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Dimissioni Landucci. Nocchi e Ferrante: “Un disegno che punta a dividere il partito”

pd

Per i dirigenti del PD le uscite di queste settimana puntano a indebolire il PD. Dai microfoni di Puntoradio intanto Stefano Landucci parla di parole meschine e dell’offerta di entrare in giunta ricevuta nei giorni scorsi


“Non emerge alcun rilievo specifico nei confronti dell’operato della giunta che dimostri come la maggioranza si sia allontanata dalla sua ispirazione originaria”. Così Francesco Nocchi e Andrea Ferrante, rispettivamente segretario provinciale e comunale del PD, commentano l’uscita di Stefano Landucci dalla maggioranza e dal partito.
Dimissioni che secondo Nocchi e Ferrante appaiono motivate come quelle dell’assessore Dario Danti “molto più da dissensi circa l’operato del Governo nazionale e della Giunta regionale che non dell’amministrazione comunale di Pisa”.
“Tutto legittimo – dicono – ma in contrasto con l’esigenza di mettere al primo posto il funzionamento delle istituzioni nell’interesse dei cittadini”.
E se è vero che ieri Landucci comunicando la sua scelta ha inquadrato il suo addio al PD nel contesto delle larghe intese del governo Renzi e con la rottura del patto Italia Bene comune, è anche vero che non sono mancati riferimenti alla scelte locali, come il no al nuovo palazzo dei congressi e al consumo di territorio.

Stefano Landucci ha parlato anche per Pisa di una coalizione di governo che con l’uscita di SEL non esiste più, e di uno spostamento dell’asse politico che si allontana dalle istanze tradizionalmente considerate di sinistra.
“Non c’è alcuno spostamento a destra nella maggioranza del Comune di Pisa – sottolineano Andrea Ferrante e Francesco Nocchi – c’è solo l’uscita unilaterale di Sel e di un nostro consigliere, eletto con Filippeschi e con il Pd. Un disegno che punta a dividere il nostro partito e, come dimostra l’intempestiva uscita di Landucci, a indebolire il Pd e la sua rappresentanza istituzionale, abbozzato in modo poco responsabile sulle spalle della città”.

Intervenendo martedì 17 ai microfoni della trasmissione Primo Piano su Puntoradio, Landucci ha commentato le parole di Nocchi e Ferranti definendole “meschine”, anche alla luce del fatto che, rivela, “domenica il segretario comunale mi ha offerto di entrare in giunta”.

Mentre nel Partito Democratico va avanti la verifica interna, su Facebook il dibattito intono alle dimissioni di questi giorni è vivace.

Luigi Branchitta, consigliere comunale del PD nella scorsa legislatura, che a fine gennaio si è dimesso da consigliere del CTP 5 scrive in un post

branchitta
Così replica Patrizia Bongiovanni, consigliera in carica del PD:

bongiovanni
A fare un bilancio della situazione della maggioranza subito dopo l’uscita di Landucci è Francesco Pierotti

pierotti

E la scelta dell’immagine a commento è significativa del filo a cui sono appesi i numeri della maggioranza in consiglio.

pierotti_foto

 

 

La repica di Andrea Ferrante a Stefano Landucci
“Questa mattina in diretta a Punto Radio ha affermato che sabato scorso gli avrei offerto una posizione di assessore nella giunta del sindaco Marco Filippeschi. E con deleghe a scelta, sembrerebbe.
È indispensabile chiarire che non ho mai fatto questa offerta anche perché, come tutti sanno, non sono titolato in alcun modo a farne. Del resto, anche volendo, non avrei avuto nessuna possibilità di corrispondere ad una eventuale risposta affermativa. Chi mi conosce sa che ho molto chiare le differenti responsabilità dei segretari eletti nei congressi di partito, che nominano le proprie segreterie, e del Sindaco eletto dalla città, cui la legge giustamente affida il compito di attribuire gli assessorati”.

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Pubblicato il: 17 febbraio 2015

Argomenti: Politica

Visto da: 1158 persone

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Una risposta a: Dimissioni Landucci. Nocchi e Ferrante: “Un disegno che punta a dividere il partito”

  1. avatar andrea scrive:

    In Italia abbiamo le menti labili e quindi ci dimentichiamo molto presto delle promesse fatte dai ns, è un parolone grosso definirli politici quando hanno chiesto il voto, forse perchè anche noi abbiamo un tornaconto, forse perchè ce ne freghiamo o forse perchè ci viene il mal di stomaco quando sentiamo parlare di politica. La mia brevissima esperienza mi ha insegnato che a dire la verità in politica è una rimessa, bisogna sempre promettere e il mantenere è sempre un optional, sta alla bravura del politico dimostrare che non ha potuto fare a causa di …., o le condizioni socio economiche e programmatiche non consentivano di ..
    Politica pisana con l’aeroporto mi sembra di vedere la stessa situazione del consorzio trasporti, la ASL di Massa, in pratica l’applicazione del principio dei vasi comunicanti. Le società/aziende pisane hanno i bilanci attivi si legano ad altre realtà in deficit, la fusione permette il pareggio, che amministratore. Con quali soldi verrà realizzata la pista fiorentina che viaggia parallela all’autostrada? Una volta realizzata le compagnie aeree pisane che faranno? Si trasferiranno? A Pisa che rimarrà? Già l’HUB militare. Ai pisani è anche troppo.

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