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Tra crisi di maggioranza e appelli all’unità, Pisa fa tremare Filippeschi

sindaco

Si chiude la lunga settimana politica che ha visto conclamata la crisi di maggioranza, se ne apre un’altra di incertezza e confusione. Tra appelli di sostegno al sindaco, feroci critiche, conflitti tra partiti e striscioni indignati degli ultras


Un appello a difesa della maggioranza e del Sindaco Filippeschi è stato diffuso nella giornata di sabato da una 70ina di persone, professionisti di spicco e non della città.

Dal filosofo Remo Bodei al presidente del Polo Tecnologico di Navacchio Andrea Di Benedetto, all’avvocato Francesco Barachini, membro del cda di SAT, all’avvocato Giuseppe Toscano, presidente della Fondazione Teatro di Pisa, al direttore del CNR Domenico Laforenza, al plurincaricato imprenditore Marco Magnarosa, al presidente di Confesercenti Antonio Veronese, al presidente della CNA e di CTT Nord Andrea Zavanella. E ancora, funzionari, avvocati, ricercatori e imprenditori.

Un asso tirato fuori dal PD al termine di una difficile settimana e nei tempi giusti per una poderosa uscita domenicale, l’appello da alcuni definito degli “intellettuali” di Pisa definisce grave l’uscita di SEL ed esorta tutti a ritrovare un’unità attorno a Filippeschi perché la sua caduta sarebbe dannosa alla città.

Un asso nella manica del PD l’appello delle personalità più o meno di spicco della città a sostegno di Filippeschi

“Noi stiamo con il Sindaco”, questo il titolo del testo che a poche ore di diffusione ha scatenato numerose reazioni anche sui social, tra entusiasmo e critiche feroci. “La nostra speranza è che le ragioni delle dimissioni non siano legate ad ambizioni personali e alla ricerca di trampolini di lancio per accreditare candidature e progetti politici del tutto estranei ai problemi di Pisa”, si legge.
“Tutto questo a metà del secondo mandato del Sindaco e con il rischio di non portare a termine una esperienza positiva di buon governo della città, la quale non comprende e non merita comportamenti di questo tipo né che personalismi di vario genere vengano fatti prevalere sull’interesse della comunità”. Motivo per cui, scrivono: “Noi stiamo con il Sindaco perché pensiamo che questa città bella e complessa debba essere governata da una classe dirigente competente che sia all’altezza delle sfide dell’attuale congiuntura e che quanto è stato fatto sino ad ora è positivo e merita di essere incoraggiato. Sosteniamo il Sindaco perché continui nella sua azione di governo e insista con ancora più forza nel cambiamento di questa città”.

Di diverso avviso il consigliere di Forza Italia Giovanni Garzella, che cita Tito Livio per sintetizzare la situazione pisana: “Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata”, per ribadire che “la crisi di Palazzo Gambacorti non nasce su qualcosa di politico ma è ed era intrinseco ad una maggioranza non omogenea”.

Ancora più duro il commento di Diego Petrucci, capogruppo di Noi Adesso Pis@, che dice: “Vanno capiti stanno difendendo il loro posto di lavoro. La tragicomica raccolta di firme a sostegno del Sindaco, tanto inopportuna, quanto inutile, appare più come una presa di posizione a sostegno del proprio datore di lavoro, che di un progetto politico”.

Intanto, mentre giovedì 19 al Teatro Sant’Andrea Dario Danti ha organizzato un incontro pubblico per spiegare “perché mi sono dimesso da assessore”, con un titolo a effetto: “La coerenza è Pisa”, un’altra voce importante di SEL, quella di Carlo Scaramuzzino, si esprime sull’appello pro Filippeschi: “La macchina da guerra del PD, come da prassi, si è messa in moto innanzitutto per intorbidire le acque – scrive – per fare in modo che la città perda di vista il contenuto sostanziale della ragione per cui Dario Danti si è dimesso da assessore e SEL ha deciso di uscire dalla maggioranza: la privatizzazione dell’aeroporto, avvenuta attraverso una sequenza di mosse (dalla vendita delle azioni regionali al voto favorevole alla fusione) decise ed imposte in casa PD – non senza lacerazioni -, con una ciliegina finale: la lettera /annuncio del ministro Lupi non suffragata da nessuna copertura giuridico/amministrativa (ed immediatamente smentita dalla Commissione Europea)”.

“Non capisco cosa significhi ipotizzare le elezioni anticipate e pretendere il bisogno della città di essere amministrata”, aggiunge, e replica anche alla dirigenza del PD che ha invocato la ‘conta’: “La maggioranza senza Sel in Consiglio può disporre di 18 consiglieri; se il Pd, per lotte e divisioni interne non riesce a mantenere compatta la maggioranza che ha voluto la fusione di Sat e AdF, la colpa non può essere di SEL. Spero sia chiaro a tutti che le decisioni assunte per assecondare la megalomania fiorentina del presidente del consiglio mettono a serio rischio la più importante infrastruttura pisana – 2400 dipendenti diretti o in appalto; un grande indotto”.

Se la maggioranza sarà o meno in grado di mantenersi compatta lo si capirà in parte già oggi, quando il consigliere di area civatiana Stefano Landucci comunicherà la propria posizione in questa conclamata crisi di maggioranza.

Intanto c’è uno scollamento già evidente, una presa di posizione chiara contro l’esito della vicenda aeroportule. È quella della curva nord che durante la partita di ieri ha srotolato lo striscione che vedete qui sotto.

striscione_curva

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Pubblicato il: 16 febbraio 2015

Argomenti: Pisa, Politica

Visto da: 1807 persone

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2 risposte a: Tra crisi di maggioranza e appelli all’unità, Pisa fa tremare Filippeschi

  1. avatar Il democratico scrive:

    La maggior parte non sono “intellettuali”, ma persone che devono la propria poltrona o la propria fortuna alla tessera del PD. Forse l’unico nome di un intellettuale degno di nota a livello internazionale è Remo Bodei.

  2. avatar Beppe scrive:

    Scrivono gli “intellettuali”: <La nostra speranza è che le ragioni delle dimissioni non siano legate ad ambizioni personali e alla ricerca di trampolini di lancio per accreditare candidature e progetti politici del tutto estranei ai problemi di Pisa”. Ecco spiegate le "ragioni" con un metodo "boffino/camorristico" timidamente stemperato da quell'incipit "La nostra speranza è . . . ". Del resto "La calunnia è un venticello/ un’auretta assai gentile/ che insensibile sottile/ leggermente dolcemente/ incomincia a sussurrar. Piano piano terra terra/ sotto voce sibillando/ va scorrendo, va ronzando/ nelle orecchie della gente/ s’introduce destramente,/ e le teste ed i cervelli/
    fa stordire e fa gonfiar".

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