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Gare viziate e da rifare per la Sala delle Baleari

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Chiusa da giugno del 2011, per finire i lavori e riaprirla bastano 100mila euro e 3 mesi di lavoro. Ma tra gare viziate, annullamenti e attese infinite ad oggi i lavori sono bloccati


I lavori per la riapertura della Sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti sono fermi da due anni ormai. Non mancherebbe molto alla loro conclusione: 3 mesi circa di lavori, e se partissero spediti potrebbero concludersi a metà 2015 e permettere la riapertura di una sala storica, nota per ospitare, insieme al consiglio comunale, anche gli affreschi – ora restaurati – come “La presa di Gerusalemme”, “L’impresa di Sardegna”, e l’opera da cui prende il nome “La conquista delle Baleari”.

Il condizionale è d’obbligo sui tempi, in questa storia di lavori pubblici di per sé semplice, fatta di restauri degli affreschi – completati grazie a un finanziamento della Fondazione Pisa – e di opere murarie necessarie agli impianti. Lavori di smontaggio e rimontaggio dei pavimenti per fare le canalizzazioni che servono agli impianti termici, idrici, elettrici e di video sorveglianza delle Baleari, della Sala Rossa e della Sala Matrimoni. E cifre basse: circa 100mila euro il totale dei lavori. Ma più di un fattore è andato storto.

Con ordine. Nell’autunno del 2012 il Comune avvia le procedure di gara per la realizzazione delle opere murarie di cui sopra. La gara viene fatta su invito, trattandosi di lavori delicati e su un immobile vincolato. Vengono chiamate cinque ditte e l’appalto viene affidato al consorzio Cotrep di San Giuliano, a dicembre dello stesso anno.

La gara viene annullata a settembre 2013, quasi un anno dopo l’aggiudicazione, con i lavori mai iniziati

Passano i mesi, 9 per l’esattezza. A settembre 2013 ci si accorge che qualcosa non va e l’amministrazione annulla l’aggiudicazione della gara. Gli atti parlano di “vizi di gara” e i motivi sono gravi: il numero di imprese invitate “non risulta conforme” a quelle previsto dalla legge per i lavori su beni culturali, ovvero 15; “alcune delle imprese invitate, tra cui l’impresa aggiudicataria, non sono in possesso dei requisiti speciali”, richiesti appunto per chi interviene su immobili vincolati. Infine, la stessa impresa vincitrice non risulta in possesso dei requisiti generali – non ulteriormente specificati – previsti dalla legge e non ha fornito alcuni documenti richiesti dall’Ufficio Contratti.

Passa ancora del tempo; ad aprile del 2014 l’amministrazione decide di procedere con una nuova gara, sempre a invito, ma la gara non viene pubblicata. A novembre vengono approvati i documenti tecnici e a dicembre perfezionati gli atti per procedere con gli inviti. Si arriva così a oggi: l’architetto Marco Guerrazzi, responsabile del procedimento, dice che la gara è quasi in pubblicazione, all’assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli risulta che sia già pubblicata. Ma ancora non è visibile.

“Sarà questione di giorni”, dice Serfogli, che sui ritardi estremi di questi lavori afferma: “So che la gara a suo tempo presentò dei problemi. Doveva essere ribandita rapidamente ma si sono persi due anni. Ho chiesto a più riprese che la gara fosse bandita e mi sono lamentato che non venisse fatto. Non era un problema di risorse – aggiunge – dato che erano già vincolate per questi lavori”.

Sul perché si sia arrivati a questo punto e sulle responsabilità di una gara piena di vizi formali, svolta dalla direzione manutenzione edifici comunali, Serfogli ammette di non essere a conoscenza dei dettagli: “Apprendo ora di questi problemi, chiederò conto a chi fece la gara. Ma vista la mancanza cronica di personale è probabile che vengano fuori pasticci come questo”.

 

Foto tratta da comune.pisa.it

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Pubblicato il: 16 gennaio 2015

Argomenti: Cronaca, Pisa, Politica

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