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Lavoratori delle Province, siglata un’intesa per riassorbimento in Regione

provincia

A firmarlo Regione Toscana, l’ANCI Toscana , CGIL, CISL e UIL. I dipendenti seguiranno le funzioni incorporate dalla Regione. Salari e inquadramento resteranno inalterati


Firmato ieri un accordo in Regione sul futuro dei lavoratori provinciali a rischio dopo l’approvazione del riordino delle Province e i tagli imposti dalla Legge di Stabilità, che prevede la riduzione del 50% delle spese per il personale, e del 30% per quello della Città metropolitana.

L’intesa, siglata da Regione Toscana, l’ANCI Toscana e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, invita le Province a dichiarare gli “esuberi” del personale in possesso dei requisiti previdenziali pre-Fornero. Inoltre impegna la Regione a farsi carico del personale impiegato nelle funzioni che a questa saranno trasferite, e gli enti territoriali e statali a mettere in atto tutti gli strumenti per ricollocare il rimanente personale.

Salari e inquadramento dei lavoratori delle Province, prevede l’accordo, rimarranno inalterati, salario accessorio e posizione giuridica compresa.  Il personale sarà trasferito insieme alle funzioni e nei trasferimenti saranno presi in considerazione anche gli assunti a tempo determinato e i Co.co.co.

L’accordo ribadisce anche che al tavolo di confronto regionale dovranno essere definiti criteri generali, certi e omogenei, per il personale interessato al trasferimento. Il trasferimento del personale conseguente al passaggio delle funzioni alla Regione, ai Comuni o alle Unione dei Comuni, non comporterà necessariamente il cambiamento della sede di lavoro. La Regione  per favorire il mantenimento dei servizi il più possibile vicini ai cittadini, aprirà degli uffici territoriali in ogni Provincia e Città metropolitana.

L’intesa firmata ieri si inserisce nella riorganizzazione delle funzioni provinciali, avviata dalla riforma Delrio, che si concluderà con l’approvazione da parte del consiglio regionale della proposta di legge presentata dalla giunta.
In Toscana sono 4500 i lavoratori impiegati nelle istituzioni provinciali e che dunque saranno investiti dalla riorganizzazione.

“Con la nostra legge – ha spiegato il governatore Enrico Rossi – abbiamo attuato il riordino delle competenze regionali basandoci su tre principi: il principio di vicinanza (laddove possibile sempre meglio decentrare per essere più vicini al cittadino), di adeguatezza (alcune questioni devono essere invece gestite da ‘adeguata’ distanza) e di separazione (i cittadini devono avere ben chiaro qual è l’ente competente a seconda della materia). In quest’ottica abbiamo deciso di riportare alla Regione le competenze su agricoltura, ambiente e formazione stabilendo un termine di tre mesi per definire il transito del personale dalle Province nell’ambito di queste funzioni”.

Con la riforma alla Regione passeranno le funzioni provinciali in materia di agricoltura, anche quelle delegate a Unioni di Comuni,  di forestazione, caccia e pesca, orientamento e formazione professionale. La Regione avrà inoltre competenze in materia di rifiuti, difesa del suolo, tutela della qualità dell’aria e delle acqua, inquinamento acustico ed energia. Il Genio Civile sarà presente nei territori e competente per progettazione, manutenzione e polizia idraulica.

Presente al tavolo anche  l’Upi, l’associazione delle Province, che ha però deciso di non firmare l’accordo per rimarcare il mancato accoglimento di un emendamento riguardante le risorse da attribuire da parte della Regione alle Province: l’emendamento chiedeva che si assegnasse non una quota parte in relazione a questa fase di transizione, ma la totalità dei finanziamenti del 2015 per  compensare i forti tagli dovuti al Patto di stabilità.

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Pubblicato il: 5 febbraio 2015

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa

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