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GRAND QUIGNOL! 10 euro

Georges Méliès - First Wizard of Cinema vol.1 - Star Films 001-386 (1896-1901) 161

Il teatro secondo Sara & Hengel


Il teatro è davvero strano. L’altro giorno mi sono arrabbiato non poco. Ho visto uno spettacolo. Tremendo. Prezzo: 10 euro.

“Capito, Sara? 10 euro a testa! Siamo usciti con venti euro ed ora non abbiamo neanche i soldi per prendere un amaro e digerire quella roba lì!”

“Dai, Hengel… è Teatro, non essere sempre intollerante…” mi risponde Sara.

Per fortuna c’è lei: sono rabbioso, cerco spiegazioni, penso ai 10 euro del biglietto e a quella cosa che ho visto.

“Ma davvero, Sara?”

“E vabbé, dai, per una volta che si va a vedere uno spettacolo…anche se proprio non è il massimo… va bene così, no?”

“Sì, Sara, ok, però stocazzo. Possibile che si pensi sempre che il teatro possa essere fatto così d’emblée? Ma tu li hai mai visti dei musicisti che non sanno neanche suonare “Fra Martino” fare un concerto e chiedere 10 euro d’entrata? E hai mai pagato 10 euro per vedere un giocoliere che sa a malapena far girare tre palline? Io no, porco Giuda.”

Sara (per fortuna c’è lei), abituata a dare risposte caste alle mie domande oscene, ribatte calma: “Ripeto, devi rilassarti… e poi per te quasi tutti gli attori e i registi non ne sanno abbastanza del Mestiere… Su una cosa hai ragione, però: col teatro ci si improvvisa facile…”

“Esatto, diamine. E sul serio, Sara, non capisco come mai”

“È molto semplice, vedi, con la musica si deve saper suonare uno strumento. O si sa farlo o no. Col teatro è diverso. Cosa devi saper fare? Parlare e muoverti. E più o meno tutti sanno parlare e muoversi”.

“Sì cavoli, ma non funziona così, il teatro va al di là di questo, è qualcosa di più profondo…”

“Vero. Ma loro credono così. Fare teatro per loro è tuttalpiù studiare a memoria qualche pagina, memorizzare entrate ed uscite dalla scena… E il resto vien da sé. E guarda, ormai il teatro è quasi tutto in questo modo, fattene una ragione!”

“Boia però… E la gente? La gente che applaudiva? Tutti ciechi?

“Sei proprio ingenuo. In certi giri funziona così, ci si dà parecchie pacche sulle spalle a vicenda, ci si dice bravi l’un l’altro. E son tutti contenti. Lasciali un po’ vivere, dai.”

“Uffa. Il fatto è che impoveriscono quest’arte già tanto bistrattata e incompresa. La cosa mi fa star male. Ti sembrerà strano ma ci tengo al buon nome del Teatro. E poi la consapevolezza cazzo, la consapevolezza!”

“Ma consapevolezza di cosa, Hengel? Di non saper fare teatro? Di non aver neanche la più pallida idea di cosa sia? Di non essere buoni attori? E poi non vorrei entrare nell’annoso problema, ma lo decidi tu se sono bravi o no?”

“No guarda Sara, oggettivamente…”

“Seee… oggettivamente. Ok. E se anche avessero questa coscienza? Cosa otterresti? Persone meno felici, che non si mettono più in gioco. Vorresti questo? Preferiresti che andassero a giocare alle slot? Che fossero teledipendenti? Perlomeno provano ad esprimersi, abbi un briciolo di pietà.”

“Sì, però questa è gente che poi finisce nei Festival, nelle programmazioni dei Teatri, magari puppano soldi pubblici… poi la gente pensa che il teatro sia tutto lì e il teatro muore…”

“Tommaso, Logion 26, 1: Gesù disse: Vedi la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello, ma non vedi la trave che è nel tuo occhio.”

Maledette citazioni bibliche! Come mi è venuto in mente di regalarle i Vangeli Apocrifi per Natale?
Ma ormai è fatta, mi taccio come un cane bastonato alle sacrosante parole di Sara (per fortuna c’è lei) e dirigo lo sguardo verso una serie di bancarelle non lontane da noi. Ci avviciniamo. Una è di vecchi libri e… miracolo! Trovo “Alla ricerca del Teatro perduto” di E. Barba. Prima Edizione del 1965. Raro. Intonso.

