MENU

Il mistero del bilancio di Fisiologia Clinica: mancano 3,4 milioni, atti in Procura

IFC_1

In un verbale del consiglio di istituto si parla esplicitamente di “consistenti criticità” nei conti. Licenziato il responsabile dell’ufficio entrate, il direttore Giorgio Iervasi consegna gli atti in Procura


Mancano oltre 3 milioni di euro all’appello per l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, soldi iscritti nel bilancio fra le entrate certe ma, pare, mai arrivati nelle casse dell’istituto. Un quadro critico quello che emerge all’ombra di uno degli istituti più importanti dell’Area della ricerca di Pisa, con un personale composto da circa 500 persone fra ricercatori, tecnologi, assegnisti, dottorandi e personale amministrativo.

La vicenda, sulla quale l’istituto ha depositato gli atti in Procura, va indietro negli anni, dal 2011 almeno, ma solo in queste ultime settimane si chiariscono alcuni contorni. Negli scorsi giorni tutto il personale è stato chiamato in assemblea per ricevere una comunicazione, mentre lo scorso 22 dicembre è stato il Consiglio di Istituto a prendere atto di una situazione illustrata dall’attuale direttore Giorgio Iervasi che ha parlato di “consistenti criticità” nei conti.

Sul bilancio sarebbero state registrate delle entrate relative a progetti forse inesistenti, o comunque inappropriati

Il problema è che nel bilancio 2013 compaiono crediti di importi rilevanti per i quali è apparsa “difficile o dubbia la possibilità di rintracciare i titoli giustificativi”, e insieme a questo, veniva riscontrato “un disallineamento” tra i due sistemi contabili dell’istituto. Stessa questione per il 2014, quando la forbice tra entrate accertate ed effettivamente incassate si amplifica.
Cos’è successo? Stando a quanto illustrato da Iervasi al consiglio di istituto, già dal passaggio di consegne con il precedente direttore, rimasto in carica fino a maggio dello scorso anno, erano emerse alcune anomalie. Con le prime verifiche a ottobre la cifra nota è di 1,9 milioni, cui si aggiunge poco dopo un altro milione e mezzo. Lo scenario è confuso: sarebbero state registrate entrate relativi a progetti “inesistenti”, “inappropriati o inesigibili”, come si legge nel verbale del consiglio, che avrebbero creato una situazione contabile falsata e sopratutto, non sottoposta a controlli.

A creare una situazione anomala sarebbe stata anche un’organizzazione degli uffici “non conforme con quanto previsto dal Regolamento del CNR”, con un segretario amministrativo cui competevano le funzioni legate alle spese, e un “ufficio entrate”, di diretta emanazione del direttore, cui spettavano la gestione delle risorse in entrata, la loro acquisizione, l’accertamento e la stipula delle convenzioni. Tutte funzioni in mano a una sola persona che dal 10 gennaio non è più dipendente del CNR, com’è stato comunicato a tutti i lavoratori, e che lavorava alle dirette dipendenze del precedente direttore.

Tutte gli accertamenti sulle entrate fino a qualche mese fa erano gestiti da una sola persona, ora licenziata

Per questo a fine settembre 2014 il direttore Iervasi ha riunificato le funzioni complessive di ragioneria in capo al segretario amministrativo, che fino a quel momento gestiva le sole spese. Una scelta quest’ultima contestata da un membro del consiglio di istituto che ritiene piuttosto “che il segretario amministrativo non abbia lavorato bene”, e in qualità di ricercatore afferma di non potersi fidare che questa persona “continui a gestire i soldi dell’istituto”, come ha fatto mettere a verbale. “A mia conoscenza nulla le è addebitato”, replica Iervasi, “occorre stare attenti. Me ne sono assunto la responsabilità in accordo con i vertici delle istituzioni”.

E tra crediti non esigibili e “una serie cospicua di irregolarità obiettivamente molto gravi”, a molti è risultato quanto meno strano che nessuno se ne accorgesse, che non ci fossero controlli incrociati o verifiche puntuali. Su questo Iervasi mantiene il massimo riserbo e a paginaQ si limita a dire: “Ho avvisato tempestivamente gli organi competenti, ovvero la procura, che sta svolgendo le indagini, non appena ho avuto le prove che ci potevano essere irregolarità contabili”.

Non è dato sapere quindi quali siano i progetti per i quali non si trovano i relativi titoli di credito, né come si sia potuta creare una situazione contabile di questo tipo. Un altro membro del consiglio ha fatto notare come delle cose successe “una direzione non può non accorgersi”; con un bilancio totale di 7-8 milioni di euro, “di fronte a sbilanciamenti pari a quasi il 50% del bilancio non penso si possa parlare di scompensi fisiologici o sviste bensì di cattiva amministrazione”.

Accuse gravi cui si somma la preoccupazione per i ricercatori coinvolti “che su questi progetti inesistenti continuano a lavorare”. Su questo Iervasi assicura di aver illustrato tutta la situazione al CNR nazionale: “È al corrente e si farà carico di tutte le problematiche connesse alle attività ordinarie e straordinarie dell’istituto”. Come a dire, tapperà i buchi del caso.

Mentre la Procura indaga il clima all’IFC è tesissimo. Il direttore ha chiesto insistentemente la massima riservatezza ribadendo che occorre “difendere l’immagine dell’istituto”. Al nostro giornale Iervasi ha tenuto più volte a dire che la richiesta di indagini è partita proprio dall’IFC, che vuole tornare il prima possibile alla normalità. Ma il terremoto contabile e la ricerca di eventuali responsabilità sono solo all’inizio.

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 19 febbraio 2015

Argomenti: Cronaca, Economia-Lavoro, Pisa

Visto da: 2515 persone

, , , , ,

Post relativi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.