcoin sono insieme moneta e circuito di pagamenti, non sono di proprietà di nessuna società privata come accade per tutti gli altri network che conosciamo, ad esempio Visa, Mastercard, PayPal etc…

Il fatto che la rete Bitcoin non abbia nessun proprietario o “supervisore” combinato con la sua struttura diffusa e decentralizzata porta molti vantaggi rispetto alle altre monete/sistemi di pagamento: rende impossibile a chiunque sequestrarli, annullare i pagamenti eseguiti o più in generale impedire di utilizzarli. Per aprire un “conto” Bitcoin non bisogna registrarsi o chiedere l’autorizzazione a nessuno, semplicemente si installa un client (su qualsiasi pc, smartphone o tablet) e in autonomia si creano tutti i “conti” di cui abbiamo bisogno.
L’utilizzo dei Bitcoin non richiede (ma non impedisce) l’utilizzo di nessun intermediario, infatti uno dei suoi slogan è “Be your Bank“.

Infine un’altra delle principali peculiarità dei Bitcoin è che (come l’oro) non sono inflazionabili, nel senso che il loro numero massimo è fissato in partenza, ne saranno emessi 21 milioni: questa è un’altra caratteristica che dà più diritti e potere agli utenti rispetto alle altre valute: nessuno potrà decidere di stamparne a necessità diminuendo il valore di quelli già in circolazione.

Il valore dei Bitcoin è determinato solo dal mercato: ci sono molti exchange nel mondo che permettono di convertire i Bitcoin nelle valute tradizionali e su ognuno si incontrano domanda e offerta per determinarne il prezzo, ogni exchange ha quindi un suo prezzo per i Bitcoin (non esiste un mercato unico come il forex), ma lo stesso mercato impedisce grossi scostamenti di valore tra loro.

Quanto si è diffuso come sistema di pagamento? Ci sono paesi dove questo sistema inizia ad essere accettato per i pagamenti? In Italia si sta diffondendo?

Al momento ci sono più di 6000 attività nel mondo che accettano direttamente pagamenti in Bitcoin, ma ci sono anche dei servizi di intermediazione che permettono di pagare qualsiasi cosa con la criptovaluta (si possono pagare anche gli stipendi ai dipendenti, le bollette, bonifici etc..).

In Europa questo nuovo network si sta diffondendo molto rapidamente, soprattutto in Olanda, Inghilterra, Germania e Spagna, ma anche negli Stati Uniti sta avendo molto successo.

In Italia questo strumento sta crescendo un po’ più lentamente, ma anche da noi il seguito non manca; per dare un’idea al momento sono stati attivati 9 atm sul territorio, i negozi che accettano Bitcoin sono quasi 400 e la base di utenti è stimata in 5000/6000 persone.
 
A Pisa è stato inaugurato lo scorso giugno un “bancomat” di Bitcoin, sta riscuotendo successo? Ci sono altre esperienze di uso del Bitcoin nella nostra città?

L’atm installato a Pisa (il secondo in Italia), ha avuto un buon successo considerato che si tratta ancora di un servizio di nicchia: il bancomat ha dalla sua parte vantaggi come l’incredibile semplicità di utilizzo, l’istantaneità delle transazioni e la sua economicità rispetto alle alternative presenti sul mercato, che lo aiutano a conquistare nuovi utenti.

A partire da questo mese il negozio di informatica e fotografia digitale Computer Shop (che ospita l’atm) ha deciso di accettare i Bitcoin in cambio dei propri prodotti, sia per gli acquisti in negozio che per quelli sul suo shop online; inoltre entro la fine dell’anno prevediamo di attivare in almeno una decina di negozi a Pisa la possibilità di pagare in Bitcoin.

Se negozi, aziende o singoli cittadini volessero iniziare a usarlo a chi si possono rivolgere?

Gli appassionati di Bitcoin in Italia si stanno riunendo intorno alla Bitcoin Foundation Italia. La fondazione promuove la diffusione di Bitcoin e sta costruendo una rete di esperti locali che possono supportare chi muove i primi passi con questa nuova tecnologia. La Fondazione può sicuramente aiutare a mettere in contatto esperti e neofiti.

 

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Pubblicato il: 23 marzo 2015

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa

Visto da: 1938 persone

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Una risposta a: Bitcoin, cosa sono, quanto valgono e chi li ha inventati

  1. avatar Luca Spinelli scrive:

    Articolo molto ben fatto complimenti Francesca!
    Occhio solamente che “chi GLI ha inventati” è rimasto nell’URL. Fix it soon please 😀

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