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Pastori gay nel presepe d’artista. A San Miniato

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Un presepe al passo con i tempi, dove oltre ai consueti personaggi della stalla più famosa del mondo, compaiono anche due beni pastori, che con tanto di cartello in mano, dichiarano di essere gay.

Succede a San Miniato e nientemeno che all’interno del seminario vescovile, dove l’artista Mario Rossi ha deciso quest’anno di decorare il presepe natalizio con i due personaggi di cui sopra.

“Ho parlato delle diversità che si palesano in questo tempo dai nuovi, pericolosi, rigurgiti oscuri – ha dichiarato Rossi a La Nazione –. È un messaggio contro i muri, le terre contese, le guerre tra gli uomini, l’odio scatenato dalle differenze religiose, ma anche da quelle legate all’orientamento sessuale. Il mio è un invito alla pace e alla tolleranza: nel presepe l’ho detto e lo ripeto c’è posto per tutti. Le polemiche, invece, non m’interessano: non ho realizzato questo progetto di presepe per destare clamore o per dare il via ad un polverone mediatico. La gente, vedendo questa rappresentazione, dovrebbe riflettere”.

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Pubblicato il: 19 dicembre 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa

Visto da: 1909 persone

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2 risposte a: Pastori gay nel presepe d’artista. A San Miniato

  1. avatar Giuseppe scrive:

    Pur facendo cenno che nel presepe di Rossi c’entra il seminario come istituzione e non solamente come locazione traspare nell’avverbio “nientemeno”, ma detto questo in sostanza lo scritto riflette il pensiero dell’autore il quale fattosi prendere dall’entusiasmo di Bergoglio è andato oltre gli intenti del Papa avviando una polemica in alcuni casi velenosa. E’ il caso dell’articolo di T.Scandroglio che velenosamente e sudolamente senza rischiare il penale conclude che un giorno il diverso sarà l’uguale e che l’unico diverso sarà proprio Gesù.
    Conoscendo l’artista posso dire che il suo intento era ed è quello di dare un messaggio attraverso la sua opera, pur discutibile scenograficamente, di uguaglianza, di tolleranza, di condivisione, di accoglienza di cui si parla tanto, ma si realizza poco, chiesa compresa. Poi la stampa laica e antireligiosa ha inzuppato la sua penna venefica fino all’articolo” il primo vero presepe gay è in seminario” . Ovviamente la Curia, orfana attualmente del vescovo, ha reagito garbatamente verso l’autore senza ribattere sui media il proprio disappunto e le proprie ragioni di dissenso. Forse in questo caso il silenzio è la più loquace risposta.

  2. avatar Giuseppe scrive:

    L’articolo al vetriolo nascosto sotto le lettere dell’alfabeto ha fatto colpo ad un blog dal titolo NO al matrimonio…gay gestito da una confraternita di falsi cristiani anche se tali si vantano di essere e ha
    tirato fuori dai cuori degli affiliati alla setta una stizzosa filippica contro il presepe di San Miniato falsificando e stravolgendo il significato simbolico che l’autore del Presepe un certo Sig. Masrio Rossi ha dato alla sua opera ispirandosi al concetto del Papa dell’accoglienza senza scartare nessuno. Se dobbiamo aprire i nostri cuori verso tutti, giustamente Rossi ha pensato che anche nel presepe possono trovare posto tutti, non per essere accreditati agli occhi del Bambino e quindi giustificati agli occhi degli omini, ma per essere salvati dall’incontro con Cristo. Questo c’era da capire ed era facile cogliere questo senso, invece i soliti giornalisti beceri di laicismo ed i cristiani di satana hanno scelto la via dell’odio di religione, forse l’unica che conoscono.

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