MENU

Jobs act, Fontanelli lascia l’aula al momento del voto

fontanelli

La Camera ieri ha approvato il Jobs act, che adesso torna al Senato, con 316 sì e 6 no, senza far ricorso al voto di fiducia.
Fra i membri del Pd che non hanno sostenuto la riforma del lavoro volutra da Matteo Renzi c’è Paolo Fontanelli, parlamentare ed ex sindaco di Pisa, che sul suo blog spiega perchè ha scelto di lasciare l’aula al momento del voto.
29 i deputati PD che, stando ai tabulati di aula, non hanno votato il Jobs act, 2 hanno votato no (Giuseppe Civati e Luca Pastorino), e  2 si sono astenuti (i civatiani Paolo Gandolfi e Giuseppe Guerini). Undici i deputati del Pd assenti per giustificati motivi.  

Oggi (ieri per chi legge, ndr) è stata una giornata parlamentare particolarmente difficile. Almeno per me. Per la prima volta ho sottoscritto e portato avanti una posizione di netto dissenso dalle indicazioni del partito e del gruppo. Il punto era il voto finale sul l’approvazione del Jobs Act.

Chi legge questo sito sa che la mia opinione sul testo della delega varato dal Governo è sempre stato molto critico. Non mi ha mai convinto la scelta di fare di ciò che resta (assai poco) dell’articolo 18 dopo la riforma Fornero il tema dello scontro con il sindacato. Il messaggio che Renzi ha volutamente cercato di dare alla Confindustria e ai potenziali “investitori internazionali” è quello che non ci sono più tutele di cui avere paura, si può assumere tranquillamente perché si può licenziare con una certa libertà. In sostanza un messaggio che colpisce il valore dei diritti e della dignità del lavoro. Inoltre nella delega ci sono altre cose discutibili e molte che sono state migliorate nel lavoro della commissione. Il percorso di questo provvedimento, che ha visto crescere una larga iniziativa di contestazione nel Paese, a partire dalla grande manifestazione della Cgil a San Giovanni, è stato accompagnato da posizioni di netta chiusura e talvolta derisione verso il sindacato.

Il tema che mi sono posto, insieme ad altri deputati, è quello di come dare una sponda a questo diffuso malessere, sia sostenendo l’esigenza di introdurre nella delega cambiamenti sostanziali e sia creando le condizioni per far sì che resti un punto di riferimento credibile nel PD. Per questo abbiamo discusso a lungo nella giornata. Concordata fra Cuperlo, Civati, Bindi, Fassina e altri, si è tenuta una riunione di diversi deputati delle minoranze. Alla fine di un confronto serio si è preso atto che in campo c’erano due opzioni di comportamento. Quella che proponeva una linea di distinzione dichiarando di non votare la legge con una motivazione chiara e, dunque, di abbandonare l’Aula al momento del voto, e l’altra, quella sostenuta da Civati che proponeva di votare contro rendendo più forte la rottura. È evidente che dietro a queste due impostazioni vi è una idea diversa sul fare la battaglia nel PD o se mettere nel conto anche una profonda spaccatura. Io sono stato fra quelli che hanno scelto la prima opzione, che si è tradotta nel documento che allego, firmato da ventinove deputati. Poi ci siamo comportanti di conseguenza. Nel voto finale la delega è stata approvata con solo 6 voti contrari perché le opposizioni sono uscite nel tentativo di far mancare il numero legale. Come potete immaginare non si è trattato di una decisione facile da prendere, ma credo di essere stato coerente con le cose che penso e che ho sostenuto senza ambiguità. Mi auguro, questo è sicuramente l’intento, che questa iniziativa sia utile al PD per valorizzare le differenze e per arginare quella sorta di “scissione silenziosa” che avvertiamo nel rapporto con il popolo della sinistra. In tal senso l’astensione dal voto in Emilia ne rappresenta un serio campanello d’allarme.

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 26 novembre 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa

Visto da: 683 persone

, , , , , , , , ,

Post relativi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.