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Per le primarie 7.500 firme in 10 giorni: Parrini detta la linea sui giornali

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Il Partito Democratico della Toscana assume le primarie come elemento costitutivo della propria rappresentanza e della propria proposta politica, affinché le stesse traggano legittimazione e vitalità dal rapporto diretto con i cittadini-elettori.

Lo si legge nello statuto, ma dall’affermarlo al metterlo in pratica ci sono tantissime variabili, al punto che definire le primarie “costitutive”, forse qualche dubbio lo solleva.

L’assemblea del Pd voterà un ordine del giorno che fisserà come e in che termini vanno raccolte le firme

E così, mentre in queste settimane si discute su primarie sì-primarie no per le prossime elezioni regionali, è sui giornali che si fanno i “balzi in avanti” e si dettano le direzioni. Alle sedi tradizionali – le assemblee di partito – spetta il compitino finale di ratificare quanto già deciso tra titoli a effetto e spregiudicate virgolette. Succede infatti che il segretario del PD regionale Dario Parrini, insieme ai fedelissimi renziani Antonio Mazzeo e Stefania Saccardi, sulle pagine prima della Nazione poi de Il Tirreno degli scorsi giorni hanno posto un ulteriore stop alla richiesta di primarie – già difficile – avanzata dall’area civatiana del partito.

Area che lamenta l’eccessivo numero di firme da raccogliere, 7.500, in un arco di tempo che se fosse confermato detterebbe di per sé il blocco di questo percorso: 10 giorni a partire dal prossimo 13 dicembre, data in cui è convocata l’assemblea regionale. “Il Pd toscano farà come hanno fatto in Umbria per la ricandidatura di Catiuscia Marini. L’assemblea umbra ha dato 10 giorni di tempo per raccogliere le firme a sostegno di altri aspiranti governatori. Passati i 10 giorni, la Marini è candidata del Pd per la presidenza dell’Umbria”. Questo ha detto il segretario regionale per motivare questi tempi strettissimi, che di fatto renderebbero impossibile la candidatura di chiunque.

E se Mazzeo fa il possibilista – “Sui tempi si può vedere, si può anche slittare a fine mese la raccolta le firme” – sui numeri lo Statuto parla chiaro: devono essere rappresentative di un’ampia parte del partito. Ciò che resta nell’incognita è la volontà politica: “L’assemblea del Pd voterà un ordine del giorno che fisserà come e in che termini vanno raccolte le firme a sostegno di eventuali candidati alternativi”, ha detto ancora Parrini alla Nazione. Certo, se il segretario detta la linea una settimana prima dell’assemblea si può intuire in quale direzione andrà l’ordine del giorno di cui parla.

Se Parrini vorrà davvero fare le primarie fisserà un periodo congruo, se invece intende solo fare finta di volerle confermerà i 10 giorni per la raccolta

Pisa per Civati, a livello regionale aka Toscana Possibile prende quindi la parola e tramite Stefano Fabbri e Filippo Gallo replica ai compagni di partito: “Le primarie per la selezione del candidato alla Presidenza della Regione Toscana sono una buona cosa semplicemente perché rappresentano l’unica vera occasione possibile per un ampio confronto sul futuro della nostra Regione che coinvolga militanti del PD e cittadini toscani. Ed è lo statuto del PD a dirlo. Tutto qui”.

“Per questo – affermano – l’aggrovigliarsi nelle liti sulle regole non serve davvero a nulla. Le regole sono chiare e fissate dallo Statuto per quanto riguarda il numero di firme da raccogliere, e poi sono invece discrezionali per quanto riguarda i giorni di raccolta”.

Fanno quindi pronostici sull’andazzo del 13 dicembre: “Se il segretario Parrini avrà davvero la volontà di dare la possibilità di svolgerle, fisserà un periodo congruo, se invece intende solo fare finta di volerle confermerà l’annuncio di concedere solo 10 gg, rendendo impossibile la raccolta e dunque di fatto negandole. E siccome ha i numeri in Assemblea per compiere entrambe le scelte il dibattito finisce qui”.

E il presidente uscente Enrico Rossi? Dopo essersi detto “pronto per le primarie”, i civatiani sottolineano il “rumoroso ed eloquente il silenzio del Presidente in questi ultimi giorni. E anche stupefacente il timore, per un politico con alle spalle 15 anni di esperienza in Regione, di confrontarsi apertamente sui temi programmatici”.

“Da mesi chiediamo la convocazione di un’Assemblea per discutere dei temi ma – concludono – nonostante la disponibilità del Presidente Regionale PD, non è stata mai concessa. E adesso non crediamo che il 13 dicembre in mezza giornata, in quattro balletti, anzi in quattro tavoli in fila, il PD pretenda di poter considerare esaurita la pratica del confronto programmatico”.

Dalla rete qualcuno fa notare che il dibattito in questo modo si ferma a metà e guarda solo alla carica più alta in gioco. Ma per il PD la sfida potrebbe davvero allargarsi, e allora altro che firme, le guerre intestine farebbero stragi.

 

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Pubblicato il: 9 dicembre 2014

Argomenti: Pisa, Politica

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