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Robotics innovation facilities, un circuito per il test dei robot a Peccioli

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Nella campagna pisana nasce la prima struttura del genere in Italia (e la terza in Europa, le altre sono una a Bristol e una a Parigi). Lo scopo è trovare applicazioni per le soluzioni individuate dalla ricerca, prima di tutto in campo agricolo


Per testare l’efficacia di una nuova soluzione robotica e per far sì che possa trovare applicazioni e quindi un impatto concreto sul mercato, a Peccioli nascerà la Robotics innovation facilities, una sorta di circuito di prova dei robot. Quello della campagna pisana sarà la prima struttura del genere a livello italiano ed una delle tre attivate in Europa (le altre due sono a Bristol e Parigi) nell’ambito del progetto europeo Echord ++ (European Clearing House for Open Robotics Development), che si concluderà nel 2018 e che per una parte rilevante è coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. La presentazione ufficiale si terrà lunedì 9 febbraio alle 11.00 presso la tenuta Poggio al Casone in via Volpaia 16 a Crespina alla presenza del direttore dell’istituto Paolo Dario.

La scelta dell’ambientazione per “lanciare” un progetto di innovazione tecnologica non è dettata soltanto dalla bellezza nella campagna toscana. L’azienda che gestisce la tenuta è interessata alla realizzazione di un sistema robotico che sarà utilizzato per aumentare l’efficacia di alcune operazioni agricole. Già questo può costituire un esempio, efficace e concreto, di uno degli obiettivi del progetto europeo ECHORD++, che punta a facilitare l’interazione tra ricercatori, industrie di robotica e utenti. L’obiettivo è colmare il divario tra il mondo della ricerca e quello delle applicazioni industriali attraverso due strumenti che vedono coinvolto l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna: gli esperimenti e il “circuito” che li ospita a Peccioli, aperto gratuitamente alle aziende e alle istituzioni di ricerca che vogliono collaborare e sviluppare nuove applicazioni robotiche.

La Robotics innovation facilities di Peccioli è un’infrastruttura dove testare le nuove soluzioni robotiche in un ambiente dinamico, reale e realistico, con un adeguato supporto di strumentazione e di personale. L’infrastruttura presenta una particolarità che la rende unica in Europa: è inserita nella rete dei laboratori dell’Istituto di BioRobotica del Sant’Anna – che oltre a quelli della sede principale di Pontedera comprende la Casa domotica di Peccioli, il Centro di robotica marina a Livorno, il Lab congiunto di bioingegneria della riabilitazione a Volterra e la residenza assistita di Ghizzano – che fanno squadra con altri soggetti, come il Comune di Peccioli e le aziende della Valdera, in particolare agricole e vitivinicole, che si sono già dette disponibili a collaborare.

Sempre durante l’evento di lunedì 9 febbraio, a Crespina saranno presentati gli esperimenti sovvenzionati dall’Unione Europea nell’ambito del progetto ECHORD++ a seguito del primo bando tenutosi a marzo 2014, ognuno con circa 300.000 euro di finanziamento. Partendo da 137 proposte giunte, ne sono state selezionate 16, portate avanti da sei consorzi italiani tra cui cinque aziende spin off della Scuola Superiore Sant’Anna: Humanware Srl, Fabrica 136, Robotech Srl, Ekymed Srl, Fastenica Srl. Di questi 16 progetti, sei utilizzeranno il “circuito dei robot” di Peccioli.

“La Robotics innnovation facilities – anticipa Paolo Dario, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna – diventerà il principale riferimento per un’area nella quale sono presenti tutte le condizioni per sperimentare. Questa è un’iniziativa dall’importanza strategica per promuovere le applicazioni reali della robotica di servizio, in quanto si propone come struttura permanente per ospitare e per valutare le prestazioni e l’accettabilità di una vasta gamma di sistemi robotici sviluppati da gruppi di ricerca e da industrie. Infatti queste infrastrutture, al momento il progetto ECHORD++ ne prevede tre: a Bristol, a Parigi e, appunto, a Peccioli, costituiscono una opportunità molto originale a livello internazionale; utilizzarle – conclude Paolo Dario – può essere un vantaggio competitivo per compiere numerose ricerche di tipo trasnazionale”.

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Pubblicato il: 4 febbraio 2015

Argomenti: Economia-Lavoro, La Piana, Tech

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