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Opera da camera: I sacchi di Sabbia e Auser Musici

VERDI

Al Teatro Verdi di Pisa
per il ciclo Opera da Camera
giovedì 5 febbraio 2015 ore 20.30
in Sala Titta Ruffo

I Sacchi di Sabbia

EIN MUSIKALISCHER SPASS ZU DON GIOVANNI

un progetto di Giovanni Guerrieri, Giulia Solano e Giulia Gallo

con Arianna Benvenuti, Lisa Carpitelli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Matteo Pizzanelli, Federico Polacci, Giulia Solano
tecnica Federico Polacci
produzione I Sacchi di Sabbia/Compagnia Sandro Lombardi
in collaborazione con Teatro Sant’Andrea, La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi
con il sostegno della Regione Toscana

a seguire, ore 21.30

Alessandro Melani

L’EMPIO PUNITO (selezione da)

Dramma musicale in tre atti (1669) da El burlador de Sevilla di Tirso de Molina

Libretto di  Filippo Acciaiuoli e Giovanni Filippo Apolloni
Ipomene/Acrimante Claudia Muntean
Cloridoro/Atamira Rita Matos Alves
Bibi/Atrace Carlo Torriani
Delfa/Tidemo Sergio Cabrera Hernandez

Direttore Carlo Ipata
Auser Musici

Mise en espace Giovanni Guerrieri

Una serata all’insegna del mito di Don Giovanni, con un delizioso divertissement e con una selezione da quella che fu la prima grande esperienza teatrale dell’allora giovane compositore barocco Alessandro Melani.
In apertura dunque, il già rodato spettacolo dei Sacchi di Sabbia, Ein musikalischer spass zu Don Giovanni, un capriccio per “boccacce e rumorini” che propone, attraverso una partitura rigorosissima di “gesti musicali”, la struttura essenziale del Don Giovanni di Mozart: una selezione delle arie più significative incastonate in un disegno drammaturgico compiuto e interpretate “rumoristicamente” dagli attori della Compagnia I Sacchi di Sabbia. Lo spettacolo è in definitiva un’esecuzione a cappella di una riduzione strumentale del Don Giovanni da parte di una piccola corale. I sei giovani che la compongono non sono però musicisti, ma attori che hanno costruito la loro partitura “recitando” la musica di Mozart, imitando fino allo sfinimento una versione del Don Giovanni eseguita da Karajan nel 1986. Dalla recitazione “del suono”, dal tentativo di riprodurre il rumore dello strumento, si arriva – addentrandosi dalla “parte sbagliata” quella che nessun musicista praticherebbe – ad una pionieristica versione dell’Opera di Mozart: una versione “sgrammaticata”, senza “rappresentazione”, ma che in virtù delle tragicomiche espressioni facciali degli attori chiamati ad imitare le sonorità  degli strumenti e l’ausilio della proiezione del libretto sullo sfondo, riesce ad evocare l’essenza del grande personaggio mozartiano. Frutto di un approccio all’opera spiazzante, d’una interpretazione “teatrale” in cui il testo dello spettacolo è rappresentato dalla melodia e dalla timbrica degli strumenti, questo lavoro si colloca nella scia di una ricerca sul melodramma che nel 2008 ha fatto vincere alla formazione pisana il prestigioso Premio Ubu. Un omaggio a Mozart: uno sberleffo e al tempo stesso un atto d’amore per un’opera magnifica.
A seguire, Auser Musici, ensemble noto per il rigore filologico e per la meritoria opera di valorizzazione e riscoperta di partiture dei Maestri toscani del Sei/Settecento, presenterà una selezione da L’Empio punito di Alessandro Melani (1639-1703), compositore che, nato a Pistoia, visse a Roma dove fu  maestro di cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore, e successivamente – fino alla morte – maestro a San Luigi dei Francesi. Fu il 17 febbraio 1669 che, nel palazzo dei Colonna in Borgo, sotto la direzione scenica di Filippo Acciaiuoli, venne rappresentato il suo dramma per musica L’empio punito , alla presenza della regina Cristina di Svezia e di un folto gruppo di cardinali da lei invitati. Composto dal Melani su testo di Acciaiuoli messo in versi da Giovanni Filippo Apolloni, L’Empio punito è la prima opera sul soggetto del don Giovanni, entrato nella storia letteraria ai primi del Seicento grazie alla versione di Tirso de Molina, El burladór de Sevilla, e circolato in Italia con il titolo Il convitato di pietra. La scrittura di Melani indulge fin da questo lavoro alla densità contrappuntistica tipica dell’opera romana, evita la staticità del recitativo (che tuttavia non ha ancora raggiunto la sveltezza caratteristica della produzione di fine secolo), preferendo a questo gli ariosi e la giustapposizione di arie e duetti di diverso carattere.

 

www.teatrodipisa.pi.it

Schermata 2014-11-01 alle 10.22.14

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Pubblicato il: 15 gennaio 2015

Argomenti: brandedQ, Teatro Verdi

Visto da: 743 persone

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