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Giuliana Musso in “La fabbrica dei preti”, il 21 febbraio

la fabbrica dei preti

Dopo il successo dello scorso anno con lo spettacolo SexMachine Giuliana Musso ritorna a Cascina con un nuovo spettacolo.
Intima nei toni e terribilmente verosimile nel dare corpo e voce al dolore, alle paure, alle fragilità di un popolo di preti, l’interprete diventa carne e pensiero, lacrime, dubbi ed ideali di quegli uomini toccati da una grazia pesante, gravati da una missione impervia.

 

Alla Città del Teatro
sabato 21 febbraio ore 21

La fabbrica dei Preti
di e con Giuliana Musso

Alle 18.30 incontro aperto al pubblico
condotto da Gherardo Vitali Rosati (giornalista, autore e critico teatrale)

Entriamo assieme nella grande fabbrica silenziosa. Prima, però togliamoil cappello e fermiamoci un attimo a pregare per tanta manovalanza sacrificata e rovinata in tutti questi anni e secoli. E, facendo unosforzo, spendiamo un requie anche per le maestranze.
da “La Fabriche dai Predis” di Don Pietrantonio Bellina

I seminari degli anni ’50 e ’60 hanno formato una generazione di preti che sono stati ordinati negli anni in cui si chiudeva il Concilio Vaticano II e si apriva l’era delle speranze post-conciliari. Una generazione che fa il bilancio di una vita. Una vita da preti che ha attraversato la storia contemporanea e sta assistendo al crollo dello stesso mondo che li ha generati.

La dimensione umana dei sacerdoti è un piccolo tabù sul quale vale la pena di alzare il velo per rimettere l’essere umano e i suoi bisogni al centro o, meglio, al di sopra di ogni norma e ogni dottrina. I seminari di qualche decennio fa hanno operato per dissociare il mondo affettivo dei piccoli futuri preti dalla loro dimensione spirituale e devozionale. Molti di quei piccoli preti hanno trascorso la vita cercando coraggiosamente uno spazio in cui ciò che era stato separato e represso durante la loro formazione si potesse riunire e liberare. A questi preti innamorati della vita ci piacerebbe dare voce e ritrovare insieme a loro la nostra stessa battaglia per “tenere insieme i pezzi”

Giuliana Musso

 

Assistenza e ricerche fotografiche Tiziana De Mario
Responsabile tecnico Claudio Parrino
Collaborazione allestimento Massimo Somaglino
Realizzazione video Giovanni Panozzo e di Gigi Zilli
Elementi di scena Francesca Laurino
Ricerche bibliografiche Francesca Del Mestre
Consulenza musicale RiccardoTordoni
Canzoni e musiche di Giovanni Panozzo, Daniele Silvestri,
Marcello Serli, Mario D’Azzo, Tiromancino
Produzione La Corte Ospitale
produzione, promozione, formazione, ricerca per il teatro

La Fabbrica dei Preti è l’ultimo lavoro di indagine e scrittura di Giuliana Musso. Uno spettacolo che intreccia tre diverse forme di racconto: un reportage della vita nei seminari declamato dal “pulpito”(ispirato al racconto di Don Bellina), la proiezione di tre album fotografici e la testimonianza vibrante di tre personaggi (un timido ex-prete, un ironico prete anticlericale ed un prete poeta\operaio). In apertura un  prologo che ci ricorda cosa è stato il Concilio Vaticano II (1962-1965). Sul palco una serie di schermi di proiezione degli anni ’60 e alcuni abiti appesi: una tonaca, un vestito da sposo, un clergyman, una tuta da operaio.

I tre personaggi interpretati da Giuliana sono uomini anziani che si raccontano con franchezza: lagiovinezza in un seminario, i tabù, le regole, le gerarchie, e poi l’impatto col mondo e col mondo delle donne, le frustrazioni ma anche la ricerca e la scoperta di una personale forma di felicità umana. Lo sfondo di ogni racconto è quella stessa cultura cattolica che ha generato il nostro senso etico e morale e con esso anche tutte le contraddizioni e le rigidità che avvertiamo nei nostri atteggiamenti, nei modelli di ruolo e di genere, nei comportamenti affettivi e sessuali. Lo spettacolo, mentre racconta la storia di questi ex-ragazzi, ex-seminaristi, ci racconta di noi, delle nostre buffe ipocrisie, paure, fragilità… e della bellezza dell’essere umano. E così mentre ridiamo di loro, ridiamo di noi stessi e mentre ci commuoviamo per le loro solitudini possiamo, forse, consolare le nostre.

 

Spettacolo stupendo, intelligente e profondo. Che certamente denuncia un certo tipo di vecchia Chiesa, ma esalta la fede di chi crede così come – non suoni strano – di chi non crede in un dio, ma nell’uomo e nella vita. Da dovunque provengano.”
Alessandra Agosti, Il Giornale di Vicenza

Intensa, versatile, intima nei toni e terribilmente verosimile nel dare corpo e voce al dolore, alle paure, alle fragilità di un popolo di preti… curando ogni particolare, Musso diventa carne e pensiero, lacrime, dubbi e ideali di quegli uomini toccati da una grazia pesante, gravati da una missione impervia.
Giambattista Marchetto, Il Gazzettino


Giuliana Musso (“alta” e popolare come Baliani, Paolini, Celestini, Curino), anche con la forza del dialetto, con lapotenza di un’ironia sottile, scardina la gola profonda dei meandri dell’indottrinamento, commuove con la semplicità del racconto orale.
Tommaso Chimenti. Il Fatto Quotidiano

Musso da voce e corpo alla vicenda umana e di fede di tre anziani sacerdoti, tutti a loro modo segnati da quella fabbricamicidiale di frustrazione e repressione, che erano i seminari. E sono tre momenti di grandissimo teatro, per verità, versatilità e intensità di interpretazione.
Mario Brandolin. Il Messaggero

 

Alle ore 18.30 incontro aperto al pubblico con GIULIANA MUSSO
condotto da Gherardo Vitali Rosati (giornalista, autore e critico teatrale)
ingresso libero

SALA PICCOLA Biglietti da 10 a 15 euro

Prevendita circuito boxoffice, www.boxol.it  e presso il teatro

La Città del Teatro via Toscoromagnola 656 Cascina (Pisa)
biglietteria@lacittadelteatro.it
345.8212494

 

lacittadelteatro.it

 

citta-teatro-logo

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Pubblicato il: 2 febbraio 2015

Argomenti: brandedQ, Città del Teatro

Visto da: 526 persone

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