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Ex Stallette. I consiglieri di opposizione: “Ci rivolgeremo all’Autorità Anticorruzione”

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La vicenda sarà sottoposta all’attenzione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, perché gli elementi che emergono dalla relazione dell’ing. Michele Aiello sui lavori alle ex Stallette, chiedono chiarimenti più generali rispetto a quelli che già porterà avanti la magistratura.

Lo hanno annunciato i consiglieri di minoranza Valeria Antoni (Movimento 5 Stelle), Raffaele Latrofa (NCD) e Gino Logli (Forza Italia) che tornano sulla vicenda sottolineando le responsabilità politiche: “Non vogliamo entrare nel merito di scelte tecniche che non ci competono”, dicono all’unisono, “ma ci preme denunciare con forza le scelte politiche dell’amministrazione, non solo sul caso delle Stallette ma sui tanti appalti pubblici che a nostro avviso non funzionano”.

Antoni punta il dito “sul controllo e la vigilanza che non ci sono stati”, dice, ripercorrendo alcuni passaggi temporali: “Che ci fossero problemi su quel cantiere era chiaro già da un anno. Il 24 settembre del 2013 è stato firmato l’ultimo stadio di avanzamento dei lavori, con uno stanziamento di 226mila euro. Il 9 ottobre l’assessore Andrea Serfogli in commissione disse che il cantiere stava procedendo anche se c’erano alcune sofferenze dovute dalla situazione della Rota costruzioni e alcuni ritardi dovuti al ritrovamento di una scala a ridosso delle mura e dal conseguente intervento della Soprintendenza”.”Nella relazione però – dice ancora Antoni – si afferma che nell’estate 2013 i lavori vanno avanti a rilento e che a settembre il cantiere è quasi fantasma.
Quella scala sulle mura che fa lievitare i costi
Altri 300mila euro in più. Sarebbe questo l’ammontare dei lavori che servono per una parte del progetto che non c’era in origine e che riguarda il ritrovamento di una scala che porta al camminamento in quota sulle mura e che è stata scoperta solo a cantiere aperto. Per i consiglieri di minoranza si tratta di una parte di lavori non computata che andrà a incidere ulteriormente sull’aumento dei costi per 290mila euro. Sale così a 730mila euro la cifra che manca per completare l’opera, quasi il 30% in più dei lavori progettati all’inizio.

“Il 4 aprile del 2014 la ditta presenta domanda di concordato nello stesso periodo si inizia a intravedere la possibilità di revocare l’appalto e affidare i lavori alla seconda arrivata. Da aprile a ottobre nulla è stato fatto, e bisogna aspettare l’autunno di quest’anno, il 7 ottobre, per tornare ad affrontare l’argomento insieme al consiglio, quando questo è stato chiamato a pronunciarsi sulla variazione al piano delle opere pubbliche e sui maggiori costi”.

“Come dice il presidente della Regione Enrico Rossi – aggiunge Valeria Antoni – si è complici, leali o competenti. Ci sembra un motto calzante in questa occasione: perché l’assessore Serfogli ha omesso in commissione di darci informazioni importanti come il blocco del cantiere?”, domanda.

Il consigliere Gino Logli evidenzia l’atteggiamento di attacchi della maggioranza nei confronti dell’opposizione: “Ci è stato detto che eravamo noi a voler sollevare un polverone sulla vicenda, quando in realtà solo qualche giorno prima Serfogli portava tutti i documenti in Procura. C’è un problema all’interno del PD, che temiamo sia di occultamento della verità. E non riguarda solo questa storia”, dice, facendo l’esempio “dei tanti contratti scaduti che sono ancora in atto a suon di proroghe, oltre 100 ne abbiamo contati fra campi sportivi, palestre, riscaldamento degli edifici comunali, cimiteri e quant’altro”.

Quanto alle Stallette, Logli si sofferma sui rapporti fra uffici comunali: “Il Rup (responsabile unico del procedimento, ndr) dice esplicitamente nella relazione di non avere tutti gli atti a disposizione. Un’affermazione già grave di per sé, se si aggiunge il fatto che per accorgersi che mancavano degli elementi fondamentali dal progetto – come le finestre – è stato necessario l’intervento della seconda ditta arrivata in gara, si solleva per noi più di un problema di competenze”.

Latrofa solleva quindi dubbi sull’andamento di tutti i Piuss: “Da mesi chiediamo di vedere i piani di gestione dei progetti Piuss, ma non ci vengono dati. La nostra richiesta è legittima, e si tratta tra l’altro di atti di gara, che il Comune dovrebbe avere facilmente a disposizione visto che al momento della partecipazione al bando ha dovuto produrli”.

Infine tutti e tre puntano il dito contro i consiglieri di maggioranza che non hanno voluto ritirare la relazione per non sentirsi poi accusati di averla diffusa alla stampa: “Ricordiamo loro che hanno delle precise responsabilità in quanto eletti individualmente con le preferenze”, dice Antoni. “Il fatto che non vogliano assumersi questa responsabilità è per noi grave, come a dire ‘non la vogliamo leggere così potremo dire di non sapere cosa c’è scritto'”.

L’ultima questione che avanzano i consiglieri getta un’ulteriore ombra su questa storia: “La relazione che è stata data ai giornali non è la stessa che è stata data a noi. La nostra è più breve di 3 pagine e mancano gli allegati”.

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