MENU

“Reenactments”. Dalla collezione Guastapaglia quattro artisti allo Studio Gennai

J.P.Maciás

Leone Contini, Sophia Eham, Delio Gennai e Juan Pablo Macías con i loro progetti dalla natura itinerante e ancora in piena fase evolutiva e di ricerca. Fino al 14 febbraio a Pisa


Sabato 17 gennaio alle ore 18 è stata inaugurata la mostra Reenactments – on curating / on collecting allo Studio Gennai di Pisa, un progetto di Guastapaglia Contemporary Art visibile fino al prossimo 14 febbraio.

Orari: 17.00-19.30 da martedì a sabato

La mostra rievoca progetti di quattro artisti presenti nella collezione Guastapaglia, una raccolta ancora giovane, frutto dalla passione per l’arte e della costante collaborazione tra collezionista e curatrice, Emily Barsi, laureata in storia dell’arte, nata a Pietrasanta, trasferita a Monaco 20 anni fa.

Gli artisti Leone Contini, Sophia Eham, Delio Gennai e Juan Pablo Macías sono invitati a rimettere in scena quattro installazioni presentate recentemente in spazi artistici in Germania, curati da Emily Barsi e sostenuti in parte dalla collezione Guastapaglia. Lo Studio Gennai diventerà cosi luogo di Reenactments e fruizione estetica dei quattro progetti, ognuno dei quali dalla natura itinerante e ancora in piena fase evolutiva.

Delio Gennai. Nell’installazione Hilal, Above the Rubble, creata appositamente per galleria Gedok Monaco di Baviera nel 2012, Delio Gennai rielabora un’ormai dimenticata testimonianza delle guerre turche del XVII secolo. Si tratta di uno stendardo ottomano, esposto per circa 200 anni nel Duomo Frauenkirche di Monaco di Baviera come simbolo della vittoria cristiana sugli Ottomani. La bandiera andò persa durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e solo qualche foto e ne documenta l’esposizione come trofeo di guerra nel Duomo. Con Hilal, Above the Rubble Delio Gennai fa resuscitare virtualmente l’ormai scomparsa “bandiera turca” della Frauenkirche rimuovendo i simboli dello stendardo dal loro nesso originario e dirigendo l’attenzione dello spettatore su di essi. Si tratta di un progetto ancora in evoluzione e in piena fase di ricerca, in collaborazione con l’Istituto di storia dell’arte dell’Università di Monaco di Baviera (LMU) e con l’ordine dei Cavalieri della Chiesa di Santo Stefano di Pisa.

Juan Pablo Macías. L’artista messicano rievoca Tiempo Muerto: History of the Universe in twenty minutes. Tiempo Muerto è un progetto itinerante che si pone come obbiettivo l’acquisto di un nuovo spazio per la Biblioteca Social Reconstruir di Città del Messico, la più grande risorsa di testi anarchici dell’America Latina. La mostra, presentata come terza tappa al Kunstraum di Monaco di Baviera nel 2013, si incentrava sul processo editoriale degli ultimi due numeri della rivista Tiempo Muerto, TM#2 e TM#3. Il programma editoriale è stato attivato nel 2012 come un modo per accompagnare il progetto e riflettere in senso astratto e pragmatico sul rapporto tra conoscenza del potere e conoscenza insurrezionale. Durante il periodo della mostra allo Studio Gennai video, opere fotografiche e performances testimoniano il processo di produzione editoriale. Inoltre, oltre 300 foto di piccole dimensioni illustranti lo sviluppo di Topolobambo, una colonia utopica in Messico fondata nella seconda metà del XIX secolo, verranno esposte sulle pareti della galleria e potranno essere acquistate direttamente dai visitatori per un importo pari alle tariffe applicate dal “proprietario originale.”

Leone Contini. Il progetto itinerante Imagined Menu si sviluppa a partire dalla sconfitta militare italiana nota come la disfatta di Caporetto, 1917.

“Giosuè Fiorentino, fratello di mio nonno, fu preso prigioniero pochi giorni dopo lo sfondamento delle linee italiane e trascorse l’ultimo anno di guerra a Cellelager, nel nord della Germania. Gli internati nel lager di Celle soffrirono il freddo e la fame, ma allo stesso tempo misero in atto strategie collettive di resistenza. Alla sbobba del campo, a malapena sufficiente per mantenere il loro corpi in vita, i prigionieri contrapposero un cibo immaginato. Era il cibo dei ricordi, ricette raccontate nelle lunghe ore di noia e fame, che Giosuè trascrisse su due taccuini. Voglio immaginare questo gesto come il tentativo di rifondare un’idea di comunità a partire dalla folla di corpi affamati che gremiva la baracca B98 – uno dei due taccuini porta questa sigla come titolo -, attraverso un’azione corale di immaginazione e condivisione. Il risultato è un vasto mosaico di cucine italiane di inizio 900, filtrato attraverso il ricordo soggettivo e spesso ipertrofico dei soldati affamati, 250 ricette dal Friuli alla Sicilia”.

Allo studio Gennai l’artista ricostruisce la seconda tappa di Imagined Menu, presentato nel 2014 al Kunstraum di Monaco di Baviera in cooperazione con Kunstverein Milano. L’installazione, costituita dalle “tracce” prodotte durante una lecture-performance, era stata concepita come flusso narrativo che de-costruisce le procedure di nutrizione e controllo del corpo del soldato durante la Grande Guerra, dalle trincee fino ai campi di prigionia, dopo la disfatta di Caporetto.

Sophia Eham. La giovane artista tedesca è cresciuta a Tegernsee, in Germania. Dal 2011 vive e lavora tra Rio de Janeiro e Monaco di Baviera. Si è laureata in Industrial Design a Barcellona Eina e alla IUAV a Venezia. Dopo l’esperienza di lavoro al CAM Chelsea Museum of Art e la Galleria Nilufar di Milano, continua i suoi studi presso EAV Parque Lage, Scuola di Arti Visive a Rio de Janeiro. Allo Studio Gennai l’artista espone il suo progetto fotografico Fantasmi e Desideri. L’artista si riferisce a un mondo femminile con ritratti e autoritratti. Sono frammenti e collage di fotografie che esplorano l’espressione personale di femminilità e di intimità. Un punto centrale nella ricerca di Sophia Eham è costituito da una costante ricerca e riflessione del vivere una vita nomade nella nostra società contemporanea.

Foto di Dania Gennai

Download PDF

Post relativi

2 risposte a: “Reenactments”. Dalla collezione Guastapaglia quattro artisti allo Studio Gennai

  1. avatar sara scrive:

    ma a parte l’inaugurazione in che giorni e orari è possibile visitare questa mostra? sul sito dello studio gennai non sono riuscita a trovarlo.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.