Prezzo: 10 euro.

Impazzisco: “Noooo… 10 euro, cazzo! E abbiamo speso tutto per quel dannato spettacolo! 10 euro!! Noooooo….. Neanche se mettiamo insieme le monetine ci arriviamo… Porca… col cavolo la pagliuzza nel mio occhio, ci hanno spennato e facevano schifo… 10 euro!”

Sara, per fortuna c’è lei, mi prende il libro di mano calmissima, si avvicina al venditore, tira fuori il portafogli, ne cava 10 euro di quelli nuovi e ritorna col raro tomo bello imbustato.

“Tiè, lo volevi?”

“Ma come… Non avevi anche tu solo 10 euro in tasca? E questi dove li hai trovati?”

“Come, dove li ho trovati?! Son sempre quelli, non sono mica idiota a spenderli per vedere del teatro fatto in quel modo, andiamo… Tu fa come vuoi, ma io non voglio mica sovvenzionare certi obbrobri… Mi avrai per caso presa per una stupida? La signorina della cassa si è distratta e io son passata. Ma come, non te ne sei accorto?”

Rimango allibito. Col mio bel libro da 10 euro in mano e la faccia da pesce lesso.
Sara mi guarda con un sorriso furbetto.
Già. Per fortuna c’è lei.

Nella foto: Georges Méliès, L’homme-orchestre (Star Film 262-263, 1900)

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Pubblicato il: 18 gennaio 2015

Argomenti: Cultura, Teatro

Visto da: 1574 persone

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7 risposte a: GRAND QUIGNOL! 10 euro

  1. avatar nemopropheta scrive:

    Facile parlare quando si ha un posto dove fare le prove gratis, c’è chi con i dieci euro del biglietto ci si deve pagare l’affitto del posto dove provare.
    voglio vedere fra quanto riapre il cantiere san bernardo.
    Ciao

  2. avatar Sara & Hengel (Teatro Cantiere) scrive:

    Ah ah ah… Oh Propeta, canta che ti passa: http://youtu.be/Sl2ODarCSZQ
    PS: grazie di leggerci sempre 😉

  3. avatar nemopropheta scrive:

    Aggiungo ci sono artisti, non come voi che si devono pagare tutto e quello è già confrontarsi con il mercato
    in riguardo ai soldi pubblici voi ne state gia usufruendo per primi viso che la chiesa non è vostra.
    dovreste dare 10 euro ad ogni artista pisano.

    • Caro Propeta, tu hai bisogno d’amore. Lo diciamo sinceramente. Sei gonfio di rancore. E ci dispiace. Noi siamo qui a farci due risate e magari tu sei lì che stai male. Sei anche disinformato e finisci per roderti il fegato su cose che non conosci. Soffri: ci si pensava Sara ed io, e ci è venuta un po’ di tristezza. Vorremmo aiutarti, tenderti una mano, darti un abbraccio. Non stiamo scherzando. Facciamo così: visto che volevi sapere quando il Cantiere fosse aperto sappi che il Martedì sera, ad esempio, lo è sempre. C’è il nostro lab. di teatro. Ore 20.30, aperto a tutti e GRATIS, da anni. Ci viene tanta gente. Lo sapevi? Volevamo invitarti: un po’ di buon teatro ti aiuterebbe a stare meglio con te stesso e gli altri. Che ne dici? Non ti daremo 10 euro ma di più: un laboratorio annuale gratuito con la certezza che non ti useremo per fare uno spettacolo al fine di spillare 10 euro a tuoi parenti e amici… lo faremo solo per amore puro e incondizionato. E per farti stare meglio. Ti va?
      Magari in questo modo la tua voce sconosciuta e clandestina diventerà finalmente qualcosa di concreto e potremo alfine conoscerci di persona.
      http://www.teatrocantiere.it/attivita/laboratori/incontri-aperti

  4. avatar Giovanni scrive:

    The church is not your, L’église ne est pas votre, Die Kirche ist nicht Ihr, Cerkev ni vaš, Церковь не является вашим
    ..vista por escrito en varios idiomas parece un argumento válido

  5. avatar nemopropheta scrive:

    Grazie dell’invito. Ci facc nu pensier’.
    Scuotendosi di dosso il giogo politico, la società civile si scuote di dosso i lacci che avvincevano il suo spirito egoista.
    Riassumendo parecchio.
    Ciao

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