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Luoghi del cuore Fai: chiuse le votazioni online la Certosa spera nei voti cartacei

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Sono un migliaio i voti che dividono la prima e la seconda classificata nella campagna “I luoghi del cuore”, promossa ogni anno dal Fondo ambiente italiano per valorizzare i monumenti italiani meno conosciuti e minacciati dalla cronica mancanza di fondi necessari agli interventi di recupero e manutenzione.

Alla chiusura delle votazioni, fissata al 30 novembre, l’ex monastero certosino ha totalizzato 45.308 voti. Al primo posto il castello di Calatubo di Alcamo, in provincia di Trapani, che ha raccolto 46.352 segnalazioni. Oltre ai voti digitali ci sono quelli cartacei, raccolti dai volontari, che a Calci si sono mossi grazie al coordinamento del comitato Salvare la Certosa.

Ed è proprio sui voti cartacei che si gioca il rush finale: sul sito del Fai al momento l’ultimo aggiornamento è del 31 novembre, per raccogliere le firme c’è tempo fino a mercoledì 3 dicembre. Firme che arriveranno a Milano nei prossimi giorni per le verifiche, mentre la proclamazione ufficiale dell’esito delle votazioni arriverà a gennaio 2015. In palio ci sono i finanziamenti erogati da Banca Intesa, partner del Fai nell’iniziativa, che saranno impiegati direttamente per attività di recupero, tutela e valorizzazione.

Un contributo alla poderosa campagna di comunicazione che in questi mesi ha visto impegnati tutti coloro che hanno a cuore il destino della Certosa arriva da Dronesense, una società ospitata nell’incubatore del Polo Tecnologico di Navacchio che si occupa fra le altre cose di riprese aeree con i droni. Dronesense ha sorvolato l’ex monastero ed ha prodotto un video che ha offerto al comitato promotore e che mostra la bellezza del monumento della Val Graziosa da una prospettiva mai vista.

 

La gara online che ha coinvolto decine di monumenti e siti storici italiani non ha mancato di scatenare polemiche. I sostenitori del castello di Calatubo hanno recuperato sul finale, colmando un distacco che a metà ottobre si era fatto pesante. Alla fine la Certosa è andata sotto di poco, ma qualcuno non l’ha presa bene. Sulla pagina Facebook Castello Calatubo, che promuove il monumento siciliano per l’iniziativa del Fai, si parla di non meglio precisati fatti gravissimi.

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Polemiche a parte, a decidere saranno  i voti cartacei. Ne è ben consapevole il sindaco di Calci, “le associazioni hanno fatto un gran lavoro sul territorio” spiega a margine della conferenza stampa, “sono fiducioso, sereno e convinto che il Fai sia una garanzia importante da questo punto di vista”. Primo o secondo posto, Massimiliano Ghimenti pensa che il bello venga adesso. “Anche se non vinceremo – continua il sindaco – dovremo comunque farci trovare pronti dopo che grazie alla campagna del Fai si è acceso un faro su di noi”.

Di attenzione da parte dei media la Certosa ha sicuramente bisogno, per salvare l’ex convento però servono fondi. In più punti le strutture sono pericolanti e le infiltrazioni di acqua dal tetto sono molte. Nel corso della conferenza stampa, per illustrare la situazione della Certosa il direttore del museo di Storia naturale Roberto Barbuti si è limitato a mostrare la pozzanghera che si era formata ai suoi piedi a causa delle piogge dei giorni scorsi. Secondo la vicedirettrice della parte monumentale Loredana Brancaccio servono almeno 7 milioni di euro per gli interventi di recupero. “Priorità assoluta le coperture, soltanto una volta impermeabilizzati gli ambienti e smaltite le acque si può pensare di procedere al recupero degli infissi e degli apparati decorativi” ha spiegato a Repubblica.

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Pubblicato il: 2 dicembre 2014

Argomenti: Lungomonte, Urbanistica

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