MENU

Riforma del sistema sanitario: tre maxi Asl per tutta la Toscana

sanità

Le attuali 12 Asl continueranno a funzionare per tutto il 2015, ma verranno commissariate. Nel 2016 la fusione definitiva. Ognuna avrà un proprio direttore e autonomia imprenditoriale


Approvata dalla Giunta della Regione Toscana a dicembre, la riforma della sanità regionale è stata illustrata oggi dall’assessore Luigi Marroni alla IV Commissione Sanità del Consiglio Regionale: sarà infatti il consiglio a doverla approvare per trasformala in legge e dunque farla diventare operativa.

La proposta di legge prevede che dalle 12 attuali ASL in cui è divisa la Toscana, si passi a tre aziende sanitarie attraverso un percorso di fusione che durerà un anno. Le nuove maxi Asl corrisponderanno alle tre aree vaste della regione: Toscana Centro (Firenze, Prato, Pistoia, Empoli), Toscana Nord Ovest (Massa Carrara, Versilia, Lucca, Pisa, Livorno) e Toscana Sud Est (Siena, Arezzo, Grosseto).

L’idea originaria della giunta toscana prevedeva anche l’accorpamento immediato delle aziende ospedaliero-universitarie, ma ha spiegato l’assessore Marroni “per ora questo obiettivo resta sullo sfondo, perché ha bisogno di un dibattito e leggi nazionali”.

Le attuali 12 Asl continueranno a esistere e dunque a funzionare per tutto il 2015, ma nel frattempo decadranno i direttori generali: le aziende verranno infatti dirette da un commissario unico per ciascuna area vasta. Per ogni Asl verrà nominato un vice-commissario, che per lo svolgimento delle sue funzioni si avvarrà di uno staff composto da professionisti del servizio sanitario regionale.

Il 1 gennaio 2016 è la data individuata per la definitiva fusione e l’istituzione di tre grandi Asl, ognuna con un proprio direttore di Area vasta, ognuna dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia imprenditoriale, organizzativa, amministrativa e contabile.

Tre gli aspetti su cui l’Assessore alla sanità della Toscana ha concentrato l’attenzione per sostenere la necessità di compiere questa riforma.

L’organizzazione – “L’esperienza di questi ultimi anni – ha detto Marroni – ci dice che l’organizzazione dei servizi sanitari ha bisogno di una base più ampia di quella aziendale, per molte attività la dimensione aziendale si sta rivelando un limite. La dimensione ideale è quella di Area vasta”.

Scenario epidemiologico – “L’allungamento della vita e la continua evoluzione delle malattie croniche implicano costi sempre più alti. Ci sono nuovi farmaci e nuove tecnologie che danno speranze sempre maggiori, ma che costano sempre di più comportando spese che non sono sostenibili per i bilanci di nessuna delle nostre 12 Asl attuali. Come ad esempio il nuovo farmaco per l’epatite C: nel 2015 curare con questo farmaco una parte dei pazienti toscani costerà tra i 45 e i 55 milioni, che non sono previsti in nessun bilancio”.

Riduzione delle risorse – “Il Patto di stabilità comporta una fortissima riduzione dei finanziamenti disponibili a fronte di una spesa per la sanità che rappresenta il 70-80% dei bilanci regionali”.

Si tratta, ha detto Luigi Marroni di “un percorso complesso, che era già iniziato oltre un anno fa con il passaggio dai 3 Estav, gli Enti tecnico-amministrativi di Area vasta, all’Estav unico. Un percorso che vorremmo fare con la più ampia base di partecipazione possibile, e quindi attraverso una concertazione con enti locali, Università, sindacati”.

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 19 gennaio 2015

Argomenti: Salute - Sanità

Visto da: 1634 persone

, , , ,

Post relativi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.