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Ottomila in piazza contro le politiche del lavoro del governo Renzi

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Ottomila persone hanno sfilato per le strade di Pisa questa mattina per protestare contro il Jobs act, la legge di stabilità e la Buona scuola del Governo Renzi.

Un lungo corteo partito da piazza Guerrazzi per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil che nella città della Torre ha visto insieme le quattro province della costa: Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara.

Lavoratori delle province accanto a quelli della Trw di Livorno, patronati, studenti medi e universitari, pensionati, movimenti autonomi, lavoratori della conoscenza e della comunicazione, le guardie del fuoco del porto di Livorno e i lavoratori in mobilità della Gb, collettivi, insegnanti, precari di ogni settore e disoccupati.

Poche le bandiere di partito, Sel, Rifondazione Comunista, ma soprattutto a dominare sono stati gli striscioni delle diverse categorie sindacali. Fra i manifestanti anche l’onorevole Paolo Fontanelli, che al momento del voto sul Jobs act la camera lasciò l’aula insieme ad altri 28 compagni di partito.

Gli appelli lungo il corteo e dal palco di piazza san Paolo a Ripa d’Arno sono in difesa dell’articolo 18, per la difesa del lavoro “che significa difesa del futuro”.  Un corteo che attraversando Corso Italia ha chiesto le dimissioni di Renzi, una richiesta che dalle file dei lavoratori livornesi ha assunto la forma più colorata e tipica dei vicini labronici.

Medici precari, operai, pensionati sono intervenuti dal palco raccontando una vita condizionata dalla precarietà e da un lavoro che rischia di svanire sotto gli occhi, quando non lo ha già fatto.

“Lo sciopero generale di oggi – ha detto  Maria Teresa Ruzza Segretaria Nazionale della Uilca – è la nostra risposta a chi voleva rottamare il sindacato. Avremo noi idee su chi deve essere rottamato in questo paese, corrotti, manager con stipendi e bonus milionari che lasciano i conti in rosso, tutti quegli incapaci che non garantiscono il lavoro”.

“La grande bellezza è accesso alla cultura” recitava uno degli striscioni degli studenti, che dal palco hanno rivendicato il diritto all’acceso all’istruzione per tutti, senza distinzioni di censo, chiedendo a gran voce sostegno al reddito affinché la cultura non sia un lusso per pochi.

Una partecipazione ampia e trasversale per una manifestazione che se nel complesso è stata pacifica ha visto però alcuni momenti di tensione, quando a contrapporsi sono stati una parte del servizio d’ordine della Cgil e i movimenti autonomi che hanno lamentato il tentativo di essere estromessi dal corteo.

Quando la coda della manifestazione ha imboccato via Benedetto Croce le due parti si sono contrapposte con spintoni, ma la situazione si è velocemente tranquillizzata. Nuovi momenti di tensione poi in piazza Garibaldi.

All’arrivo in piazza San Paolo all’Orto, dove dal palco erano già iniziati gli interventi, i lavoratori della Gb e gli antagonisti sono avanzati chiedendo di intervenire e contestando prima gli studenti che stavano parlando e poi il segretario della Cgil Gianfranco Francese.

“Non esistono lavoratori di serie A e di serie B” ha tuonato Francese dal palco, dove poco dopo la parola è stata data a uno dei lavoratori in mobilità della Gb. Al grido di “blocchiamo la città” lo spezzone antagonista, circa 300 persone fra pisani, livornesi, massesi e carrarini, ha lasciato la piazza.

Il video di Daniela Francesconi


Dopo aver sfilato su lungarno mediceo il corteo ha occupato la rotonda davanti al Palazzo dei Congressi bloccando il traffico all’altezza del Ponte alla Vittoria. Qui gli interventi hanno contestato i sindacati cooperativi che “hanno fatto della concertazione il loro modus operandi. Vanno mandati all’aria tutti i tavoli di trattativa in cui vengono solo rubati i nostri diritti”.

Hanno quindi chiesto “case per tutti coloro che sono in emergenza abitativa” e lo stop “alla truffa di una legge regionale che non vuole riconoscere punteggio per morosità nelle graduatorie per le case popolari”.

Mentre era in atto il blocco da parte dei movimenti antagonisti, si concludevano gli interventi in piazza San Paolo per lasciare spazio alla musica. La piazza dove a campeggiare era un grande bandiera con la scritta “Basta” si è lentamente svuotata.

f.p.

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Scritto da:

Pubblicato il: 12 dicembre 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Politica

Visto da: 1168 persone

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Una risposta a: Ottomila in piazza contro le politiche del lavoro del governo Renzi

  1. avatar Francesco scrive:

    Tre scioperi diversi: 14 novembre, 5 dicembre e quello di oggi. Uno sciopero unico no vero? Con le seguenti domande mi rivolgo a tutti i sindacati: pensate che i lavoratori capiscano? Pensate che dividersi in tre porti possa produrre una mobilitazione maggiore?

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