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Bilancio di previsione: critiche e proposte delle minoranze

gambacorti

Ha preso il via questa mattina la discussione che porterà all’approvazione del bilancio di previsione 2015 del Comune di Pisa, mentre nei giorni scorsi le diverse forze di minoranza hanno già fatto sentire il loro dissenso sui metodi e contenuti della manovra. Prima unanime critica quella sui metodi appunto: ad essere contestata è la messa in votazione di un testo che dovrà essere rivisto a breve termine alla luce della Legge di Stabilità, che ieri è stata licenziata anche alla Camera. Poi ci sono le critiche sul merito, su cui hanno fatto sentire la propria voce Una città in comune-Prc, Forza Italia, Noi adesso PiS@ e Movimento 5 Stelle.

Una città in comune – Prc
Il primo rilievo della lista civica è quella sulle aliquote Irpef che il Comune di Pisa fissa allo 0,2%, indipendentemente dai redditi. La proposta è di introdurre un criterio di progressività introducendo esenzioni e aliquote crescenti a seconda del reddito: esenzione per i redditi inferiori a 15 mila euro, mantenimento dell’aliquota dello 0,2 per chi ha redditi tra i 15 e i 28 mila euro, e poi una progressività crescente fino a un massimo dello 0,8 per chi ha più di 75 mila euro.

Con il maggior gettito la proposta è di trasferire 1 milione di euro a Apes, vincolando 500 mila euro per le manutenzioni straordinarie degli alloggi ERP, e i restanti 500mila alla riqualificazione funzionale degli alloggi ERP. La revisione dell’addizionale Irpef permetterebbe poi, spiegano, “di raddoppiare le risorse destinate al verde urbano e i parchi, per realizzare alcuni primi interventi al Parco di Cisanello e orti urbani nei quartieri”

La lista propone quindi modifiche al piano delle opere pubbliche: lo spostamento di 455 mila euro da opere varie (il filare di palme a Tirrenia, la rotonda di Via Cammeo, la videosorveglianza) sul tema della viabilità, della sicurezza stradale tramite le manutenzioni delle strade  e del superamento delle barriere architettoniche. A questo si aggiunge la proposta di destinare fin da subito risorse da destinare alla messa in sicurezza del cavalcavia di Sant’Ermete.

Movimento 5 Stelle
“Un bilancio scarsamente significativo – lo definiscono i 5 Stelle – la vera partita si giocherà con la prima variazione di bilancio quando saranno più chiari i contenuti della legge di stabilità”.  I consiglieri pentastellati rilevano un aumento della Tari (che potrebbe arrivare al 15% nel 2016) non giustificato sul piano dell’efficientamento del servizio. “Una criticità – spiega Elisabetta Zuccaro – dovuta all’affidamento diretto del servizio, mentre una maggiore razionalizzazione della spesa potrebbe essere ottenuta attraverso la messa a gara del servizio”.

A questo si aggiunge la contrarietà per la scelta di realizzare i cassonetti interrati, con un investimento stimato di 2,5 milioni di euro, che crea un sistema misto “mentre sarebbe opportuno andare verso l’introduzione del porta a porta su tutto il territorio comunale”. Sul capitolo Tasi, “sebbene la determinazione avviene a legislazione  invariata e dunque andrà rivista, rileviamo l’eliminazione delle detrazioni e l’introduzione di un aliquota fissa al 2,5% sulle prime case che contrasta con il principio di progressività creando una tassazione iniqua che va a incidere su un patrimonio di base e non certo sui redditi alti”.

A fronte di una capacità di spesa ridotta conclude la consigliera Zuccaro “vengono mantenuti con un grande sforzo i servizi indispensabili, mentre vengono tagliate considerevolmente le spese in conto capitale. Si scontano scelte di politica nazionale, a cui questa amministrazione non è estranea, che mettono in atto una progressiva privatizzazione dei servizi a danno dei cittadini”.

Forza Italia – PdL
Ad essere additate negativamente dalla forza di centro destra sono le dichiarazioni dell’amministrazione comunale su un bilancio di previsione che non aumenta la tassazione per i cittadini. Ma la Tari, sottolineano in consiglieri di Forza Italia aumenterà del 4,6% quest’anno con l’estensione del porta a porta. Una scelta contestata, spiega Riccardo Buscemi “non perché siamo contrari a incentivare l’aumento della raccolta differenziata, ma perché riteniamo che potevano essere individuati sistemi meno onerosi e con meno disagi per cittadini, come la creazione di cassonetti interra1ti con accesso tramite tessera magnetica”.

Accanto all’aumento della Tari ad essere sotto accusa è la mancata capacità di ottenere dal “governo nazionale ‘vantaggi’ che altri comuni sono stati in grado di spuntare, come il pagamento degli stipendi delle insegnanti di scuola materna a carico dello Stato. Ma anche maggiori entrate dall’addizionale sui diritti di imbarco di passeggeri che a fronte di 4,5 milioni di passeggeri porta a Pisa solo 90 mila euro”.

A sottolineare l’inutilità di una manovra di bilancio in assenza di certezze normativa è il consigliere Gino Logli che parla di incapacità “di questa amministrazione di portare avanti il contenimento dei costi. Ne sono un esempio gli appalti del verde e dei cimiteri”.

Contestata poi la tassa di scopo, da cui è prevista un entrata in tre anni di 3,9 milioni di euro per finanziare, spiega Giovanni Garzella “interventi non straordinari ma opere come quelle sulla sicurezza idraulica, la fognatura bianca di Tirrenia e il sottopassaggio a Putignano, che da anni sono presenti nel piano delle opere pubbliche. Senza contare che su oltre 9mila comuni italiani, Pisa è uno dei pochissimi ad averla introdotta”.
Insomma l’accusa è chiara: “Al di là degli annunci propagandistici Pisa aumenta le tasse non migliorando la qualità dei servizi erogati”.

Noi adesso Pis@
Il gruppo consigliare parla di un bilancio sano ma basato su scelte politiche sbagliate a patire da grandi opere, come il People Mover, la Sesta Porta e i PIUSS, che secondo il gruppo di minoranza non sono sostenibili. Non piace poi l’estensione del porta a porta che una volta a regime nel 2017, affermano, “porterà a un incremento complessivo della Tari del 17%”.

Fra le proposte avanzate da Noi adesso Pis@ quella di sottoporre le partecipate a una cura dimagrante in modo da recuperare 1 milione di euro da redistribuire alle famiglie sotto forma di bonus da mille euro da scalare sui tributi locali. Un bonus destinato “alle famiglie medie, quelle che non godono di altre forme di assistenza ma che hanno bisogni di aiuto per risollevarsi”. No deciso infine all’ISCOP, la tassa di scopo, che “grava su un mercato immobiliare ormai fermo. Un’immobilità nell’edilizia che si traduce anche in meno entrate nelle casse del comune”.

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